Bahamas, cinquanta sfumature di blu

A vela alla scoperta delle Exuma Cays, 365 isole che si allungano come un filo di perle nel mare delle Bahamas, con le maree che due volte al giorno regalano spiagge mai percorse da piede umano

 

Le Bahamas – il nome deriva dallo spagnolo Baha Mar (basso mare) – sono uniche per mille motivi, non ultimo i bassi fondali e la completa assenza di fiumi. Le acque sono così trasparenti da consentire una visibilità perfetta fino a oltre 60 metri di profondità. Sono costituite da 700 isole sparpagliate su una superficie di mare di oltre 100,000 miglia quadrate. che iniziano ad appena 50 miglia dalla costa della Florida. In questo arcipelago si trovano le Exuma Cays, una catena di 365 isole e isolotti che partono a 40 miglia a sud est della capitale Nassau e si allungano per oltre 150 km fino a sorpassare il tropico del cancro.

Scoprii le Exuma Cays un giorno di dicembre del 2008, quando un amico di Nassau mi regalò un’escursione a Ship Channel Cay, un’isoletta nella parte più a nord dell’arcipelago, 40 miglia a sud est della capitale Nassau. Non avrei mai immaginato che diversi anni dopo, quell’isoletta sarebbe diventata la mia casa per buona parte dell’anno. È difficile dire quale sia il momento più bello di una giornata trascorsa in un’isola privata, dove gli unici abitanti sono, oltre al padrone di casa e a un paio di persone dello staff, due cani, decine di squali, mante, uccelli tropicali, una famiglia di falchi bianchi, un boa e un’iguana gigante.

Il vero lusso qui è poter camminare su una lingua di sabbia che le maree ti regalano un paio di volte al giorno, o avventurarti su spiagge dove probabilmente nessuno ha mai messo piede prima. O ancora, tornare di notte in barca sotto un cielo stellato e un mare fluorescente, dopo essere stati a cena da amici in un’isola vicina. Sorseggiare un Bourbon intorno al fuoco, ascoltando antiche storie di pirati e pescatori.

Riempito il cooler di birre, acqua e sandwiches, preparata la borsa con le poche cose necessarie, siamo pronti per partire, destinazione Staniel Cay, circa 70 miglia a sud. Le condizioni sono perfette, il mare è una tavola piatta e il sole non è ancora di quelli roventi. Attraversiamo Allen’s Cay, un’isolotto abitato solo da iguana, dove i sailers ancorano per trascorrere la notte riparati dai venti e dalle onde dell’Atlantico.

La nostra prima sosta è Highbourne Cay, anche questa un’isola privata, ma più grande e lussuosa. Ha una bella marina, capace di accomodare Yachts fino a 180 piedi; otto cottages con vista mozzafiato e un bar ristorante in stile coloniale. Qui si fa rifornimento e si compra la frutta fresca per il viaggio.

Prossima meta è Norman’s Cay, solo poche miglia più a sud. Siamo fortunati, la marea è bassa e ci regala un’isolotto, lungo poche centinaia di metri e largo forse dieci. Una meraviglia difficile da descrivere. Le gradazioni di blu sono infinite e continuano a cambiare man mano che la barca si muove o una nuvola decide di intromettersi fra mare e sole. L’acqua è cosi trasparente che sembra di essere sospesi nel vuoto, sopra una tavola di cristallo. Acceleriamo, rincorsi da una fascia di blu più intenso, che alla fine ci raggiunge regalandoci qualche attimo di ombra.

A Norman’s Cay, niente di meglio di un bagno rinfrescante mentre la marea risale. Norman’s Cay è famosa per essere stata negli anni settanta il rifugio di Carlos Leder, braccio destro di Pablo Escobar.
Le caverne lungo le coste venivano utilizzate per nascondere i sacchi di cocaina gettati dagli aerei dei trafficanti colombiani. Proprio davanti alla pista, c’è la carcassa di un vecchio DC9, ora diventato una barriera corallina artificiale. L’acqua è cosi bassa che durante la bassa marea un’ala riaffiora dal mare.

Siamo ormai alle porte dell’Exuma Land and Sea Park, il primo parco marino istituito al mondo, oltre sessant’anni fa. Il parco si estende in un’area vastissima tra decine di isolotti, e di canali naturali. La vita marina è rigogliosa e coloratissima. Sosta a Shroud Cay, in un posto chiamato “the washing machine”. Ci si arriva lungo un canale che sembra un fiume, che alla fine diventa una piscina naturale con una corrente che ti fa girare intorno come se fossi in una lavatrice. Una sottile lingua di sabbia ci separa dall’immensità dell’oceano Atlantico.

Sono ormai le due del pomeriggio, ora di ripartire verso la meta prima che si faccia buio. Davanti a Little Hall’s Pond Cay rallentiamo cercando di vedere se Johnny Depp è in spiaggia con le figlie. Infatti dopo il film “The Rum Diary” e “I Pirati dei Caraibi”, Depp si è innamorato delle Exumas e ha deciso di comperare la sua isola. Oggi non c’è, e proseguiamo fino a Compass Cay, famosa per le decine di squali nutrice coi quali puoi nuotare, e accarezzare, quasi come se fossero degli animali domestici. Il posto è uno di quelli che si vede solo nei films; una piccola marina e un cottage di legno con centinaia di foto appese di tutti quelli che ci sono passati, inclusi Bill Gates e Tiger Woods.

Ci stiamo avvicinando a Big Major Cay, chiamata anche Pig Island. Vi chiederete come mai un nome cosi, il tempo di avvicinarsi e la risposta è davanti a voi. Decine di maiali e maialini selvatici si avvicinano nuotando verso la barca in cerca di mele e panini. La versione più accreditata è che molti anni fa dei pescatori li avessero portati per avere la cena durante i loro lunghi viaggi in mare; fatto sta che nessuno è tornato a mangiarli e loro si sono moltiplicati.

Devo ammettere che fa un effetto particolare vedere nuotare questi maiali in acque trasparenti, come se fosse il loro ambiente naturale. Oggi sono diventati una meta turistica ricercatissima, anche se molto difficile da raggiungere. Buttiamo loro qualche mela e del pane rimasto, prima di dirigerci verso Staniel Cay.

Staniel Cay è un’isola bellissima, resa famosa dal film di James Bond “Thunderball”. Qui c’è la grotta in cui Sean Connery nuota. Una grotta spettacolare con un’apertura verso il cielo che lascia entrare i raggi del sole colorando l’acqua di mille gradazioni di blu e di verde. Ci si può accedere solo sott’acqua in giorni in cui il mare e la marea lo consentono, ma è un’esperienza magica. Il viaggio in barca a vela finisce con uno spettacolo emozionante che si può godere con un Gin e Tonic in mano sulla terrazza dello Staniel Cay Yacht club: il tramonto alle Exumas, col mare che diventa color oro, è indimenticabile.

 

Testo e foto di Alessandro Sarno | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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