Londra. Pellegrinaggio ai santuari del rock


Un itinerario per ripercorrere i luoghi che hanno fatto la storia della musica.

La città di Londra è un gigantesco tempio celebrativo della storia, dell’arte, dell’architettura ma anche e soprattutto della musica. Nella metropoli cosmopolita per eccellenza sono nati musicalmente i più grandi artisti che il mondo ricordi e i luoghi simbolo di questo percorso storico sono tutt’oggi visitabili.Per i cultori delle sette note ecco dunque un itinerario alternativo da vivere con la stessa dedizione di un pellegrinaggio, per ripercorrere i luoghi dove tutto è iniziato.


Il punto di partenza per eccellenza è Abbey Road, la via in cui si trovano gli studi di registrazione, tutt’ora operativi, in cui ha preso vita l’omonimo album dei quattro “Scarafaggi” di Liverpool, i Beatles. La strada è raggiungibile con la metro scendendo alla fermata di St. Johns Wood e si incrocia con Kilburn Street. Di fronte agli studi, ancora intatte, ci sono le celebri strisce pedonali sulle quali, nell’agosto del 1969, i Beatles fecero uno shooting fotografico di 10 minuti, da  cui venne estratta l’immagine per la copertina dell’album “Abbey Road”, una delle più note della storia.Ancora oggi fans di tutto il mondo si recano sul luogo per attraversare le mitiche zebra crossing e scattare qualche foto, con buona pace degli automobilisti che passano di lì, pronti a fermarsi ed attendere con grande pazienza che il rito degli appassionati si concluda.


Londra è piena di luoghi legati alla storia dei Beatles ma ce n’è uno fortemente simbolico e per fortuna non commercializzato, che ancora oggi fa venire la pelle d’oca: è il tetto dell’edificio situato al numero 3 di Savil Row, dove alla fine degli anni Sessanta vennero costruiti gli Apple Studios e dove nel 1969 i Beatles tennero la loro ultima esibizione live, un concerto improvviso sul tetto dell’edificio che radunò in pochi minuti una folla tale da paralizzare parte della città. L’esibizione è visibile per metà nel film Let It Be e compare in versione audio nelle registrazioni dell’omonimo album.


Un’altra tappa obbligata per immergersi nella storia della musica è il Marquee Club locale storico per i concerti dal vivo sito al numero 105 di Charing Cross Road, raggiungibile con la metropolitana dalle fermate  Leicester Square o Tottenham Court Road. Tra le pareti del club si sono conosciuti John Lennon e Yoko Ono, che gestiva una piccola galleria d’arte esattamente di fronte al locale (galleria che esiste tutt’ora ma con gestione differente), così come si sono incontrati per la prima volta Paul Mc Cartney e la sua futura moglie, la celebre fotografa delle star Linda Eastman. Sul palco del Marquee hanno suonato per la prima volta i Rolling Stones, in una serata di inizio estate del 1962 (il cinquantesimo anniversario del loro battesimo musicale è stato celebrato nel giugno scorso). Il locale ha ospitato inoltre dei giovanissimi Pink Floyd ed un acerbo ma geniale Jimi Hendrix. Londra fu protagonista anche del mistero della morte del grande Hendrix, trovato senza vita nel Samarkand Hotel, al 22 di Lansdowne Crescent. L’appartamento che lui occupò nell’ultimo periodo della sua vita è oggi un piccolo museo dedicato al grande artista.


Al numero 23 di Heddon Street invece è riconoscibile la copertina di uno degli album più famosi di David Bowie, “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars”, in cui Bowie è ritratto per strada, travestito da Ziggy, il suo alter ego che monopolizzò l’attenzione del pubblico mondiale al punto da costringere lo stesso Bowie ad“ucciderlo pubblicamente”, durante l’ultima storica data del tour mondiale del 1973, tenutasi proprio a Londra presso l’ Hammersmith Odeon. Si consiglia infine una visita all’Hard Rock Cafe di Old Park Lane (fermata della metro Hyde Park Corner), che contiene un incredibile museo di cimeli musicali: dalle chitarre di Kurt Cobain e Bob Dylan agli occhiali di John Lennon, passando per spartiti originali dei Beatles fino ad arrivare agli abiti di scena indossati da Freddy Mercury.


Testo di Alessandra Narcisi | Foto web

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