Anversa è una città che conserva gelosamente il suo passato ma  che guarda anche al futuro. Un futuro fatto di architetture ardite, di recuperi di spazi industriali, di soluzioni urbanistiche green. Tutto da scoprire in un itinerario che non rinuncia ai must see ma che propone anche nuove tappe.  

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Panorama sulla centro della città di Anversa con il campanile della cattedrale di Nostra Signora che svetta su tutto @Shutterstock

1. Una Cattedrale da Guinness dei Primati

La cattedrale di Nostra Signora (Onze-Lieve-Vrouwekathedraal) è la più grande cattedrale del Belgio e il suo campanile (inserito nella World Heritage List dell’Unesco) è il più alto di tutto il Paese. Stiamo parlando, insomma, di uno dei più straordinari esempi di architettura gotica presenti in città.

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La navata centrale della Cattedrale di Anversa @Lucio Rossi

L’interno, poi, regala un incontro ravvicinato con la straordinaria pittura di Rubens e le sue grandiose pale d’altare che ricostruiscono i momenti salienti della passione di Cristo.

Ma accanto a vetrate gotiche, a pulpiti barocchi, a cappelle ottocentesche in cattedrale è presente anche una importante testimonianza dell’arte contemporanea, la statua L’uomo che porta la croce di Jan Fabre, uno dei più creativi artisti del Paese.   

2. Una piazza … a portata di mano

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La Grote Markt con al centro la fontana di Brabo e i palazzi delle Gilde @Lucio Rossi

Grote Markt (in italiano Mercato Grande) è la piazza principale della città. Scenografica, ovviamente, circondata com’è da case e palazzi che raccontano i secoli d’oro di Anversa: dall’imponente Stadhuis (il Palazzo del Comune, anche lui col bollino UNESCO) alle antiche residenze delle potenti corporazioni cittadine (le Gilde) come quella dei bottai e quella degli arcieri, quella dei tessitori e quella dei conciatori, ognuna sormontata da una statua dorata che ricorda l’attività della Gilda ospitata nei suoi spazi.

Il centro della piazza, invece, è occupato da una fontana, la Fontana di Brabo, che ricostruisce un episodio della mitologia fiamminga: narra la leggenda che i marinai di Anversa dovessero pagare un pedaggio ad un malvagio gigante che impediva loro il passaggio sulla Schelda. Se si rifiutavano, lui li puniva con il taglio di una mano.

Brabo, allora, sfidò a duello il gigante, lo sconfisse e lo punì tagliandogli una mano e gettandola nel fiume (è questo momento che viene immortalato dalla fontana). Sempre secondo la leggenda, da questo evento prese il nome la città, dalla combinazione di “hand” (mano) e “werpen” (lanciare)

3.  Middelheim, ovvero art in the park

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Il parco Middelheim dove sono collocate numerose installazioni di arte contemporanea @Shutterstock

Le sculture di Rodin e Manzù. Ma anche quelle di Calder e Cascella, di Ai Weiwei e Henry Moore. Sono solo alcune delle opere che, integrate perfettamente negli spazi verdi di Middelheim, fanno di questo parco cittadino un vero e proprio museo en plein air con una raccolta impressionante (oltre 200 opere) di arte visiva che si scoprono seguendo uno “Sculpture Trail” sul proprio smarphone.

La storia del parco-museo è abbastanza semplice: dando seguito alla prima mostra internazionale di scultura organizzata in città una settantina di anni fa, la Municipalità di Anversa decise di istituire un museo permanente di sculture all’aperto.

Con gli anni la collezione si è arricchita di lavori dei più famosi e creativi scultori del mondo e oggi Middelheim è un parco-museo (che si estende per oltre 27 ettari) che contiene il Braem Pavillion (destinato ad ospitare sculture piccole o fragili ed opere della collezione che non possono essere esposte all’aria aperta) e il nuovo padiglione semi-aperto The House. 

4. MoMu, tra arte e fashion

Se a Milano c’è il quadrilatero della moda, ad Anversa c’è addirittura un intero quartiere dove trovare le boutique delle grandi firme (una per tutte quella di Dries Van Noten). Ma il fulcro di questo Fashion District è senza dubbio il MoMu, vale a dire il Museo della Moda, riaperto da poco dopo accurati lavori di restyling.

Il nuovo spazio espositivo ricavato al pianterreno ospita un allestimento permanente che mette in mostra la moda belga (e internazionale) d’avanguardia utilizzando silhouette, immagini e materiale di archivio della collezione del MoMu, che vanta oltre 38.000 pezzi.

Ma poi, ai piani superiori, ci sono esposizioni temporanee che si avvicendano, come succede per le collezioni delle fashion week, due volte l’anno. Fino a febbraio 2023, per esempio, è visibile Mode & de Psyche, dove installazioni artistiche e moda d’avanguardia dialogano in modo sorprendente tra bambole e manichini, cyborg e avatar.

