Anche la cucina delle Seychelles, come la lingua, la musica, l’arte è il risultato della mescolanza di culture diverse che hanno saputo fondersi e dare origine a qualcosa che è molto di più della somma dei suoi componenti.

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Il curry di pesce con riso al cocco, una ricetta tradizionale delle Seychelles ©Shutterstock

In particolare antiche ricette africane e altre provenienti dall’India costituiscono la base di molti piatti tipici delle Seychelles, nati dalla disponibilità di materie prime presenti nel paese.

Solo negli ultimi decenni l’importazione ha messo a disposizione una maggiore varietà di alimenti.

Ciò nonostante, i prodotti di base della cucina creola non sono tanti, ma vengono sapientemente combinati in modo tale da proporre una grande varietà di ricette.

Quando il poco diventa tanto

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Gli ingredienti base della cucina creola delle Seychelles ©Lucio Rossi

Si tratta di pollo, lenticchie, riso, curry, vegetali, in particolare manioca (cassava) e patate dolci, frutta, prima fra tutti la banana e, soprattutto, il pesce, il principale prodotto in termini di consumo.

Viene utilizzato fresco, in una incredibile varietà di modi, ma anche messo sotto sale ed essiccato.

Alle Seychelles la pesca è abbondante da ottobre ad aprile poi, da maggio a settembre il pesce si sposta in alto mare. Al giorno d’oggi non è un problema, perché si riempiono i congelatori finché la pesca è abbondante. Un tempo, invece, l’unico modo di continuare a consumarlo era salarlo e lasciare che l’aria provvedesse a essiccarlo.

Ancora oggi è prassi comune mettere i tranci a bollire, perché perdano il gusto del sale, e lasciarli cuocere nel latte di cocco con cipolle, curry, limone, pepe, olio, zenzero e timo.

Non serve molto altro per la preparazione dei piatti della tradizione, oltre naturalmente, al cocco.

Lo abbiamo lasciato per ultimo, ma, in realtà, è il principe delle ricette e non solo.

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Il latte di cocco è uno degli ingredienti base della cucina delle Seychelles ©Shutterstock

È importante sottolineare come gli alberi da cocco siano sempre stati una ricchezza ineguagliabile, impiegata in moltissime forme.

I tronchi erano adoperati per costruire le case, le foglie costituivano il tetto e fungevano da tende. Le radici, messe in infusione, avevano poteri curativi alle vie urinarie, dalla linfa si ricavava (e in qualche casa si ricava ancora) un vino piuttosto alcoolico, il kalu.

I frutti, contenenti il noto liquido, erano ottimi per dissetarsi e dalla polpa si estraeva il latte, poi usato in vario modo per cucinare. È, tuttora, alla base delle ricette creole.

I gusci esterni, seccati, servivano come combustibile.

Dal processo di spremitura e bollitura delle fibre della polpa si otteneva la copra, la cui esportazione era, fino alla fine degli anni Sessanta, l’unica risorsa economica dell’arcipelago.

Le ricette tipiche delle Seychelles

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Le banane verdi vengono consumate cotte ©Shutterstock

Il Ladob è un piatto sia dolce che salato. Nel primo caso si mettono a bollire nel latte di cocco zuccherato alcune plantains, le banane verdi, non commestibili crude. Si aggiunge manioca, vaniglia e frutto dell’albero del pane, fino a ottenere una salsa cremosa.

Nella versione salata si segue lo stesso procedimento, eliminando lo zucchero e la vaniglia, sostituiti con il pesce essiccato.

Un’altra ricetta antica è lo squalo al chutney, una salsa di spezie, frutta, zucchero e aceto.

Si schiaccia la carne di squalo e si mette a bollire, per poi mescolare il tutto con un trito di bilimbi, un frutto acidulo, e cipolla fritta.Viene servito con le lenticchie decorticate.

Il pesce, il prodotto principale delle Seychelles

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Pesci di bariera al Sir Selwyn Clarke Market di Mahe ©Lucio Rossi

Uno dei modi in cui viene cucinato è fritto. Niente di simile alle nostre fritture di calamari e gamberi. Qui viene utilizzato pesce di barriera, spesso tagliato a filetti e fritto nel burro. Dopo la cottura rimane a marinare in una salsa di pomodoro e peperoncino piuttosto piccante.

