San Francisco. Cosa vedere al di là del ponte

Una città compatta. La si può definire così San Francisco, una città che si affaccia su una splendida baia, in mezzo alla quale una piccola isola ospita adesso turisti in visita, una volta carcerati famosi in visita obbligata, non certo turistica e spesso a vita, come Al Capone: la famosa Alcatraz.  Compatta perché tutti i punti di interesse sono  a poca distanza l’uno dall’altro. Scordatevi l’estensione della sua cugina californiana Los Angeles, dove per visitare le differenti zone della città bisogna percorrere decine e decine di chilometri in taxi. San Francisco è tutta lì, sulla punta della penisola che chiude la baia, collegata alla sponda nord dal mitico Golden Gate, il ponte rosso ad una campata costruito nel 1937 e alla sponda est dal Bay Bridge che collega la città con Oakland. Ai piedi del Golden Gate il quartiere di Presidio, un polmone verde una volta base della US Navy ora adibito a parco e zona residenziale abitata da personaggi famosi come George Lucas, che qui ha la sua base operativa. A poca distanza il Golden Gate Park, all’interno del quale Renzo Piano ha progettato il California Academy of Sciences. Un’architettura futuristica all’interno della quale si possono ammirare coccodrilli albini, piante rare, una ricostruzione di una barriera corallina tropicale, un planetarium all’interno del quale viene proiettato anche un documentario sul grande terremoto del 1909 realizzato con l’ausilio delle più recenti tecnologie digitali.


Il centro città può essere percorso tranquillamente a piedi. A due passi da Union Square, attraversata dallo storico Cable Car a cui pochi turisti riescono a resistere per un tour su e giù dalle numerose colline della città, il quartiere cinese, uno dei più grandi degli States. Come ogni Chinatown che si rispetti, un porta segna il suo ingresso. Una passeggiata tra le sue strade con i palazzi  puntellati da insegne di ristoranti e negozi porta al Financial District, un quartiere moderno costellato di grattacieli famosi come il Trans America Building e il Bank of America Building, set cinematografico di “Inferno di cristallo”. Un quartiere costruito sulle ceneri della San Francisco andata a fuoco a seguito del terribile terremoto. Poche centinaia di metri e il cityscape cambia ancora una volta.  Ai piedi dei grattacieli del Financial District la zona dei docklands di Fisherman’s Wharf è stata completamente ristrutturata e adesso moli come il Pier 39 ospitano decine di negozi, mercatini e ristoranti nei quali regnano incontrastati i piatti a base di pesce e frutti di mare.


Una visita al quartiere Castro è un must per chi ha vissuto gli anni di Woodstock e del ’68. Le case vittoriane in legno ospitavano i figli dei fiori, giunti qui da ogni parte d’America. Ora sono state ristrutturate e il quartiere è il centro della vita gay californiana. Stesso stile ma vista migliore, le più belle case vittoriane di fine ottocento si trovano a Pacific Heights, la zona residenziale di San Francisco dalle cui colline creano un forte contrasto con lo skyline dei grattacieli del Finalcial District. Oltre lo skyline, oltre il Golden Gate, oltre la baia di san Francisco, il panorama cambia completamente. Niente più grattacieli, solo campagne e sinuose colline che portano verso  nord alla Napa Valley, regno incontrastato del vino statunitense che fa concorrenza ai Bordeaux francesi o ai vini del nostro Piemonte. Una valle di 55 chilometri pieni di rigogliose vigne di Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Syrah, Malbec, Merlot, Pinot Noir, addirittura Chablis. Oltre 250 tenute di cui molti nomi hanno una indubbia origine italiana o francese. Andretti, Signorello, Far Niente, Folie à Deux, il famoso Beaulieu, Clos du Val, persino Mumm, la versione californiana del celebre champagne. Una concentrazione di produttori di vino che non ha eguali, una vigna dopo l’altra senza soluzione di continuità attraversati dal Wine Train, un treno d’apoca che lentamente costeggia i vigneti, a bordo del quale ovviamente si pranza a base di prodotti locali e vini della regione. Un tour-de-force culinario che vale la pena concludere alla tenuta Robert Mondavi, l’eccellenza dei vini della Napa Valley.



Se a nord di San Franscico il landscape è stato modificato per poter poter realizzare il sogno enologico americano, il sud invece è stato lasciato in balia di Madre Natura. A poca strada dalle famosa Silicon Valley, ormai periferia di San Francisco e  sede delle ormai mitiche Apple, Google, Facebook, Hewlett-Packard solo per citarne alcune, spiagge, scogliere, baie, boschi ed endemici pini di Monterey la fanno da padrona. E proprio nella piccola città di Monterey ha sede uno degli acquari più spettacolari di tutti gli Stati Uniti, finanziato dal magnate David Packard, co-fondatore della multinazionale statunitense dell’informatica Hewlett-Packard. Sua figlia Julie dirige tutt’ora l’acquario, dove si possono ammirare tonni e barracuda, squali bianchi e squali martello, delfini e tartarughe, attraverso un’enorme vasca di oltre 5 milioni di litri d’acqua pompati direttamente dal mare. Un esempio di conservazione della fauna marina, qui rappresentata da oltre 600 specie, che raggiunge il suo culmine nella Jelly Experience, un percorso realizzato nella totale oscutità tra pareti di vasche illuminate dall’interno nelle quali volteggiano decine di meduse  dalle forme e dai colori più diversi, microscopiche ed enormi, delicate e fragili. Una galleria silenziosa nella quale le meduse sembrano danzare a ritmo di una musica che non c’è con i loro movimenti sinuosi, silenzio che viene spezzato solo quando i bambini delle scolaresche di Monterey vengono armati di sacco a pelo e spazzolino da denti per passare una notte da sogno accanto a queste meravigliose creature.

Link utili: San Francisco Travel Association | Wine Train

Testo e foto di Sergio Pitamitz © RIPRODUZIONE RISERVATA