Pedalare senza pensieri lungo le ciclabili dell’Oglio e riscoprire i tesori storici e gastronomici che si nascondono lungo le sue rive. Grazie al progetto “Bike friendly” del Consorzio InCremona
Cremona è una città dalla storia millenaria. Fondata nel 218 a.C. festeggia quest’anno il 2240° anniversario della sua nascita, una data che diventa occasione per mettere al centro dell’attenzione tutta la sua storia, la sua cultura e le sue importanti tradizioni.
Cremona: una città nel cuore della Pianura Padana
Oggi ha 80 mila abitanti ed è placidamente adagiata nel cuore della Pianura Padana “nei pressi del fiume sonnolento, circondata da campi in fiore”. Il fiume di cui si parla è il Po che scorre immerso nel verde di una piana che offre in questa veste il suo aspetto più suggestivo.
In provincia di Cremona scorre anche l’Oglio, importante affluente del Po, che bagna un ampio territorio ricompreso nel Parco dell’Oglio Sud, con tanti percorsi ciclabili che consentono di scoprire ed assaporare, in maniera slow ed in sintonia con la natura, il territorio cremonese con i suoi borghi, i corsi d’acqua, i castelli, le chiese e l’interessante gastronomia.
Bike friendly: un progetto per riscoprire l’Oglio in lentezza con percorsi inediti. Foto:Beega Cycling Tour
“Bike friendly”: alla scoperta dell’Oglio in lentezza
InCremona – un consorzio specializzato nell’incoming individuale e di gruppo, di cui fanno tra l’altro parte l’agenzia Viaggi Nobile ed il gruppo di guide CrArT (Cremona Arte e Turismo) – ha preparato vari pacchetti turistici incentrati su percorsi ed aspetti inediti della storia e della cultura di Cremona per far vivere al viaggiatore esperienze uniche, che solo questa terra può offrire.
Molte di tali proposte prevedono l’uso della bici e sono dedicate ad appassionati e neofiti desiderosi di un turismo introspettivo, culturale e legato alle tradizioni enogastronomiche. Si parte da Cremona e poi si va alla scoperta del territorio in modo slow e sensoriale.
Uno di questi percorsi parte da Ostiano sulla riva sinistra dell’Oglio ed arriva ad Isola Dovarese; poi seguendo l’asta del fiume giunge a Canneto sull’Oglio. I più allenati possono spingersi fino a Piadena Drizzona. L’intero tragitto è un grande museo a cielo aperto, quello delle Valli dei fiumi Oglio e Chiese, che rinfranca la mente e lo spirito.
Lungo il percorso una sosta veloce all’azienda agricola Jenny Green, inserita nel Parco Oglio Sud e particolarmente rinomata per la coltivazione di lavanda di tre tipologie per la distillazione di oli essenziali ed idrolati.
Museo archeologico Platina di Piadena (Cr)
Ultima tappa l’interessante Museo Archeologico Platina che espone una ricca collezione di reperti che coprono un periodo compreso tra Paleolitico Superiore ed Alto Medioevo.
Alcuni prodotti tipici della cucina cremonese
Cucina cremonese: un tripudio di sapori e colori
La cucina cremonese è una festa di colori e sapori particolarmente adatti alle prime nebbie autunnali ed ai freddi invernali. Però non mancano piatti che si adattano alle torride giornate estive.
I menu ricchi e gustosi hanno come capisaldi alcuni prodotti irrinunciabili quali i caldi bolliti da accompagnare con diverse salsine a base di verdure ed accese mostarde rigorosamente a frutta intera, gli insaccati (tra cui il salame Igp dall’impasto morbido leggermente insaporito con aglio, il cotechino cremonese con vaniglia, il salame da pentola e la salsiccia) con l’accompagnamento di sottoli, ed i formaggi Dop quali il Grana Padano, il Provolone Valpadana, il Panerone di Pandino e il Salva Cremasco.
Un posto di riguardo spetta ai “Marubini”, la tradizionale pasta ripiena dei cremonesi. Il ripieno è un tripudio di carni, formaggio e spezie. Il brodo di cottura si ottiene mettendo a bollire nella stessa pentola cappone o gallina, manzo e carne di maiale con l’aggiunta di diverse verdure. Altro piatto sorprendente il tortello cremasco il cui ripieno è un mix equilibrato di dolce e salato con una nota speziata che stuzzica la gola: un unicum nel panorama gastronomico italiano.
Come dessert l’immancabile torrone, semplice o rivisitato in gelato, spumone o sorbetto, l’ideale per finire in dolcezza ogni intermezzo gustoso.
Al centro la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, alla dx il Battistero e sulla sx il Torrazzo con il grande orologio astronomico
Turoòn, Turàs, Tugnàs: le 3 “T” di Cremona
Cremona è anche la città delle “Tre T”: Turoòn, Turàs, Tugnàs. Quest’ultima “T” rende omaggio al grande attore cremonese Ugo Tognazzi protagonista, negli anni 60 e 70 del secolo scorso, della commedia all’italiana assieme a Manfredi, Gassman e Sordi.
