Da Peschiera a Malcesine, si percorre la sponda veneta con lo specchio costante di quella lombarda. Ma qui, tra borghi rivieraschi e di mezza montagna, c’è in più lo spirito protettivo del Monte Baldo
Testo di Federico Formignani foto di Lucio Rossi

Si sente spesso dire, da chi viaggia molto, che pochi ambienti naturali possiedono la calma e riposante bellezza dei laghi. Dubito, trovandosi al cospetto dei laghi immensi del nord America o di quelli agonizzanti dei glabri panorami dell’Asia centrale, o in prossimità ancora delle selvagge sponde dei laghi africani, si possano avere identiche, romantiche impressioni. Ma è vero; i laghi europei sono un’altra cosa e tra questi eccelle il Garda, equamente diviso fra Lombardia e Veneto, con un buffo “cappello” che appartiene al Trentino, dalle cui acque partivano i viaggiatori stranieri dell’Ottocento (scrittori, poeti) che scendevano alla scoperta dell’Italia. Il Grand Tour coincideva quasi sempre con la fine degli studi e anticipava l’inizio di una vita attiva. Il viaggio in Italia era vissuto come inalienabile esperienza di cultura, come formazione del personale bagaglio di conoscenze letterarie e di vita.
Lago di Garda: amato nei secoli da scrittori, poeti, pensatori
Dovendolo percorrere lungo la sponda orientale veneta – alla scoperta dei bellissimi centri rivieraschi – ed avendo scelto di partire dal fondo del lago dove c’è Peschiera, non si può iniziare trascurando un tassello importante di una località celebre del Garda (pur se di poco in Lombardia) e del suo più antico cantore: quel Catullo che divideva la propria esistenza tra Verona, Sirmione e Roma e che così decantava il suo lago: “Sirmione, perla delle penisole e delle isole, / di tutte quante, sulla distesa di un lago trasparente o del mare / senza confini, offre il Nettuno delle acque dolci e delle salate, / con quale piacere, con quale gioia torno a rivederti”. Altri cantori, nei secoli, seguiranno; alcuni dei quali famosi come Gabriele D’Annunzio e il suo Vittoriale, o come il toscano Carducci che a Desenzano aveva scoperto il piacere di cibi saporiti e vinelli freschi e deliziosi. Ma anche la sponda veneta ha avuto i suoi cantori di fama mondiale, conquistati dalle pacate bellezze del lago e del suo entroterra.
Da Peschiera, verso Punta San Vigilio

La strada contrassegnata dal numero 249 è quella che accompagna – pressoché a filo d’acqua – lo sviluppo della costa che delimita il lago di Garda. La partenza di questo bellissimo itinerario non può dunque che avere inizio da Peschiera del Garda, la cui attrattiva maggiore è data dalla famosa Fortezza, o Rocca, un vero gioiello d’architettura militare, racchiusa da un’imponente cinta muraria a forma pentagonale, dotata di bastioni; caratteristico è il ponte pedonale che attraversa il canale esterno della fortezza. Rievocativi di avvenimenti storici risalenti a un secolo addietro, sono altri due monumenti: la Caserma dell’Artiglieria, il grande arsenale fatto costruire tra il 1854 e il 1857 da Radetzky, ora sede dell’Archivio Storico e della Biblioteca Civica e la Palazzina Storica, edificio nel quale dopo la disfatta di Caporetto nella prima Guerra Mondiale sono stati progettati i piani di difesa e contrattacco lungo il fiume Piave. Tra i famosi quattro passi da dedicare a Peschiera, non può mancare l’attraversamento del cinquecentesco Ponte dei Voltoni, dai bellissimi archi in cotto, affacciato sul Canale di Mezzo e una camminata tra le strade del centro storico, ricche di negozi e ristoranti.
Pochi chilometri e si attraversa Pacengo, una frazione del Comune di Lazise. Nella zona sono stati rinvenuti diversi oggetti risalenti al periodo della dominazione romana; questo piccolo centro abitato viene ad ogni modo nominato per la prima volta in una pergamena del 1004 con il nome di Pacingus, termine di probabile discendenza longobarda o germanica. A Pacengo c’è il frequentato Caneva Aquapark.
L’itinerario lungo il lago incontra ora Lazise, una delle località lacuali più frequentate dai turisti italiani e stranieri. Come Peschiera, anche Lazise è caratterizzata da un Castello Scaligero – un tempo dotato di tre porte d’ingresso, munite di saracinesche e ponti levatoi – e da una cinta muraria che racchiude il centro storico. Tra gli edifici religiosi, la Chiesa di San Nicolò in stile romanico che è vicina al Porto Vecchio e risale con tutta probabilità al XII secolo, pur se risulta citata in un documento del 1320. Altra chiesa importante, quella dei Santi Zenone e Martino, nata dall’edificio originario di San Zeno di cui si ha notizia a partire dal 1295. Due chiese ancora (dei Santi Fermo e Rustico e quella dei Santi Faustino e Giovita) hanno avuto origine nel XII secolo e sono state restaurate in epoche successive. L’edificio della Dogana, prossimo al Porto Vecchio, è oggi utilizzato come centro congressi ed è testimonianza dei mutamenti che nel tempo il porto ha subito rispetto all’epoca degli Scaligeri e della Serenissima; il porto attuale risponde, naturalmente, alle esigenze turistiche del lago. Tra le numerose ville di Lazise spiccano La Pergolana, villa Bernini e villa Bottona. Nella frazione di Colà c’è una fonte termale e, a breve distanza, il famoso Parco Gardaland. Già compresa nel comune di Bardolino si incontra la frazione di Cisano, circondata da una campagna ricca di vitigni, cantine e uliveti; la zona dispone di numerosi percorsi ciclabili ed ha un Museo dell’Olio, qui considerato il migliore d’Italia!
Arrivo a Bardolino, la città del vino

