Discovering Tuscany, scoprire la Toscana in Lamborghini

Anche quest’anno Discovering Tuscany esplora un nuovo angolo di Toscana a bordo di una super vettura che rappresenta l’eccellenza della motoristica italiana.

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La Lamborghini sullo sfondo del parco di Villa Cetinale nel comune di Sovicille ©Luca Bracali

Discovering Tuscany, giunto alla sua terza edizione, si è conclusa con un altro grande successo. La formula è nota: percorrere e riscoprire scorci di Toscana a bordo di un’auto di eccellenza.

L’appuntamento di quest’anno, che ha toccato alcuni dei luoghi meno conosciuti della Regione, è stato effettuato a bordo di una lussuosa ed elegante Lamborghini Aventador SVJ Roadster.

La vettura è una super car a tutti gli effetti: prodotta in soli 800 esemplari, dispone di una tecnologia davvero hi-end, come il telaio in monoscocca in fibra di carbonio, le sospensioni push-rod attive magneto-reologiche (come in Formula 1), le quattro ruote motrici e sterzanti; inoltre il sistema Ala con aerodinamica attiva ed infine il propulsore che è un V12 da 6.5000 centimetri cubici capace di sviluppare 770 cavalli. Non solo classe, però. Le prestazioni sono da capogiro: si passa da  0 a 100 km/h in 2.9 secondi.

L’inizio dell’avventura

L’avventura di Discovering Tuscany quest’anno ha avuto inizio da San Gimignano. Il borgo, che sorge sulla sommità di una collina, ha una storia millenaria: fu, infatti, voluto dagli Etruschi nel III secolo A.C. per avere un controllo strategico sulla Val d’Elsa. Il simbolo di San Gimignano sono le sue torri che nel XIV sec., all’epoca del suo massimo splendore, erano 72.

San Gimignano famosa per le sue torri ©Luca Bracali

Oggi di queste costruzioni ne restano soltanto 13: nonostante tutto rappresentano ancora uno degli esempi più importanti dell’architettura medioevale in Toscana, tanto che hanno consentito a San Gimignano di entrare a far parte dei patrimoni Unesco nel 1992.

Tra storia e architettura

Il viaggio-avventura è poi proseguito alla volta dell’eremo di Monte Siepi, nel Senese, uno dei luoghi più mistici della Regione. In questa imponente cappella è conservata, vicino all’altare, una spada nella roccia.

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La spada nella roccia custodita nell’Eremo di Montesiepi ©Luca Bracali

La posizione di quell’arma richiama alla mente le leggende legate a Re Artù: secondo la tradizione, invece, fu Galgano Guidotti, cavaliere amante della vita dissoluta, ad averla infissa nella roccia in segno di penitenza per la sua esistenza piena di peccati, rinunciando per sempre alla vita mondana. Galgano diventò santo e l’abbazia, che si trova a poche centinaia di metri, prende il suo nome.

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L’abbazia di san Galgano, in Toscana ©Luca Bracali

San Galgano è un’abbazia cistercense e la sua caratteristica è quella di avere mura portanti ma di essere senza tetto a causa di un fulmine che colpì il campanile nel 1786. Il fatto di essere “plein-air” ne evidenzia l’articolazione stessa della sua struttura architettonica.

Sovicille e dintori, la Toscana meno conosciuta

La terza tappa, a mezz’ora di distanza, conduce in un altro borgo poco conosciuto anche dagli stessi toscani: Sovicille. Questa località, come i suoi dintorni, merita una visita perché ricchi di storia e di tesori architettonici.

Tra questi figura il castello di Celsa, creato come baluardo a difesa della Repubblica di Siena attorno al 1200. Il fascino antico della suggestiva fortezza è esaltato dai giardini che lo adornano e dal bosco che lo circonda.

Nelle vicinanze merita una visita anche un’altra meraviglia storico-architettonica: Villa Cetinale. L’edificio fu costruito XVII secolo dalla famiglia Chigi per celebrare l’elezione di Fabio Chigi come Papa Alessandro VII.

Il parco che lo circonda, avvolto in un tranquillità quasi eterea, è così deliziosamente armonioso che lascia senza parole.

Per visitarlo si può partire dal giardino degli agrumi nel retro villa per poi proseguire lungo un’asse che corre per oltre 100 metri attraverso un viale di cipressi che si collega alla famosa Scala Santa formata da oltre 300 gradini in pietra che corrono ripidi per 600 metri.

Le scale collegano la villa al romitorio che fungeva pure come spedale per viandanti e pellegrini. In passato, i monaci penitenti, per espiare i loro peccati, per ordine del Papa dovevano percorrere la scalinata sulle loro ginocchia.

L’ultima imperdibile tappa

Il comprensorio di Sovicille conserva un altro tesoro di immenso valore storico–architettonico: il chiostro di Torri. La struttura, uno dei siti medioevali meglio conservati dell’intera zona, fu fatto costruire attorno alla sua abbazia da Papa Alessandro II nel 1069 dai monaci vallombrosani, chiamati dalla Repubblica di Siena per bonificare la zona paludosa che da qui si estendeva fino a Grosseto.

In Lamborghini Aventador lungo le strade di Toscana ©Luca Bracali

Il chiostro fu terminato nel 1300 anche grazie all’aiuto dei pellegrini che percorrevano la via Francigena e ai quali i monaci, in cambio di vitto e alloggio, chiedevano la loro manodopera.

Così si è conclusa la terza edizione di Discovering Tuscany: prima di rientrare siamo tornati sui nostri passi per fermarci nuovamente di fronte all’abbazia di San Galgano. Ed è qui, nella magia dell’ora blu quando il sole è da poco tramontato e il cielo si colora di un blu intenso, abbiamo voluto goderci la magia di un momento senza fine.

Testo e foto di Luca Bracali|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com