Berlino: effervescenza urbana



C’è un gran da fare a Berlino. Nei quartieri emergenti, tra gallerie d’arte, negozi vintage e atelier di design, si realizzano giovani sogni imprenditoriali. La città è vivace e rilassata. E smisurata. Avanti, c’è posto.

Berlino è sexy. E sempre meno povera. Si abbatte così un altro muro, ricalcando il celebre motto del sindaco Klaus Wowereit; la città vive di nuovi impulsi, di avvincenti fermenti culturali che non cadono a vuoto. Il passato è lì, pesa come un macigno, ma la grande Berlino sa portare bene il suo fardello. Rinasce. Le ceneri fertilizzano rinnovamenti urbani, attraggono investitori, attirano le nuovi classi creative. Fioriscono le startup digitali e quelle ad alto tasso di innovazione. Seduce i turisti, che le assegnano la medaglia di bronzo sul podio delle capitali europee più visitate. I dati sono strabilianti e senza precedenti: la capitale tedesca ha chiuso il 2013 con più di 25 milioni di presenze negli hotel cittadini. Piace. Lo dimostrano le file interminabili ai piedi del Reichstag e dell’Isola dei Musei e le bande che ciondolano davanti alla Porta di Brandeburgo e lungo la East Side Gallery. Dopo aver fiancheggiato questo incredibile museo a cielo aperto, si potrebbe tornare a casa sentendosi già un po’ berlinesi. Ma a chi non si accontenta di postare su Instagram selfie con lo sfondo dello storico bacio tra Honecker e Breschnew, la città offre molto di più. A Est e a Ovest i quartieri si rigenerano e dettano le nuove tendenze, nella moda, nell’arte e nel design. Dal Mitte al Tiegarten, passando per Kreuzberg: ecco i posti dove fare coolhunting.

Mitte, quartiere alla moda

Il tempio della moda alternativo è qui, tra Mulackstraße e Alte Schönhauserstraße. Piccole boutique indipendenti costellano il Mitte, storico quartiere orientale, oggi molto alla moda. Nell’anima della comunità ebraica berlinese, le macchine da cucire dei giovani stilisti richiamano nugoli di clienti internazionali ammaliati dallo stravagante design made in Berlin. Tanto per cominciare, al numero 4 di Mulackstraße c’è Starstyling, che propone una linea di abbigliamento giovane dal disegno inconfondibile. T-shirt, dress e felpe coloratissime, con applicazioni fluo specchiate, pendono tra piante di monstera sospese al soffitto. Sulla parete del bizzarro concept store, i ritratti dei designer Katja Schlegel e Kai Seifried, divenuti un’icona di stile anche a Tokyo. Si percorrono pochi metri e si incontrano i bianchi locali di Lala; i fili perlati di questa maglieria al numero 7, proprietà di un’ex redattrice di MTV, spopolano tra i vip e tengono banco alla Berlin Fashion Week. Firma intramontabile del panorama fashion berlinese al numero 8: erano gli anni 70, quando i filati di Claudia Skoda vestivano David Bowie e Iggy Pop. Oggi, come allora, i suoi pullover, attillati come una seconda pelle, sono l’emblema della raffinatezza che sfida l’audacia. Capi unici, dal sapore francese da C’est Tout: difficile resistere all’acquisto palpando le sete e il jersey che ornano gli abiti, eleganti e ricercati, di questo delizioso atelier al numero 26. Volendo, ciascuno può prendersela comoda: nella rilassata Berlino i negozi non aprono prima delle 12. Tra un acquisto e l’altro vale una sosta Seven Star Gallery (Gormannstraße, 7): un vecchio edificio ospita uno degli spazi dedicati alla fotografia più notevoli del Mitte. La galleria del carismatico ed eccentrico Thorsten Heinz è un posto speciale. Accanto alle opere di fotografi di tutta fama, espone stampe del panorama avant-garde. Tutte oniriche, come le molte immagini dedicate all’artista e amico Marcel Marceau. Per i fashion addicted, tappa obbligata negli Hackesche Höfe in Rosenthalerstraße, a pochi metri dalla stazione metropolitana di Hackescher Markt. La facciata Jugendstil di questi otto cortili comunicanti, costruiti nel 1907, cela un microcosmo inaspettato. Nell’Hof I, impera il cabaret Chamäleon progettato dall’architetto August Endell. Saltellando a caso s’inciampa senza tanti sforzi davanti alla porta di Ampelmann, che ha fatto dell’omino dei semafori della Germania dell’Est il suo marchio personale. Magliette, calamite, adesivi, ombrelli: c’è di tutto e, complici i prezzi alla portata, bisogna rassegnarsi e cadere in tentazione. Quattro passi più in là e si arriva davanti alla vetrina di Trippen: niente tacchi vertiginosi nelle collezioni dei designer berlinesi Michael Oehler e Angela Spiet. Le scarpe sono comode ma la linea è ricercata, adattabile a look street style e outfit formali, da portare da mattina a sera. Perfette, se si considera che nelle vie limitrofe la movida impazza, tra club underground e locali alla moda. Divertimento assicurato per i nottambuli al Clärchens Ballhaus (Auguststraße, 24): un pubblico trasversale, di giovani e non, piroetta nella pista affollata di questa centenaria balera un po’ decadente. Il prezzo? Berlinese. Una banconota di appena 5 euro e si spalancano le porte di questo godereccio eden danzante.

