Dopo Caravaggio a Prato

Il seicento napoletano dopo Caravaggio nelle collezioni di Palazzo Pretorio della fondazione De Vito a Prato.

Prato, seconda città della Toscana per numero di abitanti, è nota soprattutto per la produzione tessile praticata  fin dal VI secolo A.C. come testimoniano i reperti archeologici. Nel Medioevo  ebbe un forte sviluppo industriale dovuto a un mercante, tale Francesco Datini che contribuì a rafforzare il livello artistico e culturale ereditato dagli Etruschi e raggiunse il suo splendore nel Rinascimento.  Testimone di questa importante storia è Palazzo Pretorio, Museo della città, di oltre settecento anni.  Nei suoi ampi spazi si può ammirare una collezione di  capolavori, formatasi nel tempo grazie ad artisti quali Bernardo Daddi, Giovanni da Milano, Donatello, Filippo Lippi e Lorenzo Bartolini. La mostra Dopo Caravaggio. Il seicento napoletano nelle collezioni di Palazzo Pretorio e della  Fondazione De Vito, organizzata dal Comune di Prato in collaborazione con la Fondazione De Vito è stata  inaugurata di recente nelle due sale al pianoterra di Palazzo Pretorio.   Sono 19  opere  di cui  16 appartenenti alla Fondazione De Vito e  tre della Collezione di  Palazzo Pretorio, datate tra il 1636 e il 1703,  ispirate alla drammatica potenza di Caravaggio nella scena artistica partenopea del XVII secolo.   Uno tra i più coerenti e significativi interpreti post-caravaggeschi è Giovan Battista Caracciolo detto  Battistello, influenzato dalla presenza a Napoli dal 1616 dello spagnolo Jusepe de Ribera detto Spagnoletto,  uno dei massimi pittori  che seguì il filone del caravaggismo. Gli altri interpreti di questo mezzo secolo, che subirono l’influsso  del classicismo romano, bolognese e neo veneto,  sono Massimo Stanzione, Bernardo Cavallino, Mattia Preti e Luca Giordano.  Le loro opere lentamente si evolveranno verso un linguaggio più barocco e si può trovarne conferma in Nicola Malinconico  la cui opera chiude il percorso espositivo. Le curatrici Rita Iacopino e Nadia Bastogi hanno articolato la mostra in quattro nuclei in sequenza cronologica. Nel primo  Giovanni Battista Caracciolo 1618-1635,  con due opere sue Noli me tangere e San Giovannino e Massimo Stanzione con San Giovanni Battista nel deserto. Nel secondo, Jusepe De Ribera e il Maestro dell’Annuncio ai pastori,  del primo Sant’Antonio Abate, del  secondo Giovane che odora una rosa, Uomo in meditazione davanti allo specchio e Vecchio in meditazione con un cartiglio.  E Francesco Fracanzano con Uomo con cartiglio. Nel terzo nucleo Protagoniste femminili 1634-1652 ,  le donne  dipinte hanno differenti ruoli e personalità, sono figlie, mogli,  sante e martiri. Gli artisti sono Paolo Finoglio Matrimonio mistico di Santa Caterina, Giovanni Ricca, Martirio di Sant’Orsola, Andrea Vaccaro Sant’Agata, Bernardo Cavallino Santa Lucia, Antonio De Bellis Cristo e la Samaritana e Francesco Fracanzano Loth e le figlie. Nell’ultima sezione  Mattia Preti e la seconda metà del secolo si trovano tre dipinti di Preti : Ripudio di Agar, Scena di carità con tre fanciulli, Deposizione di Cristo dalla croce e Bozzetto con San Marco evangelista. Oltre  Il buon Samaritano di Nicola Malinconico.

 

Testo e foto Giovanna Dal Magro

Prato Museo di Palazzo Pretorio

14 dicembre 2019-13 Aprile 2020

A cura di  Rita Iacopino e Nadia Bastogi

Orario 10.30-18.30 salvo il martedì non festivo

Info:   Tel+39 057424112

Testo e foto Giovanna Dal Magro

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