Koyasan, Giappone mistico

Neanche il lento ed inesorabile trascorrere del tempo riesce ad erodere la spiritualità che si respira a Koyasan, il sito più mistico e sacro del Giappone.

Testo e foto di Giancarlo Majocchi

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Situato sul Monte Koya, nella penisola di Kii, Koyasan è il sito più mistico e sacro del Giappone. Un luogo dove spiritualità e natura confluiscono in un unico magico flusso armonioso che esalta le austere e suggestive atmosfere che caratterizzano il territorio. La nascita di Koyasan affonda le radici nella storia religiosa del Giappone.

Nell’ 816 d.C. un monaco buddista di nome Kukai, dopo anni di studio in Cina, rientrò in Giappone e decise di fondare, su un plateau a 900 metri di altezza, il complesso monastico del Koyasan. Il suo obiettivo era quello di dar vita ad un centro di studio e di pratica del buddismo esoterico Shingon.

Il luogo non fu scelto a caso: grazie alla sua posizione, infatti, il sito era perfetto per trascorrere una vita ascetica e di contemplazione, lontano dalle tentazioni che caratterizzavano anche quell’epoca.

Con il passare dei secoli questo importante centro della fede si è ingrandito sempre più tanto che oggi  è composto da un tempio principale, il Kongobuji, e da un complesso che conta più di 100 santuari.

In considerazione dell’importanza religiosa e del  suo fascino ascetico, Koyasan è entrato a far parte del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco con il titolo di “luogo sacro e percorso di pellegrinaggio nei monti Kii.

Nonostante la sua importanza religiosa e storica, Koyasan non è una grande località. Il percorso di visita, infatti, si snoda per circa solo due chilometri. Arrivare qui è piuttosto semplice. Dalla frenetica Osaka, in 2 ore di treno, si raggiunge la stazione di Gokura Kubashi.

Da qui con la funicolare prima e con un bus poi si arriverà al sito monastico che appare immerso in una realtà sospesa fra le nuvole, circondato da fitte foreste di maestosi cedri e vette che innalzano imponenti verso il cielo.

Per entrare nel sito si attraversa la porta Daimon, una struttura di colore rosso alta oltre 25 metri presidiata dalle statue di due guardiani minacciosi chiamati Niosama.

La profonda spiritualità di Danjo Garan

La prima area sacra costruita è il Danjo Garan. Il nome Garan deriva dal sanscrito sanghārāma che significa un luogo tranquillo e appartato. Parola perfetta per un sito che ispira spiritualità ad ogni passo.

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Koyasan,. Il ponticello rosso sulle rive del Lotus Pond ©Giancarlo Majocchi

Il culmine della “tranquillità” si percepisce sulle rive dello Lotus Pond con il suo ponticello rosso che conduce ad un piccolo altare che custodisce un’immagine del Dragon King Zennyo e le ceneri del Buddha. In quest’area tutti gli edifici originali sono stati distrutti dal fuoco: quelle che si possono ammirare oggi sono strutture ricostruite rispettando in tutto e per tutto lo stile originario.

L’area sacra è composta da una ventina di templi tra i quali spicca, per il suo colore rosso acceso, Konpon Daito: alta ben 50 metri, è la principale pagoda eretta come centro di iniziazione delle pratiche del Buddismo Shingon.

Al suo interno è custodita la grande statua del Cosmic Buddha con ai lati 4 statue di Buddha del mandala (rappresentazione iconografica o visiva degli insegnamenti del buddismo Shingon) Kongokai e 16 colonne istoriate.

Molte delle divinità del buddismo Shingon sono custodite nel Danjo Garan: non è un caso che qui ancora oggi i monaci conducano rituali e conferenze tradizionali e si impegnino in dibattiti dottrinali.

L’imponenza di Kongobuji

Altro luogo di immensa suggestione è il Kongobuji, il santuario principale di Koyasan. Il tempio, costruito la prima volta nel 1593, nel corso dei secoli è stato più volte distrutto: nonostante tutte le avversità ancora oggi rappresenta il luogo più importante del buddhismo a cui fanno capo migliaia di templi da varie parti del Giappone.

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I viali innevati del Danjo Garan Complex, Koyasan ©Giancarlo Majocchi

Gli edifici che compongono il tempio Kongobuji contengono bellissimi dipinti che decorano le porte scorrevoli, realizzati da Kano Tanyu e da altri artisti della scuola Kano. Il cammino prosegue con una visita al Banryu Tei, l’incantevole giardino roccioso  che con i suoi 2000 mq è il più grande del Giappone.

L’area rappresenta un insieme di nuvole bianche da dove emergono due dragoni, rappresentati da 140 blocchi di granito scuro, che spuntano dal terreno a protezione del tempio. Ultima imperdibile tappa è l’Okutono, la sala delle funzioni: dinnanzi alla sua imponenza si resta senza parole.

