Ozieri – archeologia, cavalli, e la sagra Su Trinta ’e Sant’Andria

Notte bianca con degustazioni, spettacoli itineranti, aperture straordinarie di musei, vetrine a tema e musica dal vivo ad Ozieri per celebrare l’Alvarega novello, un vitigno riscoperto grazie alle ricerche di archeologia enologica di un gruppo di amici del capoluogo del Logudoro.

Testo di Ornella d’Alessio. Foto di Mauro Parmesani

Sfoglia il magazine LATITUDES

Uve bianche con acini rotondi e dorati che maturando assorbono il profumo della macchia mediterranea delle colline del centro nord della Sardegna. L’Alvarega è tra i più antichi vitigni dell’isola, citato fin dal 1889, e riconosciuto autoctono nel 2018, in attesa di diventare una DOC, grazie alla perseveranza di un gruppo di amici di Ozieri, capoluogo del Logudoro (Luogo d’Oro, per i suoi estesi terreni fertili e gli importanti allevamenti di bestiame). Nel 2003 nasce l’Associazione Alvarega, sodalizio senza scopo di lucro tra proprietari terrieri ed eno-appassionati che con pazienza hanno recuperato le ultime marze di una varietà ritenuta estinta.

Photogallery

Logudoro preistorico

Badde, Cantina Columbus, Ozieri.

Una ricchezza in più per il Logudoro popolato sin dalla preistoria, come testimoniato dai ritrovamenti nelle grotte di San Michele, scoperte ed esplorate nel 1914, che hanno permesso all’archeologia di stabilire il grado di conoscenza e di civiltà raggiunto dai sardi nel periodo pre-nuragico e nuragico. Una recente scoperta di una squadra di archeobotanici ha portato alla luce semi di vite risalenti a 3000 anni fa e vasi askoidi – esposti nel locale museo archeologico – con delle tracce di acido tartarico. Il rinvenimento lascia presupporre che la coltivazione dei vitigni non sia stata introdotta nell’isola, ma che i nuragici conoscessero la vite domestica e la coltivassero anche per la produzione del vino. Da allora fino ai giorni nostri quest’eredità perpetrata dai produttori isolani ha portato la Sardegna a vincere il primo premio come miglior rosso italiano all’ultimo Vinitaly.

La sagra di Ozieri

Badde, Sa Cantina’e S’Ainu, Ozieri.

Oltre alle impareggiabili coste, l’isola conserva una tradizione enogastronomica che si esprime al meglio nelle sagre dell’entroterra. Una delle principali, quella di Ozieri dedicata al vino novello, dal 2007 si svolge in occasione di Sant’Andrea (su Trinta ‘e Sant’Andria), l’ultimo giorno di novembre. Una grande festa con degustazioni, spettacoli itineranti, aperture straordinarie di musei, vetrine a tema e musica dal vivo. L’anno scorso 11.000 visitatori hanno passeggiato tra le antiche cantine del paese aperte e addobbate per l’occasione per degustare i vini accompagnati da piatti tipici cucinati dalle sapienti mani delle mamme e delle nonne sarde: pane a fittas (tipico pane ozierese rotondo spianato ed essiccato) cotto nell’acqua come la pasta e condito con ragù di agnello, cipolla e pecorino; poi l’immancabile porcetto, il Greviera di Ozieri (altro marchio della produzione locale dal 1850), il pane carasau integrale e croccante dell’azienda Malduca, cinghiale in varie declinazioni e per finire i dolci fatti in casa. Se tutti conoscono i sospiri di Ozieri e le seadas, meritano fama le copuletas, dolci ovali di soffice pan di spagna guarniti con un leggero strato di glassa, e le tiliccas, sottili sfoglie farcite con la sapa (marmellata di vino cotto o di fichi d’India) e scorza d’arancia, il tutto innaffiato da fiumi di mirto, finocchietto e filu ferru (acquavite).

Le architetture ozieresi

Grande murales del pittore Aligi Sassu, Ozieri.

