Marrakech va vissuta da dentro, respirata giorno e notte, assimilata come fanno i suoi cittadini. Solo così si può comprendere il simbolo più famoso del Marocco.
Testi e foto di Marco Santini

Se c’è un simbolo del Marocco, un’icona globalmente riconosciuta, una meta da scegliere, questa è sicuramente Marrakech. Città sublime e seducente, ricca di colori e ombre, meraviglie e tentazioni. Il suo cuore si chiama Jamaa el Fna, che significa “il convivio dei morti”: ma è la piazza delle meraviglie, l’appuntamento universale per la classica foto ricordo al tramonto, trappola per turisti e poesia al contempo. La piazza di Marrakech è la porta della medina; che a sua volta ha un cuore che si chiama Riad Enija. Ci sono luoghi che vanno vissuti dall’interno e uno di questi è proprio la medina. Meglio dimenticare le contrattazioni con i taxisti per andare e venire dal Palmento, la zona fuori mura che ospita gli hotel moderni; meglio lasciare ad altri l’arrivo in piazza con la scritta “turista” marchiata in fronte. Per capire Marrakech bisogna viverla da dentro, respirarla giorno e notte, diventarne cittadini. Poi si possono lasciare le mura per visitare le tante meraviglie che le circondano.
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La medina e Riad Enija

La medina è un’ondata tumultuosa che ti assale con suoni incessanti e odori misteriosi, a volte invadenti. È una folla in movimento senza un senso apparente, e qui sta la bellezza del perdersi fra i suoi vicoli coperti dove mille negozi offrono le medesime cose, ma ognuna con una storia e un prezzo diversi. Bisogna camminare, sedersi a bere qualcosa nei locali che affollano la piazza delle spezie, bisogna gettarsi in contrattazioni strenue anche solo per il gusto di farlo, bisogna ascoltare e bisogna stancarsi. Inevitabilmente viene voglia di godersi un momento di silenzio e di frescura ed ecco la magia del Riad Enija. Nascosto in un vicolo senza nome, una svolta, un’altra e poi il silenzio rotto dalle nocche che battono su una porta. Un passo come un balzo in un universo parallelo. Quella porta che si chiude apre il mondo sospeso e incantato di un palazzo con giardini rigogliosi dove il vociare lascia posto al cinguettio. Poche stanze firmate da artisti diversi, labirinticamente gettate in un ordine sensuale. Dai tetti terrazzati si beve un aperitivo al tramonto guardando la catena dell’Atlante imbiancata di neve. E poi il servizio: tanto silenzioso quanto attento. Un’oasi di lusso e pace creata da Bjorn, architetto visionario svedese che è la forza motrice che anima questo riad unico. Nel corso della giornata si torna più volte: per un tè alla menta, per un momento di silenzio, per un massaggio, per una birra ghiacciata o anche solo per riposare qualche minuto. La sera è difficile uscire: l’atmosfera del palazzo è ancor più magica con l’oscurità e i piatti sono memorabili.
Eppure le tentazioni non mancano; basti pensare ad “Al Fassia”, ristorante storico di Marrakech (oggi ha 2 locations – top quella di Gueliz) gestito e condotto esclusivamente da donne. Il conto non è dei più leggeri ma la qualità delle ricette tradizionali è inarrivabile. Da provare la Pastilla, una sorta di millefoglie di piccione, una delle preparazioni più leggendarie della cucina marocchina, oppure la spalla d’agnello cotta al forno a bassa temperatura. Chi vuole accompagnare la cena con una buona bottiglia di rosso può provare a cercare Chateau Roslane Premiere Cru: marocchino, raro, caro; ma si tratta di un taglio bordolese di classe internazionale.
Il mercato, lo shopping, Jamaa el Fna

