Bulgaria. Gli uomini preferiscono le bionde

Le chiamano blondinki e la loro Organizzazione è nota in tutto l’est europeo, nonostante sia nata a Sofia in Bulgaria. L’orgoglio delle bionde si fa sentire per dimostrare che oltre alla bellezza c’è anche un cervello.


Sfoglia il magazineVai alla photgalleryVai alle info utili

Elle Woods è una giovane biondissima ragazza che vive seguendo le regole delle riviste di moda, trascorrendo le sue giornate tra amiche e shopping. Una sera il fidanzato, dopo averla invitata a cena, la lascia perché la considera troppo frivola per poter stare accanto a lui, che aspira ad una carriera in politica. Nonostante l’amarezza iniziale, Elle non si arrende e decide di dimostrare all’ex di non essere solamente una bionda superficiale iscrivendosi all’Università di Harvard alla facoltà di legge. Elle porterà nel prestigioso Ateneo una ventata di freschezza tra i rigidi e austeri studenti, creando scompiglio con i suoi abitini rosa e i suoi modi da pin up. Dimostrerà però di essere anche una brillante studentessa di legge e di riuscire a lavorare in uno studio legale, insegnando a tutti che le bionde hanno una marcia in più. Questo è il riassunto di un film del 2001, basato sul romanzo Legally Blondes ma anche nella realtà esiste un movimento per l’orgoglio delle bionde e nasce nella capitale bulgara.

Fondata nel VII secolo a.C. Sofia è la terza capitale più antica d’Europa, dopo Atene e Roma. Nel corso della sua storia ha cambiato molti nomi ed i resti della città antica sono visibili ancor oggi. Distrutta dagli Unni, ricostruita dai Romani, conquistata dall’Impero Ottomano ed, infine, riconquistata dai russi vanta un patrimonio artistico e culturale stupefacente, nonostante a prima vista possa sembrare una città piuttosto grigia. Famosa è la cattedrale ortodossa di Aleksand?r Nevski costruita in memoria dei soldati russi caduti durante la guerra turco-russo nella seconda metà del 1800. L’interno è decorato con alabastro ed altri materiali pregiati mentre una parte della cattedrale è riservata a un museo di icone provenienti da tutta la Bulgaria, e fa parte della Galleria Nazionale, prima in Europa per grandezza che contenga icone bulgare.

Proprio a Sofia Olga Uskova ha fondato l’Organizzazione Internazionale delle Bionde, ormai nota da Mosca a Riga. E’ un sodalizio che mira a rivalutare e sostenere il ruolo delle donne, non dal punto di vista di un rinnovato femminismo ma, al contrario, spingendo l’uomo a riprendersi il proprio ruolo tradizionale ed incitando le donne ad essere femminili e ad utilizzare le armi della seduzione, invece di nascondersi. A contraddistinguerle non c’è solo il platino dei capelli ma anche il rosa, colore che tinge ogni oggetto e capo di abbigliamento di una blondinki.

Il tutto nasce dal luogo comune che descrive le bionde come bambole con poco cervello e a cui non verrebbe mai, o quasi, proposto un incarico di responsabilità. Altra motivazione che ha spinto le bionde dell’est Europa a ribellarsi è l’essersi stancate del frequente turismo sessuale perpetrato dall’uomo occidentale in Ucraina, Ungheria, Russia e molti altri Paesi.

Il modus operandi della lotta di queste ragazze è però quello di spogliarsi, per non nascondere il proprio corpo perché il modello di donna, da quelle parti, pare essere quello della manager indipendente ma che non rinuncia mai alla propria femminilità e sensualità. Per prendere parte a questo movimento non è importante essere bionde naturali o meno, la cosa fondamentale è esserlo dentro, afferma la Uskova, perché essere bionda è uno stato mentale e tutte le donne possono aderire.

L’obiettivo è quello di dare maggiore valore alla donna, il biondo è solo un pretesto utilizzato perché nei paesi dell’est, dove è nato il movimento, la maggior parte delle donne è bionda.
Lo scopo dell’organizzazione è di unire le donne, incitarle a essere femminili, a usare le armi della seduzione invece che fingersi maschiacci e soprattutto far capire al mondo di essere forti.

Sarà la giusta via? Potrebbe anche essere ma viene spontaneo chiedersi se per dimostrare le proprie capacità professionali sia davvero necessario mostrare così sfacciatamente la propria beltà. Non dico certo di mortificare la propria fisicità, anzi è bello essere femminili, ma non credo che spogliarsi sia la giusta maniera per evitare che gli uomini si interessino alle donne solamente per un seno prorompente o per le gambe affusolate.

Rispetto profondamente il loro coraggio e la loro convinzione nel portare avanti questa lotta che in pochi anni ha ottenuto visibilità in tutto il mondo ma, riflettendo, credo di non essere mai stata bionda dentro.

Testo di Federica Giuliani. Foto di Elena Strada

Sfoglia il magazineVai alla photgalleryVai alle info utili