Ed ecco Bardolino, città che ha attraversato le varie fasi storiche comuni a tutti i centri della zona: periodo romano, invasioni barbariche, età degli Scaligeri e di Venezia, Risorgimento e Grande Guerra. La curiosità urbana di Bardolino – con riferimento al centro storico – è data dalle case che sono state edificate a lisca di pesce, con le vie costruite perpendicolarmente al litorale, per agevolare il trasporto delle barche al sicuro davanti l’abitazione. Oggi queste case ospitano il tessuto commerciale e turistico vivo della cittadina: negozi di souvenir, bar, ristoranti, botteghe. Come molti altri centri rivieraschi, anche Bardolino ha avuto un Castello sin dalla fine del IX secolo, che in seguito ha subito numerose trasformazioni a seconda delle epoche attraversate e delle esigenze degli abitanti. Una mappa del 1439, conservata all’Archivio di Stato di Venezia, mostra una cinta muraria quadrata, quattro torri e due porte: porta Verona verso sud e porta San Giovanni verso il lago. Molto belle e visitate sono due chiese di Bardolino: la chiesa di San Zeno, fra i più importanti monumenti storici d’epoca Carolingia e la chiesa di San Severo, edificata nel XII secolo in puro stile romanico su un nucleo originario precedente, risalente addirittura all’anno 893. Bardolino, con la bella stagione, è località di sport acquatici: vela, canottaggio, windsurf e naturalmente bagni nel lago.
Un risvolto importante della permanenza a Bardolino riguarda la cucina locale: pesce di lago, frutti e verdure dei colli circostanti, un ottimo olio d’oliva e un vino locale famoso che ha il nome della città.

La strada continua e piega ad arco verso ovest, dato che il lago si restringe ed è in questo punto che sorge un’altra famosa località; quella che ha dato il nome all’intero bacino lacustre: Garda. A sua volta, il nome Garda deriva dal termine longobardo “ward” (guardia) con riferimento ad una torre d’osservazione che dominava la zona. Il centro storico di Garda è un insieme di piccole case variamente dipinte e di vicoli stretti che le collegano; un po’ come nelle altre località vicine. Il paese ospita inoltre bei palazzi e numerose ville, quali il Palazzo dei Capitani, Villa Alberini, Villa Canossa e l’Eremo di San Giorgio sulla Rocca. Il piccolo porto e le splendide passeggiate a lago sono animate da numerosi locali nei quali i visitatori gustano i due aperitivi più noti: il Veneziano e l’Hugo: due “spritz” di prosecco allungato con acqua gassata o selz e sciroppo di fiori di sambuco.
Superata Garda, si arriva in uno dei punti “magici” del lago: San Vigilio, non a torto considerato la Portofino del lago di Garda. La bellissima penisola è proprietà dei Conti Guarienti di Brenzone; la località, oltre a villa Guarienti, ha una piccola chiesa, un porticciolo, un parco. San Vigilio ha avuto ospiti illustri nel tempo (regnanti, uomini politici, attori ecc.) che sicuramente avranno frequentato la spiaggetta della Baia delle Sirene e avranno fatto rilassanti gite sul lago. Poco al largo di San Vigilio, c’è la “secca del Vò”, con i fondali visibili a pochi metri dalla superficie delle acque.
Direzione nord, tra montagna e lago

