Città del Capo. Esperienze e conoscenze

Ho conosciuto Città del Capo in maniera ‘trasversale’. Intendo dire che qualcuno me ne ha parlato con toni entusiasticamente positivi; semmai ‘strano’ è stato il luogo nel quale si è verificato lo scambio di vedute. Sandra Claassen, giornalista tedesca di una rivista di turismo del suo paese, incrocia le braccia sul bordo della ‘piscina’ – rimanendo in acqua – e mi racconta della città in cui ha deciso di vivere da diverso tempo: Cape Town, appunto. Ma anche la piscina è fuori del comune; si tratta di uno specchio d’acqua contenuto in un manufatto ovale di cemento, lisciato e arrotondato sui bordi, che funge da abbeveratoio per gli elefanti del Parco Hwange, nello Zimbabwe orientale.

Poco più in là, c’è una pozza naturale che per il momento offre refrigerio e abbondanti bevute a una colonia di pachidermi, piccoli compresi; alcuni alternano le aspirazioni d’acqua a docce di sabbia e fango. La piscina strana nella quale sguazza Sandra entra in funzione (costruita dai gestori del Somalisa Camp) quando la pozza si prosciuga; gli animali la conoscono bene e la frequentano d’abitudine, tant’è vero che nei paraggi si aggira un cucciolo intraprendente e curioso, che subito dopo raggiunge il branco, richiamato da un accenno di barrito della mamma. Io sono sistemato a bordo vasca, su una comoda sedia con cuscino e sorseggio una bevanda fresca.

Faccio notare a Sandra che non è poi così lontana da casa: un paio d’ore di volo appena. Mi dichiaro interessato e curioso come l’elefantino riguardo la sua scelta di vivere in fondo all’Africa. Ci pensa un po’, si toglie con delicatezza una sanguisuga che le si era appiccicata sul braccio sinistro e mi snocciola in rapida sequenza i motivi che hanno influenzato la sua decisione. Anzitutto l’occasione che le è stata offerta di svolgere l’identico lavoro ma in un luogo diverso, perché il magazine è molto interessato ai paesi dell’Africa australe.

Una volta a Capetown, ha messo in fila i lati positivi che la città offriva: clima quasi sempre bello e dall’aria purissima; niente a che vedere con quello della Germania. Estati lunghe e spiagge da sogno, per lei che ama l’acqua in tutte le versioni (come a Somalisa Camp). Città del Capo offre i vantaggi e le comodità di una metropoli, senza per questo rinunciare a un’atmosfera di fondo che è rilassante perché è la gente che vive qui a renderla tale. Natura splendida – favoloso è il circuito di Capo Agulhas – sport per tutti e conseguenti opportunità d’aggregazione e nuove amicizie.

Le zone verdi abbondano e le architetture spaziano da quelle coloniali ai moderni quartieri del centro finanziario. Poi negozi, mercati, centri commerciali, specie nell’area del Waterfront, lungo il porto, senza trascurare il caratteristico quartiere musulmano. Oltretutto, Capetown non ha i problemi di violenza o razzismo che altre città africane hanno. Insomma, ci si vive proprio bene. Nessuna pecca, nessun lato negativo? Mentre si toglie dal braccio l’ennesima sanguisuga, Sandra ammette che qualcosa di negativo c’è: la burocrazia è eccessiva e spesso gli immigrati hanno vita dura per ottenere documenti, permessi. Il traffico automobilistico non di rado è un azzardo; scarseggia l’educazione stradale e troppi sono quelli che guidano in stato d’ebbrezza; i taxisti, infine, non godono di buona reputazione, dato che figurano quasi sempre in testa alla classifica degli incidenti provocati. Piccoli nei, conclude Sandra, ampiamente compensati dai molti aspetti positivi che la città offre.

del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

Leggi l’articolo su Cape Town nella sezione Viaggi d’autore

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