Okunoin Gobyo, tra misticismo e leggenda

Alla fine del percorso è situato il vasto ed affascinante cimitero Okunoin Gobyo dove si trovano migliaia di lapidi, monumenti funerari e statue dei numi tutelari. Tra i mausolei di personaggi importanti spicca la tomba di Kukai, che molti fedeli credono ancora vivo.

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Koyosan, il bianco si fonde col verde del muschio che ricopre le tombe nel Okunoin cemetery ©Giancarlo Majocchi

La leggenda, infatti, vuole che qui non vi siano morti ma solo anime in attesa di risvegliarsi all’arrivo del futuro Buddha. Se si ha la fortuna di visitare il luogo con la neve, la visione appare suggestiva ed ammaliante: il bianco si fonde col verde del muschio che ricopre le tombe e col rosso dei bavaglini che le madri mettono alle statue del Buddha per cercare protezione per le anime dei bambini. Incanto allo stato puro.

Percorrendo un sentiero lastricato in pietra si arriva al santuario che ospita il mausoleo di Kobodaishi, nome col quale viene ricordato Kukai. Attenzione, però. Entrare nel luogo sacro è proibito per non disturbare la sua anima: pellegrini e fedeli omaggiano Kukai all’esterno dell’edificio.

Di fronte al mausoleo sorge la “sala delle lanterne”, conosciuta con il nome di Torodo: dal soffitto di questa struttura pendono migliaia di lanterne donate dai fedeli nel corso dei secoli che bruciano senza sosta giorno e notte. 

Esperienza unica a Jimyoin

A Koyasan le tradizioni restano immutate. Eppure in questo luogo non si disdegna di volgere lo sguardo alla modernità. Diversi templi buddhisti offrono, infatti, ospitalità ai visitatori. L’esperienza è unica: viene data la possibilità di vivere di persona il ricco patrimonio culturale buddhista e di gustare la tipica cucina vegetariana dei monaci.

Uno di questi è il Jimyoin, nelle cui celle monastiche ammantate dal più totale silenzio, i monaci offrono ospitalità ai visitatori. Tanti piccoli vassoi dotati di quattro piccoli appoggi a terra vengono portati nelle singole camere per essere usati come tavolini su cui vengono poste tantissime ciotoline.

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©Giancarlo Majocchi

Le decorazioni con fiori, semi e foglie, sono particolari e piacevolmente armoniche. A gambe incrociate, seduti a terra, l’ospite si appresta a vivere una esperienza che travalica il semplice desiderio materiale di allietare il palato con il cibo. Gli alimenti, cucinati nel massimo rispetto della natura, permettono di purificare il corpo ed innalzare la mente.

La giornata inizia presto. All’alba il canto dei sutra, collezioni dei sermoni di Buddha che i monaci recitano o cantano, rompe il mistico silenzio. Chi desidera immergersi nell’atmosfera mistica può assistere personalmente ai sutra nella sala principale del tempio: la stanza è illuminata solo da alcune lanterne accese ma dalla luce fioca. Il fumo dell’incenso avvolge i monaci seduti ai lati dell’altare mentre il rintocco della campana li accompagna nel canto. Suggestioni fortissime. Anche chi non crede difficilmente resterà impassibile.

Infoutili

Informazioni: sul sito dell’Ente del Turismo del Giappone

Come arrivare: Aereo per Osaka e Treno per Okayama (circa 1 h).

Quando andare – Clima: Primavera e Autunno sono le stagioni migliori. Gli inverni sono freddi e spesso nevosi, le estati caldissime e piovose.

Dove dormire: Jimyoin struttura gestita da monaci buddisti; 455 Koyasan, Koya, Ito District, Wakayama 648-0211, Giappone.
+81 736-56-2222 – Email: jimyoin@mbn.nifty.com – www.koyasan-jimyoin.com

Fuso orario: +8 ore rispetto all’Italia, diventano +7 quando in Italia vige l’ora legale.

Documenti: Passaporto in corso di validità per tutta la durata del viaggio. Verrà anche apposto un visto all’ingresso nel paese con le informazioni che verranno scritte dagli ospiti in un apposito modulo consegnato dal personale di bordo durante il volo aereo. Il visto dura 3 mesi dalla data di ingresso.

Vaccini: Nessun vaccino è obbligatorio.

Lingua: Giapponese. L’inglese è ancora parlato da un numero limitato di persone

Valuta: Yen (1 Euro = 125 Yen circa)

Elettricità: presa con due piedini rettangolari (come nella foto sopra), più di rado quella con tre piedini

Telefono: +81

Abbigliamento: Pesante in inverno, a strati in primavera ed autunno, leggero con impermeabile e ombrello d’estate

Testo e foto di Giancarlo Majocchi|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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