La passeggiata all’insegna del piacere tra le vie e i vicoli della città comincia con la consegna di un calice (12 euro) che consente di mangiare e bere senza alcuna limitazione. Visitando le vie della cittadina balzano agli occhi le altane degli antichi palazzi nobiliari in una sorta di stile neoclassico ozierese. Si tratta di terrazze coperte estese per tutta la facciata del palazzo con archi sostenuti e abbelliti da colonne rotonde e capitelli dorici. Se evidenti sono le tracce spagnole nella cultura sarda, i frequenti contatti commerciali degli ozieresi anche con la Francia probabilmente hanno ispirato gli architetti locali.

Ozieri città del cavallo

Cantina Charlie & gli Amici del Cavallo, Ozieri.

Ozieri è anche la città del cavallo. L’anglo-arabo sardo, pietra miliare dell’allevamento e simbolo dell’equitazione italiana, è nato dalla selezione dell’Incremento Ippico di Ozieri (oggi Agenzia Agris), autonomo dal 1886, quando iniziò a dedicarsi alla fecondazione in Sardegna. L’anglo-arabo sardo, creato e selezionato dalla cavalleria dell’esercito italiano, è frutto di incroci e inbreeding fra purosangue inglesi e arabi. Il risultato è un cavallo forte e resistente in grado di percorrere anche cento chilometri al giorno, adatto alla corsa in piano e all’endurance, che primeggia negli ostacoli e nel dressage. Fra i tanti premi internazionali vinti: l’oro in squadra e l’argento in individuale alle Olimpiadi di Mosca e la partecipazione a quelle di Los Angeles come unica presenza del cavallo italiano, oltre a molte edizioni del Palio di Siena. Il leggendario Remorex, anglo-arabo sardo dell’allevatore Massimo Columbu, ex fantino detto Veleno, ha vinto a Siena per due volte nel 2018 e nel 2019 con la sola forza delle sue gambe: in gergo si dice che il cavallo è scosso, cioè senza la guida del fantino. Durante la stagione delle corse, tra marzo e settembre, i cavalli competono all’ippodromo di Chilivani-Ozieri (visitabile su richiesta), struttura costruita dopo la prima guerra mondiale, entrata ufficialmente dal 1998 nel totalizzatore delle scommesse, e utilizzata dal 2009 per gli allenamenti con 220 cavalli stanziali.

Informazioni

Come arrivare: i traghetti collegano la penisola alla Sardegna. Con Tirrenia si può arrivare a Olbia o a Porto Torres.

Dove dormire: consigliamo: Janas Country Hotel; B&B Su Tramentu.

Dove mangiare: consigliamo: Ristorante La Torre; Ristorante Il Teatro.

Shopping: Panificio Malduca (pane integrale); Panificio Sanna (spianata tradizionale di Ozieri); L’Antico Forno (spianata tradizionale di Ozieri con il lievito madre); Caseificio Piras (Greviera di Ozieri); Cioccolata Peano; Pasticceria La Copuleta; Pasticceria Variety.

Linkutili: Sito del comune di Ozieri: www.comune.ozieri.ss.it , tel. 079.787638;

Sito dell’ippodromo Chilivani: www.ippodromochilivani.it;

Contatti Associazione Alvarega: Tel.: 3406672793; mail: ozierialvarega@tiscali.it;

Sito di Tirrenia: www.tirrenia.it;

Sito di Janas Country Hotel: www.janashotel.it; Tel. B&B Su Tramentu: 3920487720;

Sito Ristorante La Torre: www.latorreozieri.it; Tel. Ristorante Il Teatro: 3924906350;

Tel. Panificio Malduca: 3488607181; Tel. Panificio Sanna: 079787897; Tel. L’Antico Forno: 3773828392; Sito Caseificio Piras: www.formaggisardipiras.it; Sito Cioccolata Peano: www.dolcipeano.it; Tel. Pasticceria La Copuleta: 342.0279531; Tel. Pasticceria Variety: 079.787416.

Testo di Ornella d’Alessio. Foto di Mauro Parmesani|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com