È la famosa “salsa creola”. Prima di assaggiarla è bene chiedere quanto è forte. In certi casi i palati più delicati potrebbero soffrire.

Mackarel

È un pesce simile al nostro sgombro, economico e adatto anche alle tasche degli abitanti meno abbienti.

Raramente si mette ai ferri, ma cucinato con il curry e altri aromi, che gli conferiscono un gradevole sapore.

Pesce alla griglia

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Pesce fresco alla griglia nel mercato locale di Mahé ©Shutterstock

Alle Seychelles il modo più comune di cuocere il pesce è alla griglia.

Non c’è ristorante o resort che non l’abbia in menù e anche chi sceglie di soggiornare in una casa privata non resiste a lungo alla tentazione di usare l’onnipresente barbecue.

Le specie che meglio si adattano a tale cottura sono il Job fish (simile al branzino), i Carangues, grossi carangidi tagliati a fette, i barracuda, i Jack fish (una specie di luccio di mare).

Il pesce più pregiato, è il Red snapper, un dentice dei mari caldi le cui carni sono le più apprezzate da qualunque buongustaio di ogni nazionalità.

Insalata di polpo

Non va assolutamente snobbata. Si tratta di uno dei piatti più graditi.

La carne, tagliata a piccoli dadi, viene fatta cuocere a lungo e poi mescolata ad una salsa a base di latte di cocco e curry. Imperdibile!

Non solo pesce

Il secondo prodotto più consumato dopo il pesce è il pollo, cucinato fritto, alla griglia e in innumerevoli modi dove la costante è il curry.

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Il Curry di pollo è un piatto molto comune e viene accompagnato dal riso bianco ©Lucio Rossi

Fra i contorni occupa un posto d’onore L’Insalata del Milionario. Si chiama proprio così, per via della sua rarità. Un tempo era riservata ai ricchi, che potevano permettersi di abbattere una palma per poterla gustare.

Si tratta, infatti, del palmito, più noto come cuore di palma. Si ricava dalla parte interna del tronco  e, per estrarlo, non c’è altro modo che abbattere la pianta.

Quando ciò avviene nelle apposite piantagioni, regolarmente rinnovate, l’impatto ecologico è basso, ma in natura è meglio evitarlo. Ha l’aspetto di un cilindro bianco con un sapore delizioso che ricorda quello dell’asparago bianco.

Viene servito come antipasto, in insalata con altri prodotti in base all’estro dello chef.

Molto comune è il Chatinis, una salsa piccante utilizzata in tanti modi come accompagnamento di molte ricette.È una combinazione di zenzero, aglio e peperoncino associata ad alcuni frutti locali, come papaya, mango.

Si tratta di un condimento molto utilizzato, più o meno piccante in base ai gusti di chi lo prepara.

Come portata unica va indicato il Gros Manher, una ricetta a base di patate dolci o manioca, preparate con una salsa zuccherina, servite con pesce e contorno di riso e verdure.

Una ricetta per coraggiosi

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Il pipistrello della frutta è un animale molto comune sulle isole delle Seychelles ©Shutterstock

Un piatto tipico delle Seychelles, servito in pochi e selezionati ristoranti, è il Kari Sousouri, in creolo, o Bat Fruit in inglese. In italiano lo chiameremmo Pipistrello della Frutta.

Ebbene sì, parliamo di grossi pipistrelli che si nutrono solo di frutta e sono commestibili.

La ricetta tradizionale prevede la spellatura e pulizia dell’animale, che poi è bollito nel latte di cocco con cipolla, aglio, zenzero, sale e condito con abbondante curry. Nei ristoranti vengono eliminati tutti gli ossicini, per cui chi gusta il Kari Sousouri non si accorgerebbe nemmeno cosa sta mangiando se non lo avesse appositamente ordinato.

Una ricetta più “esplicita” prevede una salamoia di pezzi interi nel vino rosso e vari tipi di spezie per 24 ore. Poi è sottoposto ad una lunga cottura e servito insieme al vino. In questo caso è facile riconoscere cosa stiamo assaggiando. Comunque non c’è da preoccuparsi: le ali vengono rimosse e buttate via prima di cominciare la preparazione.

