Cina, Xinjiang la nuova frontiera

Siamo in Cina ma sembra di stare altrove. Come in quasi tutti i distretti che cingono il perimetro esterno della sconfinata nazione. Capita anche in Xinjiang: la “nuova frontiera” è una babele di dialetti turcofoni, un crocevia di passaggi, transiti e migrazioni che ne solcano il confine.

Tashkurgan : citta e campagna

Dislocata a ridosso delle ex repubbliche sovietiche Kirghizistan, Kazakistan e Tagikistan, come pure confinante con Mongolia e Pakistan, India e Afghanistan, Xinjiang è stata una regione di cruciale importanza nei millenni. Crocevia per i traffici attraverso la via della seta, nel secolo scorso al centro di intrecci geopolitici nel “grande gioco” tra Inghilterra e Russia, oggi snodo commerciale di rinata vitalità lungo cui transitano le mercanzie in uscita prodotte in Cina. Così attraverso i valichi di frontiera non passa giornata senza che si formino file interminabili di camion tanto carichi in uscita, quanto vuoti in entrata. I biblici finiscono accodati a causa dei controlli doganali ma anche dei numerosissimi checkpoint, che sono forse il tratto tristemente caratteristico di questa regione, rimanendo scolpiti nella mente dei visitatori occidentali molto di più delle ricchezze paesaggistiche o artistiche.

Kashgar vecchia

Una regione che è da sempre orgogliosamente indipendentista con i suoi 50 gruppi etnici diversi, frutto di innumerevoli migrazioni tra i vari confini nel corso della storia. Così se gli uffici pubblici ragionano secondo il fuso orario di Pechino i locali, che tutto si sentono tranne che cinesi, si ostinano a tenere l’orologio allineato con il fuso del Kirghizistan, due ore più indietro, e a parlare il cinese solo per necessità, preferendo la costellazione dei diversi dialetti di derivazione turcofona per la vita quotidiana. Parallelamente alle scritte in cinese si trovano caratteri arabi, alle pagode qui si preferiscono le moschee e nei ristoranti si trovano noodles ma anche kebab.

Il fulcro della regione rimane la famosa Kashgar, importante epicentro commerciale descritto anche da Marco Polo, posta come altre oasi ai confini del Takla Makan, reputato uno dei deserti più insidiosi del globo che costringeva le carovane ad effettuare tortuose deviazioni, sfidando passi montani o attacchi di predoni pur di non avventurarsi all’interno patendo fame, sete e violente tempeste di sabbia.

Kashgar nuova/vecchia

Il governo centrale di Pechino ha deciso di potenziare le infrastrutture di questa città di frontiera dal 2010, eliminando le vecchie costruzioni in fango e cannette per fare spazio a una nuova realtà moderna, circondata da una periferia costellata di impianti industriali al servizio dell’edilizia e dello sfruttamento delle risorse naturali: oltre ad essere lambita da scenografiche catene montuose, l’ultima frontiera giace proprio sopra alla seconda riserva petrolifera cinese. A lato delle imponenti strade che la collegano con le repubbliche ex sovietiche come al Pakistan, si dipanano mastodontici alberghi, centri commerciali o intere città satellite destinate a terziario o residenza, talvolta con la maggior parte degli edifici completamente vuoti.

La priorità del governo di Pechino pare essere la stabilizzazione della regione eliminando il potenziale pericolo dei gruppi terroristici indipendentisti uiguri, così si può permettere di costruire ex novo mastodontiche strutture residenziali e popolarne massicciamente solo le caserme della polizia, presenti ogni centinaio di metri e coadiuvate nella sorveglianza da costellazioni di telecamere di sicurezza. A fianco dei grattacieli il centro storico della città è stato ristrutturato facendo perdere molto del suo appeal antico, ma permettendo nel contempo ai locali di vivere in strutture più dignitose con acqua corrente, luce elettrica e migliori condizioni igieniche. Per chi volesse rivivere ancora il fascino dei tempi che furono, lontani ma non lontanissimi, a poca distanza dal grande mercato coperto è ancora presente un quartiere di case fatiscenti, lasciate a testimoniare quale grande opera di miglioramento urbanistico sia stata effettuata in tempi così brevi.

Mercato animali della domenica

Lungo le strade spaziose non mancano sciami di motorini elettrici, come pure un caotico traffico dato da macchine di grande cilindrata: i suv la fanno da padrone e si schierano scintillanti davanti ai locali della movida notturna frequentati dalla ricca borghesia cinese, dove per guadagnare l’ingresso bisogna superare il controllo del PR ma anche del poliziotto con il suo fido metal detector. E i metal detector si trovano ovunque : all’ingresso di ristoranti lussuosi come di modesti negozi di frutta e verdura, suscitando nei turisti occidentali una curiosita’ che alla lunga diventa disappunto. I mezzi di trasporto delle carovane del passato si possono ritrovare ancora nel grande mercato del bestiame della domenica, popolato da cammelli, asini, pecore o yak ferventemente contrattati dai mercanti di ogni etnia, in un guazzabuglio di rumori ed odori che non sono mutati nel tempo.

Lungo la karakorum highway

Come altri testimoni della storia dello Xinjiang li si trova nelle vallate lungo la Karakorum highway, costellata di imponenti paesaggi montuosi fino a Tashkurgan, cittadina di frontiera popolata da pastori tagiki che qui risiedono durante l’inverno. In estate popolano le campagne circostanti, preferendo la classica vita nomade fatta di yurte e cavalli, vivendo ancora secondo i ritmi dettati più dalla natura che dall’orologio : per loro il districarsi con il fuso orario di Pechino non è poi un grande problema.

Testo e foto di Riccardo Gallino | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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Info utili

Come arrivare

Da Pechino, con voli interni. Via terra due accessi di frontiera con Kirghizistan : passo Torugart e passo Irkishtam. La frontiera con il Tajikistan e’ aperta al solo traffico commerciale, quella con il Pakistan richiede permesso speciale.

Quando andare – Clima

Temperature da -15 in gennaio a +40 in agosto

Dove dormire/mangiare

Numerose sistemazioni , da ristoranti e B&B modesti ad alberghi lussuosi

Fuso orario

+6 orario ufficiale di Pechino per uffici pubblici ed esercizi commerciali

Documenti

Passaporto con validita’ di almeno 6 mesi e visto consolare per la Cina.

Vaccini

Non necessari

Lingua

Cinese, uiguro

Religione

Maggioranza musulmana

Valuta

Yuan cinese

Elettricità

220v, prese cinesi e europee

Telefono

(prefisso e copertura mobile): +998

Abbigliamento

Capo e spalle coperte per le donne in edifici religiosi