Caraibi. Grenada, un’isola speziale

La chiamano la ‘Portofino dei Caraibi’  forse per l’aria educata e linda da vecchia colonia Inglese al Tropico. Ma i trascorsi da colonia europea di Grenada celano un cuore ‘speziato’ : seguiteci e annusate.



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In volo alla volta di Grenada ci è impossibile non collegare l’isola alla  sbarco dei marines americani del 1983; chissà perchè questo ricordo si porta dietro l’immagine di una terra brulla all’altro capo del mondo, una specie di repubblica delle banane relegata chissà dove: uno staterello da burletta, insomma. La realtà che si apre davanti agli occhi non potrebbe essere più sorprendente; la guerra non se la ricorda nessuno, e il paradiso è davanti ai nostri sguardi. E’ un trionfo dei sensi, i  colori accesi del cielo , dell’acqua e della verdissima vegetazione tropicale che scende come un manto quasi fino al mare, si uniscono alla fragranza intensa delle spezie, di cui Grenada è grande produttrice. E proprio le spezie sono il vanto dell’isola, vaniglia, noce moscata, cannella, ginger sono intensamente coltivate in questo territorio vulcanico, trasformato in un grande, fertilissimo orto.



DA ST. GEORGE’S AL MARE

Qualche volta i luoghi comuni hanno un fondamento: St. George’s è conosciuta come la ‘Portofino’ dei Caraibi e il paragone è davvero efficace. Il colpo d’occhio è dei più gradevoli: case basse dai tetti rossi sorgono tra le piante scendendo a grappoli verso la baia dove sonnecchiano barche a vela di ogni dimensione. I trascorsi da colonia europea sono evidenti nelle tante dimore di età coloniale sopravvissute ai secoli e soprattutto nelle imponenti fortificazioni: Fort Frederick in cima a Richmond Hill del 1790 da cui si vede tutta la città, Fort George, del 1700 all’entrata della baia e il più antico Old Fort che risale al 1683. Regna quell’aria sonnolenta tipica del caribe, dominata da ritmi tranquilli; i 10.000 abitanti non si fanno prendere dalla fretta e aggirarsi tra i vicoli di George’s è davvero rilassante. Almeno fino al venerdì, perchè il sabato sembra che tutta l’isola accorra nella capitale per prendere posto a Market Square, la piazza in cui si tiene uno dei più effervescenti mercati di tutta l’area caraibica. Lasciamo la bella St. George’s e puntiamo verso la costa sud: ecco Grande Anse Bay, una larga insenatura corollata da un sogno di spiaggia , tre chilometri di fine rena corallina, impalpabile che sparisce nelle acque di smalto. Tra Grande Anse e Lance Aux Epines, si trovano gli arenili più frequentati ( si fa per dire), decine di cale e calette bianchissime inserite nelle frastagliature della costa. E’ proprio in questa zona che è la più ricettiva di Grenada che si apprezza lo sviluppo turistico davvero molto oculato: in tutta l’isola nessun albergo o edificio può superare in altezza una palma da cocco nè contare più di 300 camere.
Seguendo la linea costiera  si incontra La Sagesse Bay, affacciata sull’Atlantico; tre deliziose spiagge sabbiose circondate da vegetazione lussuriosa. Risalendo la costa atlantica verso nord e allontanandosi dalla zona di Grande Anse gli alberghi e i villaggi sono sempre più rari e la natura esplosiva dei tropici domina incontrastata: è facile lasciarsi prendere da sensazioni alla Robinson Crusoe. A metà della costa orientale sorge Grenville, la seconda città dell’isola e animato porticciolo. La punta nord si chiama Levera Beach, luogo suggestivo dove mar dei Caraibi e Oceano Atlantico mischiamo le onde. Proseguendo si incontra Sauters, luogo storico che vide il suicidio degli ultimi Caribi che non volevano piegarsi al dominio francese. Scendendo verso la capitale si  trova Gouyave, piccolo centro che prospera grazie alla pesca e alla noce moscata, coltivata nei dintorni e quindi preparata e confezionata alla Nutmeg Station, una manifattura vecchio stile da cui la noce moscata parte per tutto il mondo. Halifax Harbour è un paradiso in nero: la spiaggia di sabbia vulcanica contrasta intensamente con le acque cristalline e la vegetazione verdissima. La strada che riconduce a St. George’s è bellissima e entra ed esce dalla foresta tropicale fino a scendere verso  la capitale.



I TESORI DELL’INTERNO

L’interno dell’isola è un susseguirsi di tesori naturali; non a caso un sesto della superficie è destinato a parchi e riserve. Da St. George’s o da Grenville si sale verso la Forest Reserve una intricata foresta pluviale che conserva nel suo cuore più profondo un grande lago, il Grand Etang Lake, formatosi all’interno di un cratere vulcanico ormai estinto. Proprio ai margini del Grand Etang si può provare uno dei massimi piaceri, un tuffo in un bacino d’acqua dolce immerso nella più lussureggiante vegetazione con alle spalle delle spumeggianti cascate, le Annandale Falls ai cui piedi si forma una grande piscina che i locali chiamano Soda Pool. Poco lontano, tra il Mount Qua Qua e la costa orientale si incontrano altre cascate, le tre Concord Fall; la prima si raggiunge a piedi, ma la seconda e la terza bisogna conquistarsele con una camminata di 30/40minuti. Spingendosi a nord della città di Grenville si incontra un altro lago formatosi in un perfetto cratere vulcanico, si tratta del Lake Antoine un vero fenomeno geologico che si estende per ben 16 acri.  Poco lontano da Lake Antoine nella parrocchia di St Patrick’s si trovano un altro genere di tesori, non propriamente naturali ma immeri nella natura. Su un grande masso del fiume St. Patrick’s sono visibili le sole tracce scolpite dagli Amerindi che hanno lasciato con questi graffiti un importante testimonianza della loro cultura e del loro modo di vivere.



SPEZIE E CUCINA

Cannella, noce moscata, ginger, chiodi di garofano, zenzero, pepe e zafferano, sono il tratto distintivo di Grenada: le spezie, in particolare la noce moscata, sono così importanti da essere disegnate persino nella bandiera. Gli aromi delle preziose sostanze  impregnano l’aria e dominano nella cucina dell’isola, che è rimasta fedele alla tradizione, tanto che Grenada può essere considerata uno dei contrafforti della gastronomia creola. Pesce e frutti di mare dominano incontrastati, in particolare le conch, lumache di mare che vengono offerte in ogni forma e sono eccellenti cucinate con il curry. Da non perdere l’aragosta alla creola, piccante ma deliziosa; altro piatto tipico è la calaloo soup, e, in stagione ai tavoli di Mama’s a St. George’s si gustano il brodo e le bistecche di tartaruga. Per assaggiare l’autentica cucina creola andate al ristorante ‘Morne Fendue’ tel.(00809)/4409330, gestito da Betty Mascoll, un personaggio sull’isola. Il pranzo vi verrà servito nel salotto della vecchia magione in puro stile ‘ginger bread’ che ricorda le case delle favole.

Testo di Lucia Giglio foto di Eugenio Bersani

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