Superata punta San Vigilio, il primo centro che si incontra è Torri del Benàco (la pronuncia cade sulla “a” della seconda sillaba). L’antico borgo di Torri del Benàco è racchiuso tra le mura e le torri medievali, molto ben conservate. Sul piccolo porto d’epoca romana si affacciano il Castello Scaligero, fatto costruire da Antonio della Scala e il Palazzo del Consiglio della Gardesana; ora il Castello ospita un interessante museo etnografico che racchiude anche una “Sala della Pesca”, dedicata alla pesca di lago, alle antiche reti impiegate e una “gondola piana”, imbarcazione usata dai pescatori. Interessante è la frazione di Albisano, che si trova a circa 300 metri d’altezza sopra Torri del Benàco. Panorama splendido a parte, la zona accoglie ulivi e vigneti. Fra i monumenti del borgo gardesano troviamo la chiesa di San Marco (VII secolo) e quella di San Gregorio (XII secolo); bella è anche la Torre dell’Orologio risalente al XIV secolo. La zona di Torri del Benàco ospita infine numerosi graffiti rupestri che risalgono all’età del Bronzo. A Torri non mancano, ovviamente, i turisti moderni, ma la cittadina va anche orgogliosa d’aver ospitato, tra luglio e settembre del 1948, il premio Nobel per la Letteratura André Gide, che alla fine delle vacanze, ha così ringraziato la cittadinanza: “dal meraviglioso ricordo che ne serbo, trarrò la forza per sopportare il lungo cammino dell’inverno”. Lo scrittore aveva fatto numerose amicizie in paese durante le sue passeggiate. Da Torri del Benàco parte un traghetto che collega la sponda veneta con quella lombarda. Proseguendo lungo la litoranea numero 249, si arriva a Castelletto di Brenzone, paesino che si estende lungo il lago e verso i primi contrafforti della montagna. Nella parte superiore del paese vi sono antiche case a due o tre piani con corti private e antiche volte di collegamento; le case sono state costruite lungo stradine medievali acciottolate. Da qui partono molti itinerari per raggiungere le alte quote del monte Baldo.

Dopo Castelletto, ecco Brenzone, paese un tempo caratterizzato da quattro castelli: Castelbrenzone, Campo, Rocca di Biasa e Trimelone. Di questi castelli restano poche tracce nelle piccole strade selciate e nei muri di pietra costruiti a ridosso dei resti. In caso di pericolo, gli abitanti trovavano rifugio in questi edifici. Lungo le acque del lago e sulle pendici del Baldo si sviluppa l’attuale Brenzone: una ventina di piccoli villaggi a misura d’uomo. Sommavilla, come dice nome, è la frazione più elevata: punto di partenza per escursioni a contatto con la natura della montagna. Nella zona ci sono chiese ricche di storia e di arte: specie quella di “San Zen de l’oselet”, la più antica di tutte. Da San Zeno partono poi cabinovia e seggiovia verso i quasi duemila metri di Prada Costa Bella. Tornando a Brenzone, sul lago, si possono frequentare diverse spiagge; quella di Assenza fronteggia la piccola isola di Trimelone, che ospita una vecchia polveriera abbandonata.

