Un gioiello nel Parco dell’Appia Antica

di Giuseppe Barbieri

Circa 2300 anni fa ebbe inizio la costruzione della Via Appia sopra un preesistente collegamento con i Colli Albani, la celeberrima strada dell’antica Roma denominata Regina Viarum, che per volere del Console Appio Claudio fu congiunta a Brundisium, l’attuale Brindisi, il più importante porto per la Grecia e l’Oriente.

La sua realizzazione fu molto travagliata, tra guerre e ribellioni, come la più eclatante che avvenne nel 71 a.C., con la rivolta di 6000 schiavi, sotto la guida del mitico Spartacus, mettendo in seria difficoltà l’esercito romano. I ribelli furono crocifissi lungo questa strada fino alla volta di Pompei. Successivamente divenne un luogo particolarmente interessante per edificare mausolei e tombe delle famiglie nobili e tuttora ci sono tracce ben conservate che hanno contribuito al suo valore storico. Dimenticata fino al Rinascimento con la conseguente decadenza dovuta ai continui saccheggi e furti di molti monumenti e sepolcri, si è potuto fermare questo scempio con l’istituzione da parte di Papa Paolo III delle norme relative alla salvaguardia di beni storici nel 1534.

Tramonto

Oggi, dopo tanti secoli di oblio, l’Appia, in prossimità di Roma, ha ripreso a vivere mostrando con dovizia le grandiose realizzazioni del passato, catturando immediatamente l’interesse e la fantasia di migliaia, anzi milioni di visitatori, soprattutto stranieri, che malgrado le aspettative non riescono mai ad immaginare di trovare tanta storia e tanta opulenza in quei resti immortali, come importanti tombe e catacombe romane delle prime comunità cristiane. Tra i monumenti più prestigiosi e meglio conservati fuori le mura del centro storico ecco le Terme di Caracalla, alcune splendide chiese, l’Arco di Druso, Porta San Sebastiano, monumentali sepolcri, le Catacombe di San Callisto, la Villa e il Circo di Massenzio, diversi mausolei, i più prestigiosi sono quelli di Cecilia Metella, la Villa dei Quintili, l’Acquedotto romano e altri, che riportano alla mente dei visitatori la grandiosità e lo sfarzo dell’antica Roma, mai più eguagliato da altri popoli. In questi ultimi decenni, visto l’interesse storico di tutti questi meravigliosi resti, per la loro conservazione è stato istituito nel 1988 il Parco Regionale dell’Appia Antica, che si estende su un’area di 3400 ettari, tra i Comuni di Roma, Ciampino e Marino: un gran bel camminare tra tanta maestosità e bellezza, lungo strade pedonali e sentieri fatti a lastroni di pietra originali, detti basoli, in cui le auto non possono circolare.

Sin dagli anni Cinquanta-Sessanta e molto, molto prima, proprio tutt’intorno ad essi vennero edificate alcune esclusive dimore di principi, marchesi e una parte dell’alta società. E proprio nel Parco dell’Appia Antica, alle pendici dei Colli Albani s’estende la Tenuta di Fiorano, di proprietà del Principe Alessandro Jacopo Boncompagni Ludovisi, che qui con i suoi estesi vigneti produce il Fiorano Rosso e il Fiorano Bianco, intrisi in una storia ricca di idee innovative. La fama della Tenuta di Fiorano è storicamente legata alla figura del Principe Alberico Boncompagni Ludovisi, personaggio che il tempo ha avvolto da meritata leggenda. Tra gli anni ’40 e ’50 del secolo scorso Alberico si appassionò alla produzione del vino e scelse, pioniere in Italia, di impiantare cabernet sauvignon e merlot, malvasia di Candia e uno sconosciuto, per l’epoca, sémilion.  Tra l’amicizia con Tancredi Biondi Santi e Veronelli, aneddoti e misteri –come l’inviolabile cantina- e il suo carattere riservato, Alberico continuò a produrre vini fino al 1998, quando espiantò quasi tutto il vigneto senza dare spiegazioni, con un’uscita di scena degna della fama che si era costruito negli anni. Ad Alberico successe Alessandro Jacopo che oggi, è alla guida della Tenuta di circa 200 ettari di terreni con vigneti, uliveti, terreni seminativi e pascoli. Un vero patrimonio di natura e bellezza.

Alessandro Boncompagni Ludovisi

Alessandro Jacopo, allora poco più che ventenne e poco esperto, ma con grande passione, fu guidato da Alberico per la scelta dei terreni, dei cloni e dell’impianto del vigneto, tutto sempre a conduzione biologica, fino alle operazioni di vinificazione, le stesse che continuano oggi, sia nel metodo di lavorazione che nell’impiego di maestranze, tra cui Gianni Valenti, la memoria storica. Ancora adesso, dopo la raccolta manuale, le uve vengono pressate a mano, la vinificazione avviene nella Vecchia Cantina, e poi il vino, per caduta, arriva alla Cantina Storica, dove prosegue con l’affinamento nelle vecchie botti, al 90% in rovere e una minoranza in castagno, e quindi il luogo di riposo in bottiglia. A tutto questo si affiancano tecniche di vinificazione, permettendo equilibrio e longevità agli uvaggi di questi grandi vini romani, che beneficiano del noto ponentino e di un microclima protetto dalla cornice dei Castelli Romani. Alberico fece applicare in tutto e per tutto la sua esperienza passata e soprattutto riguardo a quella Cantina Storica con i vini gelosamente conservati al suo interno e visitata da pochissimi fortunati tra i quali Veronelli e, Alessandro Jacopo per rispetto, continua sempre a tenere protetta. Nei suoi cinquanta anni da viticoltore, il Principe Alberico creò vini che amava bere e che, sconosciuti ai più, acquisirono un grande pubblico di seguaci, ma dopo quasi dieci anni dalla morte del principe, questi vini sono diventati ormai un mito nel panorama vinicolo mondiale.

Contemporaneamente a questa innata passione del vino, il principe ha voluto immergersi recentemente in un’altra attività, tanto per completare la sua opera dalle “mani nobili”, per offrire una location di sogno tra suggestivi giardini, piscina e fontanile per ricevimenti esclusivi, dentro un gioiello architettonico storico dei Principi Boncompagni Ludovisi, completamente ristrutturato. Un unico ambiente, ricco di fascino tra l’antico e il raffinato, con una capienza di 250 ospiti, che può far vivere momenti indimenticabili, nella quiete della natura, tra il verde e il canto degli uccelli, condividendo la felicità, con parenti e amici.

Noi amiamo particolarmente questa tenuta, una pietra preziosa incastonata nell’Appia Antica, che consideriamo un po’ come un nostro eden personale a due passi da casa, un grande territorio visibile un po’ ovunque quando si percorre la viabile adiacente Appia Nuova, dai suggestivi panorami di spazi e luci immortali, che proprio al tramonto esprimono tutta la loro bellezza.

Link utili: Tenuta Fiorano

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