I dolci delle Seychelles

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Fagioli di vaniglia essiccati, ingrediente indispensabile per i dessert tipici delle Seychelles ©Lucio Rossi

Fra i dolci preferiti dagli abitanti delle Seychellec’è il Daube; si tagliano a fette le banane verdi sbucciate che poi vengono adagiate su un letto di foglie e bastoncini di vaniglia. Si spolverano di zucchero e coperte con il latte di cocco.

Dopo una mezz’oretta di cottura il Daube è pronto.

Altrettanto apprezzato è il Gato Kreol, preparato con farina di cocco lievitato e marmellata di papaia, che, prima della cottura, viene tagliata a fettine e avvolte su se stesse.

In alcuni ristoranti, al termine di un pranzo o una cena, viene chiesto al cliente se desidera il Koud Pwen, deliziose polpette di manioca. Sono squisite, tuttavia una di quelle sazia quasi quanto l’intero pasto.

Più adatta alla colazione è Carotte Bananas, una banana arrotolata in una foglia, fritta e farcita con vaniglia e miele.

La frutta

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Un banco di frutta in un mercato locale delle Seychelles ©Shutterstock

La varietà di frutta venduta nei mercati o lungo le strade è tanta e tale che si potrebbe vivere mangiando solo quella.

Non tutti i frutti sono sempre reperibili, poiché in alcuni periodi dell’anno non sono disponibili.

Oggi, in realtà, molti vengono importati, ma è preferibile gustare quelli di stagione.

Molti frutti vengono consumati sia crudi che come insalata, in base al grado di maturazione.

Sempre presenti sono le noci di cocco e le banane; ne esistono almeno venti varietà diverse.

Da quelle piccole (dolcissime) a quelle di dimensioni maggiori, sempre ottime.

Poi il corasol, dalle accertate proprietà antitumorali, il mango, la papaya, la golden apple, dall’interno giallo e dolce, i frutti della passione, frilapasyon in creolo, il karambol che, tagliato, ha la forma di una stella, la guava, con una polpa rosa e un gran numero di minuscoli semi, tutto commestibile.

Poi ci sono gli avocadi e i jamalac, dalla forma che ricorda una pera e l’interno bianco e gustoso, il tamarindo, piuttosto piccante e il Kerde Bef, per la sua forma vagamente a cuore. L’interno del frutto è dolce e pastoso.

Molti di questi frutti sono reperibili anche in Italia, ma il loro sapore è solo simile a quello dei gemelli gustati freschi e appena raccolti.

Le bevande

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Il rum Takamaka, tipico liquore delle Seychelles ©Shutterstock

Sicuramente alle Seychelles si possono bere vini e superalcolici, ma si tratta di prodotti importati e presenti in tutto il mondo.

Il consumo di bevande analcoliche è anch’esso indirizzato all’onnipresente Coca Cola o Sprite.

Diverso è il discorso per la birra e il rum.

Alle Seychelles si producono due diverse marche.

La più venduta è la Seybrew, l’altra è l’Eku. Sono entrambi gradevoli e vendute in bottiglie da 280ml. Una curiosità: per evitare la dispersione del vetro nell’ambiente, i venditori riconoscono un modesto rimborso per i vuoti.

A Mahè c’è l’unica azienda che produce rum, la Takamaka Rum Distillery.

La canna da zucchero proviene dall’interno dell’isola e viene portata regolarmente alla distilleria da oltre una trentina di agricoltori.

I metodi di lavorazione, naturalmente, seguono le normative attuali, ma, a detta degli intenditori, l’aroma del rum che esce dalla distilleria è particolarmente gradevole e unico.

Concludiamo con il Kalu, un vino ottenuto dalla fermentazione della linfa delle palme da cocco. È molto difficile trovarlo perché la produzione è ormai limitata a poche persone per uso personale.

In qualche resort, in occasioni particolari, viene offerto agli ospiti. Se siete fra i fortunati, non mancate di provarlo.

Testo di Pier Vincenzo Zoli |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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