Il “Turàs” è il “Torrazzo” la torre campanaria in mattoni alta 112 metri che domina la Cattedrale e svetta maestosa sulla Piazza del Comune. Dalla sua cima, che si raggiunge da una scalinata interna con 502 scalini, il panorama lascia senza fiato: la vista stupenda sulla città, che si presenta con la tipica struttura a raggiera di impronta medievale, sui dintorni e sul fiume, vale decisamente la salita.
A fine 2018 è stato inaugurato il Museo Verticale del Torrazzo che permette ai visitatori di ammirare tutti gli ambienti interni della grande torre, in un affascinante percorso legato alla misurazione del tempo.
La prima delle “T” si riferisce al Turoòn, cioè il Torrone. Un tipico dolce cremonese, servito per la prima volta nel 1441 durante il banchetto nuziale di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza: per l’occasione i pasticcieri prepararono una miscela di albume, miele e mandorle dandole la forma del Torrazzo.
Festa del torrone 2022 in calendario dal 12 al 20 novembre. Foto: archivio Festa del Torrone
Per ricordarlo si svolge annualmente la Festa del Torrone, seguita da migliaia di appassionati. La prossima, in calendario dal 12 al 20 novembre 2022, porterà per le vie del centro storico di Cremona tante novità ed altrettante conferme tra cui la Rievocazione Storica del Matrimonio tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, il Torrone d’Oro e l’atteso spettacolo finale che da sempre accompagnano la kermesse.
Liutaio al lavoro. Foto: Archivio Cremona Turismo
Cremona è la capitale della liuteria
È una piccola ma importante capitale della musica, con il Museo del Violino, il Teatro Ponchielli, le botteghe di maestri liutai con il loro sapere antico che dal 2012 è stato inserito dall’Unesco nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità. La liuteria ne costituisce l’elemento più caratteristico in quanto depositaria di una tecnica di costruzione dei violini che ha fatto scuola a livello mondiale.
Se si percorrono i vicoli della città antica, avvolti dalla lieve foschia autunnale tipicamente cremonese che rende tutto un po’ sfocato, sembra quasi di vedere il maestro Antonio Stradivari perso nei suoi pensieri che cammina verso la sua bottega. Uno sguardo veloce dedicato al Torrazzo ed al battistero e poi via di corsa con sottobraccio l’immancabile cartella ricolma degli schizzi dei suoi tanti disegni ed in testa una infinità di pensieri tra cui quello ricorrente dei legni utilizzare per ottenere strumenti musicali perfetti.
La storia della città è anche intimamente legata con quella della Scuola internazionale di Liuteria e delle 168 botteghe dei liutai disseminate per la città, un unicum nel panorama mondiale.
Le botteghe sono i luoghi dove nel ‘500 prese vita il violino e dove ancora oggi si ammira e si pratica quest’arte antica, passata di generazione in generazione, nel pieno rispetto delle tecniche costruttive del sommo Stradivari, degli Amati e dei Guarneri che sopravvivono negli odierni liutai cremonesi.
Philippe Devanneaux nella sua bottega di via Sicardo 12 a Cremona
Philippe Devanneaux: l’arte del liutaio
Maestri artigiani come Philippe Devanneaux che costruiscono e restaurano i violini, opere uniche con quattro corde in grado di proporre una musica sublime, chiara e brillante, che ha sedotto i compositori di ogni epoca.
La visita alla sua bottega, in via Sicardo 12, in pieno centro storico, si trasforma da subito in un viaggio, condito di aneddoti e racconti avvincenti, che permettono di “toccare con mano” l’arte del liutaio – custode di un mestiere unico, fatto di esperienza, di paziente lavoro e di amore per l’arte della musica e della liuteria – e conoscere le varie tappe della costruzione di un violino che comporta due mesi circa di lavoro.
Dalla scelta del legno, alla realizzazione del disegno e della forma interna; dalla costruzione vera e propria dello strumento, sino al collaudo finale passando per il montaggio dell’anima e del ponticello e della verniciatura realizzata con profumate resine naturali. Una sorpresa anche la costruzione dell’indispensabile archetto, costituito da una bacchetta di legno curvata a caldo. Alle estremità viene fissato un fascio di crini di coda di cavallo tenuto teso dall’elasticità del legno e da un meccanismo a vite. Le finiture nel punto di impugnatura sono spesso realizzate in argento e oro ed anche in ebano ed avorio.
Il Museo del Violino custodisce cinque secoli di storia della liuteria, da Stradivari ad oggi. Foto: Archivio Museo del violino
Prima di lasciare Cremona non può mancare una visita al Museo del Violino, unico al mondo nel suo genere. Nella Sala n. 5, lo scrigno dei tesori, sono esposti alcuni degli strumenti storici della liuteria cremonese, tra cui il celebre violino Il Cremonese di Stradivari, da ascoltare nell’Auditorium Arvedi progettato dal genio dell’acustica Yasuhisa Toyota.
