Un tempo qui crescevano le arance, poi arrivò la fantasia di Walt Disney e Anaheim divenne un parco giochi per grandi e piccini, ma anche una città a misura di turista

Per i più è Los Angeles. Per chi “conosce” è Anaheim, uno dei distretti della metropoli californiana, (parte della Greater L.A.) molto tranquillo fin dalla fondazione, a metà del 1857, da parte dei coloni tedeschi, che lo chiamarono così in onore del fiume Santa Ana unito alla parola “heim”, casa. E’ proprio lì che il più grande visionario del ‘900, Walt Disney, creò un mondo di fiaba che ha fatto e continua a far sognare milioni di grandi e piccini. Proprio sul fatto di far coincidere i desideri dei grandi e piccini si basò la visione del grande disegnatore che iniziò a immaginare questo parco a metà degli anni ’30 dello scorso secolo, prendendo spunti da parchi divertimenti, idee, sogni, costruzioni reali, visitati durante i suoi viaggi.

Era il 17 luglio 1955, alle 14, quando sotto un sole cocente Walt inaugurò la sua Disneyland su un terreno che consisteva di 160 acri che, prima di essere convertiti nel parco dei sogni, furono un aranceto, con 12mila alberi, 22 miglia a sud di Los Angeles. Oltre alla sua già considerevole fortuna come creatore di Mickey Mouse e ai finanziamenti delle banche di New York, Disney attinse anche alla rete televisiva ABC, ottenendo 17 milioni di dollari che gli consentirono di dare vita a quello che molti chiamavano “Walt’s follies”, la follia di Walt. La rete TV gli pose però la condizione che egli presentasse un programma tv per bambini; programma che sarebbe poi diventato il miglior viatico per far conoscere il parco e una vetrina mondiale incredibile. Anaheim ha ruotato completamente attorno a Disneyland per 60 anni, luogo magico che anno dopo anno è cresciuto aggiungendo sezioni, come l’ultima, quella dedicata alla saga intergalattica di Star Wars. Ma, oltre a questo, cosa offre Anaheim? Molto, molto altro. Certo, basta sapere dove guardare. Bisogno di suggerimenti? Eccone qualcuno.
Si può iniziare con il Founders’ Park, il piccolo spazio verde dedicato ai padri fondatori della città che oggi ha oltre 225mila abitanti. Vi darà un’idea di quello che doveva essere Anaheim all’inizio, prima della trasformazione nell’era di Disney, che in realtà aveva scelto Burbank per il suo parco, ma si rivelò “stretta” per la sua immaginazione. Qui troverete la Mother Colony House (1857), costruita da George Hansen, il colono tedesco, conosciuto come il padre di Anaheim, o la Woelke-Stoffel House, costruita nel 1894 da John Woelke, che giunse da Chicago, quando qui erano solo boschi di aranci e limoni.

Non si può pensare ad una visita negli USA, “scorporata” dall’aspetto culinario. L’Anaheim Packing District è il luogo dove sedare anche i più robusti appetiti, ricavato da un complesso di serre e opifici è oggi il paradiso per gli hipster foodies. Qui troverete Urbana (cibo messicano e cocktail robusti), Adya (cucina indiana e streetfood) e Black Sheep GCB (formaggio grigliato) con prezzi che partono per cenare in due da $30. La Packing House ospita anche un locale “alcoolico” The Blind Rabbit, dove i cocktail creativi sono di casa.
Downtown Anaheim, o CtrCity, è nota per la Center Street Promenade, una striscia di locali che dà il senso di un villaggio molto “friendly”. All’Okayama Kobo Bakery & Cafe, la pasticceria del sol levante soffice e vaporosa vi attende con la ciambella di fagioli rossi o i donuts, oltre ad un forte espresso, se vi fidate. K&A Cafe, annidato nella piccola Good Food Hall, in fondo alla strada offre eccellenti uova e pancake.

A pancia piena si apprezza di più la cultura, si può cominciare dal piccolo Muzeo Museum and Cultural Center, appena girato l’angolo di Center Street. E’ un piccolo museo della comunità con annessa galleria d’arte e circondato da loft urbani. E proseguire con lo storico 1908 Carnegie Library on the campus, che mostra la storia della città. Da esplorare velocemente con accenni alla cultura dei Nativi e ai loro attrezzi per giungere fino a memorabilia dello stesso Disney. Almeno metà della popolazione che risiede ad Anaheim è di origine latina, prevalentemente messicana. E la cucina non è da meno. Per esempio da Azules Coffee, dove suggeriamo di prendere gelato e “pandulce” fatti a mano che ben si sposano col caffè messicano. Per pranzo basta fare un salto al di là della strada da Taco Boy.

Il bello di Anaheim è che a poche miglia potrete trovare splendidi scorci di Oceano e località che è d’obbligo visitare per avere un quadro completo: come Huntington beach, ad esempio, patria del surf da onda, dove potrete anche imparare in un paio di ore di lezione a scivolare sul Pacifico.

Posto strano la California vero? Bene. Solo qui un team professionistico può prendere il nome di uno di fantasia tratto da un film (e non viceversa). E’ il caso degli Anaheim Ducks, team di hockey della N.H.L., fondato nel 1993 dalla Walt Disney Company, appena dopo il successo del film Mighty Ducks, storia di un team di ragazzini terribili e sgangherati che si impone grazie ad un ex avvocato ed ex giocatore che deve svolgere mansioni socialmente utili per guida in stato di ebrezza. Tutto da vedere. I Ducks, quelli veri, hanno vinto la Stanley Cup nel 2007 e giocano sul ghiaccio dell’Anaheim’s Honda Center, che si trova a fianco dell’Angels Stadium, casa dei L.A. Angels, la squadra di baseball della MLB.

E allora non resta che brindare ad Anaheim, che ama le birre artigianali. In città ci sono infatti almeno 15 marchi di ottima qualità: dalla Anaheim Brewery al Packing District alla The Bruery, o la Golden Road Brewing, la preferita nei post game party. E adesso che vi abbiamo incuriosito, non rimane che andare ad esplorare Anaheim, per grandi e piccini!
per informazioni sul sito di Visit Anaheim
Testo di Massimo Terracina |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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