Francia da vedere | Bordeaux e il museo del vino

Capoluogo del dipartimento della Gironda e della regione dell’Aquitania, Bordeaux affaccia sull’Oceano Atlantico ed è una zona di Francia da vedere per scoprire i suoi famosi vini e il museo ad essi dedicato.

A lungo considerata un luogo provinciale, ormai rivaleggia con Parigi in campo economico, culturale e scentifico e, secondo alcuni, dal punto di vista della qualità della vita e della gastronomia. Dal 2007 il centro storico di Bordeaux è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Quello di Bordeaux è il più antico porto commerciale di Francia dopo Marsiglia. Il commercio del vino iniziò a fiorire in epoca romana, ma è sotto la dominazione inglese che si ebbe il vero sviluppo, quando i commercianti riuscirono ad accumulare ingenti fortune grazie al monopolio sulla vendita di vino in Inghilterra. Dopo la scoperta dell’America il suo sviluppo incrementò ulteriormente per merito anche della sua strategica posizione geografica.

Il museo del vino, situato nel quartiere degli Chartrons, è dedicato per tradizione al commercio del vino fin dal Medioevo e occupa il pianterreno e le cantine del numero 41 di Rue Borie. L’edificio fu costruito negli anni Venti del XVIII secolo, per l’irlandese Francis Burke, che vi istalló negozio e residenza. Le cantine presentano soffitti a volta che ricordano lo straordinario lavoro dei maestri bottai e raccontano la storia del commercio del vino, attraverso le collezioni che evocano i lunghi viaggi oltremare. La Gironda, con oltre 115 mila ettari di vigneti che si estendono scenografici tra i castelli, è l’area di produzione vinicola DOC più vasta del mondo. Tra i vini più conosciuti ci sono il Saint-Estèphe, Mèdoc, Margaux, Saint Emilion, Sauternes e Pomerol che, al termine del percorso museale, imparerete a degustare.

Il museo é aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00 con orario continuato. Riduzioni sul biglietto d’ingresso per gli studenti e i gruppi a partire da 20 persone.

Info: Museo del vino e del commercio di Biredeaux

Testo di Federica Giuliani | Foto web