Kreuzberg, vita da hipster

Il mix di cultura si è conservato. Kreuzberg è duale, punkettona e bohèmienne. Cosmopolita e giovane. E sempre più gentrificata. La ex pecora nera dell’Ovest è una babele di lingue che attira frotte di turisti con cartina alla mano e naso all’insù. La musica si è notevolmente abbassata; al suo posto si fa largo il chiacchiericcio di studenti, hipster, artisti proveniente dai numerosi caffè, bar, ristoranti che spuntano come funghi su Bergmannstraße, arteria principale di quella parte del quartiere conosciuta come Kreuzberg 61. La mise filo-borghese, che fa storcere il naso ai nostalgici, non ne ha tradito lo spirito. Oggi il kiez degli attivisti, degli squatter e della street art è il downtown delle boutique e dei franchising vintage, dei negozietti di vinili, delle librerie specializzate. Parola d’ordine: frugare. La caccia all’affare potrebbe iniziare da Ckeckpoint, – Mehringdamm 41 – magazzino di abbigliamento second hand a circa 200 metri dalla stazione metropolitana Mehring. L’atmosfera è da vecchio cinema; in questo negozio si trovano pezzi retrò attualissimi: cardigan, cappelli, frak, giacche, gioielli, persino abiti da sposa; tutti stilosi, tutti trendsetter. Prezzi convenienti ma poco low cost. Molto frequentato anche Bonnie & Kleid: da questo bizzarro concept store, situato in Gneisenaustraße, si esce un po’ sbilenchi, con le braccia cariche di sacchetti e sacchettini di vecchi abiti in stile anni 20, da vere dive del cinema. E chi sogna di indossare, anche solo per un giorno, i panni dell’eterea Lola ne l’Angelo azzurro, sarà accontentato: gli indumenti possono anche esser noleggiati. Gli appassionati di musica non potranno farsi mancare una puntatina da Space Hall in Zossener Straße 33: in questa melo-cattedrale di quattro piani si fa incetta di dischi rarissimi e introvabili e di qualsiasi genere: dalla techno alla neotranche, passando per il drum and bass, tra usato e nuovo non c’è che l’imbarazzo della scelta. Sosta golosa da Marheineke Markthalle in Marheinekeplatz, variopinto mercato coperto dove gli amanti del buon cibo troveranno pane – biologico – per i loro denti. Tra i corridoi ordinati appaiono succulente e fragranti leccornie: ortaggi a chilometro zero, cibo hand made, prodotti di eccellenza, street food etnico preparato al momento; in questo foro pittoresco si incontrano tutti i nuovi sapori dell’aperta Berlino.

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