L’epagneul breton, il principe di Callac

Se permettete, questa volta parliamo di cani. E, se ripermettete, parliamo di breton.  Anche perché io ne ho uno, Zico, e ne sono entusiasta. Premesso: quando lo presi, dieci anni fa, andavo ancora a caccia e volevo un cane da ferma e non da “scaccio”, che non fosse ingombrante e che si prestasse a situazioni venatorie diverse. Forse pretendevo un po’ troppo. Prima di acquistare il cucciolo lessi alcuni libri, compreso “L’epagneul breton, piccolo grande cane da ferma” di Umberto Marangoni. E mai titolo fu più azzeccato per descrivere questo magnifico amico dell’uomo.

Liberandomi da giudizi condizionati dall’affetto, cercherò di descrivere i meriti e i limiti di questa razza. È un cane, date le dimensioni ridotte (media taglia), che si può tenere in appartamento, senza problemi. E non c’è bisogno di un’auto di grandi dimensioni per portarlo in giro. Si affeziona al padrone e al nucleo familiare, in particolar modo ai bambini. È un animale dal carattere socievole ma forte e sa farsi rispettare da razze anche più grandi. Dal punto di vista cinofilo, il breton è un cane a cerca brillante, di grande resistenza, che sopporta bene il caldo e il freddo e, soprattutto, sa in breve tempo adattarsi a qualsiasi terreno. In pianura può rivaleggiare con molti setter e pointer e il suo olfatto gli permette spesso di fermare a notevoli distanze. Ha stile brioso, un galoppo energico con grande spinta del posteriore e in quanto al riporto non ci sono problemi. Anche dall’acqua riporterà con gioia e decisione. Se ben addestrato, può rivelarsi anche un ottimo ausiliario per la battuta al beccaccino. Il breton, insomma, accontenta le esigenze di qualsiasi cacciatore.

Ma non solo dei cacciatori. Infatti, appeso il fucile al chiodo da tempo per scelta, mi ritrovo il mio fedele compagno a quattro zampe che, nonostante l’età avanzata, 11 anni appena compiuti, ha ancora tanta energia da sprigionare e quindi ha necessità di fare lunghe passeggiate. Con sommo benessere per me, pigro di natura e con la glicemia alta, perché mi costringe a darmi una mossa almeno tre volte al giorno. In casa, tolti i primi sei mesi di vita, nei quali gli si deve insegnare l’educazione, sarà un compagno che vi darà un sacco di soddisfazioni. Vi considererà un capo branco e ve lo troverete spesso tra i piedi, ovunque voi vi sediate. Con i bimbi (ho due nipotini) sarà l’amico a quattro zampe di giochi ideale: non mostrerà mai segni di nervosismo e si farà “maltrattare”, volentieri.  Lui, si mostrerà sempre attento a tutto e a tutti, e vi parlerà con le orecchie, che muove di continuo a seconda delle circostanze, il tono della voce e i rumori.  Quindi, concludendo, il “piccolo grande cane” è l’ideale per chi decide di intraprendere l’attività venatoria, ma anche per chi cerca un cane leale, vigoroso, attento e terribilmente socievole. Senza mai dimenticare di farlo scorrazzare almeno due, tre ore al giorno.

Chi ha tempo e volesse regalarsi un paio di giorni nella patria del breton, deve tassativamente andare a Callac che si dice sia la “capitale” di questa splendida razza. In questa cittadina, infatti, si contano da oltre cent’anni numerosissimi allevamenti di breton originari dell’Argoat. Callac ha 2.399 abitanti ed è situato nel dipartimento della Côtes- d’Amour, nella regione della Bretagna. Si trova a 28 chilometri a sud-ovest da  Guingamp e 20 a nord-est da Carhaix-Plouguer e Finistère. È bagnata dal piccolo fiume di Hyères, un affluente dell’Alder. È una destinazione turistica per il tempo libero e le vacanze, riconosciuta a livello nazionale organizzata, che offre servizi e piaceri: itinerari naturalistici, strutture ricreative, prodotti tipici da gustare, negozi, parchi giochi. Interessanti le visite alle rovine della chiesa di Nostra Signora di Botmel, ex basilica parrocchiale del 14esino secolo. Alla chiesa di San Lorenzo, costruita nel 1875 in stile neo gotico, che contiene una via Crucis e alcune statue antiche, in particolare Yves Saint con i baffi.  Si possono inoltre fare numerose passeggiate ed escursioni con percorsi di trekking, mountain bike, ciclismo per famiglia. Insomma, un piccolo villaggio nel cuore della Bretagna, ma noto in tutto il mondo.

E se volete conoscere meglio il breton, potete recarvi al museo Maison de l’Epagneul Breton, vero inno a questa razza. Qui troverete una mostra interattiva, filmati, foto, riproduzioni del pittore Riab, sculture di Richard Fath, amante dell’Epagneul ma anche delle animazioni in 3D, un simulatore che riproduce l’andatura molto particolare di questo cane, e una consolle “odorosa” per confrontare il senso dell’odorato umano e quello canino. Una particolare e interessante visita per tutta la famiglia… con o senza cane!

Per informazioni potete rivolgervi alla Pro-loco di Callac. Tel. +332 2 96455934 o sul sito ufficiale

Testo di Michele Focarete |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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