La Medina di Marrakech offre tanto sia ai curiosi che agli amanti dello shopping: ci si passano ore e ore. Jamaa el Fna, la piazza, è un altro luogo dove si torna ogni giorno, ci si promette ogni volta di non farsi incantare dagli incantatori ma si finisce con il rimanere a bocca aperta davanti al cobra che danza al suono del piffero o alle fiamme del mangiafuoco. Al tramonto è imprescindibile un tè sulla terrazza di uno dei mille bar che vendono bevande di pessima qualità ma offrono vedute indimenticabili sulla piazza e sulla distesa di baracchini che accendono le luci al crepuscolo. Sono tutti ristoranti mobili che scompaiono dopo poche ore e propongono di tutto un po’, fra odori che vanno dall’ottimo all’orribile. Da provare con coraggio e determinazione: quasi tutti gli stomaci la fanno franca.
Palazzi e tombe monumentali a Marrakech

A Marrakech non mancano i monumenti, i musei, i palazzi e le tombe: un trionfo di storia, cultura e colori per i quali non basta certo un weekend lungo. Chi ha la possibilità di stare in città qualche giorno, non può non visitare la Madrasa di Ben Youssef, un palazzo di meravigliosa fattura araba che ospitava la Scuola Coranica più grande del Maghreb. Capolavoro dell’architettura tradizionale marocchina è Palazzo Bahia, che si estende su un’area di ben 8 ettari ed è composto da 150 stanze decorate con marmi, legno di faggio e cedro, e stucchi di zellige. La città ospita anche quello che è il più importante mausoleo dell’intero nord Africa: le Tombe Sa’dite, una necropoli ornata da finissime decorazioni, che custodisce i corpi di circa sessanta membri della dinastia Sa’diana. Meritano una passeggiata al loro interno i Jardin Majorelle, nella parte nuova di Marrakech, abbelliti da fontane e piante esotiche.
Lasciando le mura alle spalle: ecco il deserto. E le montagne.
Fuori dalle mura, oltre la città moderna c’è il profumo del deserto; non ancora le dune del Sahara – per quello ci vuole un altro viaggio, ma quel deserto pedemontano che si distende all’ombra delle cime maestose dell’Atlante (il monte Toubkal sfiora i 4200 metri d’altitudine). Un deserto dove bastano poche gocce di pioggia per assistere a una fioritura immediata e tumultuosa. In questa zona (solo 40 minuti a sud della città) sono sorti un paio di insediamenti che offrono al visitatore l’opportunità di prospettive inaspettate. Si possono fare passeggiate con i cammelli, escursioni in quad, e si può passare una serata romantica che va dall’aperitivo con vista alla cena raffinata in una tenda berbera, fino al dopocena intorno al fuoco. Volendo, è possibile passare la notte in una delle lussuose tende, oppure si può tornare in pick-up a Marrakech dopo cena. Per un’esperienza davvero bella e per niente scontata, uno dei migliori camp dove alloggiare è Agafay Desert Camp.
Informazioni Utili
Come arrivare: Voli diretti dai principali aeroporti italiani.
Quando andare – Clima: I periodi migliori per visitare Marrakech sono marzo-aprile e da fine settembre a metà novembre, per evitare i periodi di caldo più intenso, a patto di accettare qualche pioggia e un po’ di freddo notturno, soprattutto a marzo e novembre.
Dove dormire: “Riad Enija”, Rahba Lakdima, Derb Masfioui 9, Marrakech. Tel. +212 524 440926 riadenija.com
“Agafay Desert Camp”. Tel. +212 608 015015 www.lvdstravel.com
Dove mangiare: “Al Fassia” 55 Blvd Zerktouni, Rés. Tayeb 1°, Marrakech. Tel. +212 524434060 alfassia.com
Viaggio organizzato: “Il viaggo Travel Atelier”, Via Schiaparelli 18, Milano. Tel. +39 02 67390001 ilviaggio.biz
Documenti: Per viaggiare in Marocco è sufficiente essere in possesso del passaporto.
Lingua: arabo. Ma spesso si riesce a comunicare anche in francese, inglese o spagnolo.
Valuta: dirham marocchino. 1 euro equivale a 10,64 dirham.
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