Poco prima di Malcesine si attraversa Cassone, piccolo borgo dai panorami incantevoli. Cassone si picca di avere il fiume più corto d’Italia: il fiume Aril, lungo appena 175 metri! La bellezza del luogo ha a suo tempo attratto il famoso pittore Gustav Klimt (1862–1918) che qui ha dipinto il quadro “Kirche in Cassone am Gardasee” (Chiesa a Cassone sul Garda).
Il lago è ora decisamente più stretto e si insinua, col suo profondo blu, tra il Monte Baldo e la riviera lombarda. Superate Brenzone e Cassone, si arriva a Malcesine. Il Castello Scaligero, con la sua alta torre, domina il paese sopra uno sperone roccioso e da qui si gode un panorama davvero spettacolare. Come quasi tutti i centri storici delle località della riviera del Garda veneto, anche Malcesine è un alternarsi di scorci sulle antiche case, sui vicoli e sulla natura del Baldo che circonda il paese. Numerose le attività commerciali attive nelle case del nucleo storico. Camminando verso il lago, meritano una visita il porto nuovo e quello vecchio, oltre il Palazzo dei Capitani. Prossima al centro del paese c’è la Funivia Malcesine-Monte Baldo dotata di cabina rotante; il luogo d’arrivo è Spino, a 1780 metri di quota.

Ospite “improvvisato” di Malcesine – il battello partito da Riva del Garda aveva fatto scalo a Malcesine per il brutto tempo – nel settembre del 1787 nel corso del suo Grand Tour, è stato Goethe che così descrive la scoperta del luogo: “Quanto vorrei che i miei amici fossero per un attimo accanto a me e potessero godere della vista che mi sta dinnanzi! Stasera avrei potuto raggiungere Verona, ma mi sarei lasciato sfuggire una meraviglia della natura, uno spettacolo incantevole, il lago di Garda: non ho voluto perderlo, e sono stato magnificamente ricompensato di tale diversione”. Tornando alla Malcesine dei nostri giorni, vale la pena citare la Fraglia Vela Malcesine che ogni anno organizza regate nazionali, internazionali, campionati europei e mondiali.
Sempre nel comune di Malcesine ma oramai prossima al confine con la provincia di Trento è l’ultima località veneta di Navene, caratterizzata dalla splendida lecceta della Val Bova che ospita un percorso di circa quattro chilometri su trecento metri di dislivello; da praticare a piedi (facile e distensivo e quindi adatto a tutti) oppure in bicicletta. Questa sponda del lago veneto è stata visitata nel tempo da ospiti famosi che avevano fatto base a Riva del Garda: Thomas Mann nel 1902 e Franz Kafka nel 1913.
Monte Baldo e lago: un matrimonio indissolubile

Lo splendido massiccio del Monte Baldo si estende per circa 35 chilometri di lunghezza e 14 di larghezza; a delimitarlo sono a ovest il lago di Garda e a est la Valdadige. La vetta più elevata è Cima Valdritta, che tocca i 2218 metri. La parte della montagna che scende più ripida è quella che si getta nel Garda: rocce vive e boschi, alternati a piccole valli e pianori; molto più dolce è al contrario la discesa verso il fiume Adige. Il Monte Baldo è a ragione definito il Giardino Botanico d’Europa per la flora straordinariamente ricca che possiede. Salendo da bordo lago, la vegetazione sub-mediterranea – con viti, ulivi, cipressi, oleandri e lecci – lascia il posto a boschi di castagni, roverella e frassino; sopra i mille metri, poi, a faggete e pinete e alle quota più alte non è rara la fioritura delle stelle alpine. La fauna del Monte Baldo si compone di gufi, civette, aquile reali, beccaccini, galli cedroni e forcelli, poiane, falchi, sparvieri, nibbi, picchi. Tra i diversi centri rivieraschi percorsi e descritti, quello che vanta gli itinerari più interessanti sotto l’aspetto botanico e paesaggistico è senza dubbio quello della zona di Malcesine. L’area montana del Baldo consente la pratica di molti sport estivi e invernali: wind e kite surf, free-climbing, mountain-bike, equitazione, torrentismo (fiume Orsa), parapendio e deltaplano. Le acque del Lago di Garda e la frescura rigeneratrice dei pianori del Monte Baldo caratterizzano la bellezza e l’attrattiva turistica della costa Gardesana Veneta. Un territorio che da molti, moltissimi anni è la meta ideale per gite, escursioni e vacanze prolungate; in ogni stagione dell’anno.
Testo di Federico Formignani foto di Lucio Rossi |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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