In bici da un borgo all’altro. Foto Archivio Beega Cycling Tour
Pedalare da un borgo all’altro alla scoperta del territorio
Lasciata Cremona si può fare tappa ad Ostiano un piccolo borgo di confine che ha avuto, nel corso dei secoli, grande importanza sul piano militare. Infatti la sua posizione strategica consentiva il controllo di uno dei passaggi dell’Oglio che ha fatto da confine, per lungo tempo, tra territori di signorie diverse.
Oggi nel centro storico si trova l’unica ala superstite del Castello Gonzaga, riedificato nel 1511 per ordine di Ludovico Gonzaga.
Dell’antico edificio fortificato rimangono una delle quattro torri cilindriche laterali, un tratto di mura ed il mastio, da cui si accede alla corte del castello. Qui si trova anche il palazzo del governatore poi trasformato in sinagoga dalla comunità ebraica per lungo tempo molto attiva sul territorio ostianese.
La tappa successiva è Isola Dovarese con la bella piazza gonzaghesca in cui si fondono arte cremonese e mantovana. Poi via con i piedi ancora sui pedali, immersi in una natura a tratti selvaggia, con il vento che soffia sulla pelle e la vista gratificate da panorami e gemme naturalistiche che appaiono quasi all’improvviso dietro ogni curva.
Una delle sale dell’Ecomuseo di Canneto sull’Oglio
Canneto sull’Oglio e l’Ecomuseo
Dopo un paio d’ore di pedalate in relax si arriva a Canneto sull’Oglio per visitare l’Ecomuseo Valli Oglio Chiese posto nel Museo Civico, un grande edificio che domina piazza Gramsci.
È l’unico museo scientifico del Parco Oglio Sud e del mantovano. Le sue sezioni spaziano dalle origini del territorio, ai primi insediamenti lungo le loro sponde, gli animali, le erbe commestibili e la storia dei fiumi Oglio e Chiese, che proprio a Canneto incrociano i loro corsi.
Una delle sale della Collezione del giocattolo Giulio Superti Furga che si trova nel Museo Civico di Canneto sull’Oglio
Il Museo Civico ospita anche l’imponente Collezione del giocattolo Giulio Superti Furga con oltre 5.000 pezzi tra documenti, attrezzature e naturalmente giocattoli, soprattutto bambole per buona parte realizzate alla “Furga”, azienda attiva a Canneto fino al 1993.
Dove pernottare, dove degustare
Dove degustare: a Cremona si può provare l’Osteria La Sosta, in via Sicardo 9. Gestita da Claudio Nevi, con la moglie Maria Laura ed il figlio Alessio, propone una cucina del territorio principalmente a base di carne con qualche escursione nel mondo del pesce.
Osteria La Sosta: Claudio Nevi con la moglie Maria Laura
Ad Isola Dovarese merita una sosta il ristorante dell’Hotel Palazzo Quaranta dove lo chef patron Maurizio Malaggi delizia gli ospiti con piatti tipici della memoria gastronomica cremonese.
Maurizio Malaggi (a dx, chef patron dell’Hotel Ristorante Palazzo Quaranta), la moglie Maria Lazzari e Giuliano e Lorenzo Bertoletti
Per finire, una tappa golosa alla Trattoria dell’Alba a Piadena un “locale storico” attivo dal 1850 e da sempre di proprietà della famiglia Corbari. Oggi è gestito da Omar ed Ubaldo Bertoletti, la sesta generazione, il primo in sala ed il secondo ai fornelli.
Trattoria Dell’Alba: Omar ed Ubaldo Bertoletti con il team di sala e di cucina
I due amano ripetere che sono “figli d’arte ma non di scuola”. Infatti i piatti proposti profumano di conoscenza e tradizione e sono a volte rivisitati per renderli più leggeri e digeribili.
Assolutamente da provare, tra i primi, il “Sorbir di marubini” e i “Tortelli di mortadella e noci con granella di pistacchio”. Come secondo “Costine di maialino da latte al forno con cotica tenera sfumata al brandy” e per finire “Semifreddo al torrone con salsa di caramello”.
Dove pernottare: a Isola Dovarese si consiglia l’Hotel Palazzo Quaranta una dimora storica che riserva impressioni uniche per gli arredi, gli ambienti del passato e le moderne comodità che rendono rilassante ogni soggiorno.
Infine a Castelfranco d’Oglio c’è l’Agriturismo Airone, una piccola oasi con 13 camere ed una suite immersa nel verde della campagna che si affaccia sull’Oglio.
Ulteriori info: www.incremona.it; www.crart.it e www.beega.it.
Testo di Tiziano Argazzi. Riproduzione riservata ©Latitudeslife.com
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