Nelle ultime settimane abbiamo viaggiato molto. Da Santa Elena e Monteverde ci siamo spostati solo di qualche chilomentro un po’ più a valle raggiungendo San Luis, una comuntità agricola ai margini della riserva di Monteverde. Il villaggio è caratterizzato da una serie di fattorie sparse per il territorio. Noi abbiamo visitato il progetto Finca la Bella. Ventiquattro famiglie gestiscono un’unica finca, la quale è costituita da lotti di terra a uso agricolo. Ogni famiglia ha una piccola casa indipendente e lavora la propria fetta di terreno ed ha piena libertà di sviluppare i propri progetti rispettando la foresta e le regole della finca. Noi siamo stati ospiti della famiglia di Marcos, condividendo la casa con lui, sua moglie Lorena, sua figlia Neiby e suo figlio Arnaldo che vive poco distante in un’altra casetta insieme a sua moglie Mariana. Come ormai ci siamo abituati a vedere, anche questa è una casa modesta, con un piccolo viale con fiori colorati. Ci sono due maiali, quattro cani, un gatto, un coniglio, e un pollaio con una ventina di galli, galline e pulcini. Nella famiglia solo Lorena ha un lavoro con un salario fisso mensile, tutti gli altri si dedicano al lavoro della terra. In casa si parla spesso di problemi economici, e si cercano idee per sbancare il lunario. Un giorno Marcos e Arnaldo discutevano della possibilità di mettere da parte i soldi per l’acquisto di una vacca. Questo acquisto secondo loro avrebbe risollevato le finanze della fattoria e ne parlavano molto convinti e pieni di entusiasmo e speranza. Inoltre con i soldi pagati per il nostro soggiorno hanno subito comprato del materiale per costruire in modo molto rustico una piccola serra dedicata all’agricoltura biologica durante il periodo delle pioggie.
Nella comunità è presente una sola piccola scuola che conta trenta alunni, tra i sei e gli undici anni, e un solo insegnante: l’incredibile Duban. Da solo insegna, dirige la scuola e organizza attività nel territorio. Adesso è impegnato in una campagna ambientale per il raggiungimento degli standard per ottenere la certificazione di “Bandera Azul Ecologìca”. Noi lo abbiamo aiutato creandogli un piccolo blog e insegnandogli come usarlo per parlare della scuola e di tutti i progetti. Durante il soggiorno abbiamo dato il nostro aiuto nel lavoro ordinario nella finca e abbiamo visitato tutte le altre famiglie per scambiare due chiacchiere e bere del buon cafè locale.
Avremo voluto fermarci qualche giorno in più in questa comunità locale, assolutamente fuori dalle rotte turistiche, ma con davanti un itinerario da seguire e altri progetti da visitare abbiamo dovuto metterci di nuovo lo zaino in spalla e spostarci a La Fortuna, paesino ai piedi del vulcano Arenal. Abbiamo trascorso due notti in una guesthouse economicissima gestita da una famiglia locale. Nella zona ci sono tante terme con acque calde provenienti dalle viscere del vulcano, che hanno fatto di questo posto una meta turistica per persone alla ricerca di un po’ di relax. Noi, dopo una breve ma piacevolissima visita a uno degli stabilimenti termali, abbiamo esplorato il parco nazionale del Volcano Arenal. Quattro chilometri e mezzo di camminata all’interno di una variegata vegetazione. Dalla foresta tropicale, andando verso l’alto si passa alla foresta cresciuta sulla roccia vulcanica, per poi arrivare al brullo paesaggio marziano fatto solo di roccia nera.
Dopo questa breve parentesi, trascorrendo praticamente un giorno intero in bus, abbiamo attraversato a piedi la frontiera e siamo arrivati in Nicaragua. Questa è una sosta strategica perchè per motivi di Visto non si può stare in Costa Rica per più di tre mesi. Abbiamo deciso di passare qualche giorno a San Juan del Sur, un piccolo paesino di pescatori a mezzora dalla frontiera. Il paese ci ha accolti con un clima caldo-secco, una situazione sociale più povera e una cultura a sua volta distante da quella “tica”. Essendo una delle nazioni più povere del Centro America e vittima di molte guerriglie e rivoluzioni, la cultura è molto più riservata e bisogna stare più attenti ai malintenzionati che vedendo turisti come “persone ricche” a volte se ne approfittano ricorrendo a mezzi inopportuni. Ma in generale ci siamo trovati benissimo e comunque si trovano sempre persone molto gentili e accoglienti, ma è bene tenere gli occhi aperti. Inoltre i prezzi sono molto economici ed è raccomandabile approfittarne per qualche lezione di surf.
Al nostro ritorno in Costa Rica ci aspettano ancora tre mesi all’esplorazione di questo meraviglioso Paese centro americano.
Testo e foto di Love4Globe
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