5. Birra. E sai cosa bevi

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Seef beer, la birra di Anversa @Lucio Rossi

Tra le più conosciute e apprezzate dai beer addict, la birra in Belgio non è solo una bevanda ma è usata anche per cucinare, per insaporire golose preparazioni, per aromatizzare formaggi, ed è talmente amata che ha al suo attivo una trentina di musei a lei dedicati.

La birra belga, inoltre, può appuntarsi all’occhiello anche il bollino UNESCO come “patrimonio culturale immateriale dell’umanità”: lei è “molto più che alcol- secondo l’Unesco – è l’insieme di tradizioni ereditate e tuttora praticate, grazie alla trasmissione di generazione in generazione”.

Pronti, allora, per una full immersion nel mondo dorato della birra ad Anversa? Va detto che ovunque, in città, si beve (birra) bene e tanto.

Ma per assistere da vicino al making of di Seef la storica birra di Anversa, preparata seguendo una ricetta plurisecolare), delle sue sorelline più o meno luppolate e per una degustazione orizzontale (di solito cinque tipi) delle specialità della casa  bisogna andare alla Antwerpse Brouw Compagnie, ad una manciata di minuti dalle strutture immaginifiche del Port House di Zaha Hadid.

6. Anversa e Schelda, una accoppiata vincente

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Il fiume Schelda, che taglia la città di Anversa, nella foto il traghetto che attraversa il fiume verso Linkeroever, il quartiere sulla riva sinistra della Schelda @Lucio Rossi

Anversa non sarebbe Anversa senza il suo fiume. Che nei secoli è stato una importante via di comunicazione, sede del porto e anche uno strumento di difesa. Non a caso, proprio sul Lungo Schelda si trova Het Steen (ossia La Pietra), una fortezza medievale, costruita per difendere la città dalle incursioni vichinghe, poi ampliata e per volere dell’imperatore Carlo V.

Oggi Het Steen racconta con le sue installazioni immersive la storia della città e del suo fiume e, una volta raggiunte le sue terrazze, regala una vista super sulla città, sul fiume, su Linkeroever (il quartiere sulla riva sinistra della Schelda).

Il fiume si naviga: oltre ai cargo e alle chiatte che risalgono (o scendono) la corrente, infatti, un servizio (gratuito!) di navette permette l’attraversamento del fiume fino alla riva opposta e il Waterbus solca la corrente della Schelda nelle due direzioni.

Ma anche dalla terraferma, il lungo-fiume ha il suo fascino: passeggiate slow su viali e boulevard sopraelevati, una ruota panoramica che col buio diventa un caleidoscopio di colori e di luci, ristoranti e locali che consentono vedute super romantiche sui tramonti infuocati.

7. MAS, il museo con vista

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Una suggestiva immagine del MAS di Anversa @Shutterstock

Il MAS, ovvero Museum aan de Stroom (Museo sull’acqua) è ospitato in una torre imponente (alta dieci piani) rivestita con lastre di pietra rossa decorate da migliaia di antwerpsehandjes (vale a dire le manine di Anversa) che ricordano la leggenda del guerriero romano Brabo.

Il museo racconta la storia della città, del suo fiume, del suo porto e dei suoi contatti con il resto del mondo. Ogni piano svolge un tema ma ci sono anche spazi per mostre temporanee e ogni livello permette di godere di viste spettacolari sulla città e sul fiume.

Ma il massimo si raggiunge al decimo piano (ci si arriva con comode scale mobili e l’accesso alla terrazza è gratuito) dove, fino a mezzanotte, la vista si allarga su Anversa, su suoi palazzi storici, sui campanili e le cupole, sulle strutture, lontane ma non troppo, del nuovo porto cittadino.

8. Plantin Moretus: casa, tipografia, museo

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Una delle sale all’ingresso del Museo Plantin-Moretus @Lucio Rossi

Ecco un altro sito UNESCO della città: il Museo Plantin-Moretus, la residenza suggestiva e teatrale di uno dei più importanti stampatori ed editori del ‘500, Christophe Plantin, che abitava qui e qui aveva il suo laboratorio, la sua casa editrice, una delle più famose e creative nell’Europa della Controriforma.

Stampatore raffinato, Plantin pubblicò libri di grande valore, alternando con destrezza libri sacri (famose le sue Bibbie) e manuali scientifici, trattati di botanica, atlanti e classici latini. Alla sua morte, la casa editrice passò nelle mani del genero Jan Moretus che continuò nella produzione di libri preziosi e curatissimi.

La casa-museo contiene le testimonianze della vita quotidiana e del lavoro della dynasty Plantin-Moretus, contiene una ricca collezione di vecchie macchine da stampa, un’ampia biblioteca, archivi e opere d’arte inestimabili, tra cui un dipinto di Rubens.

9. Zaha Hadid e il suo diamante

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La Port House di Anversa, creata dal genio dell’archistar Zaha Hadid @Lucio Rossi

L’architettura contemporanea, in città, convive con le strutture e gli stili del passato, più o meno prossimo. Uno degli esempi più lampanti di questa architettura fusion è la Port House creata dal genio della archistar Zaha Hadid. Vista da lontano sembra un veliero ancorato sul tetto di una centenaria caserma dei pompieri.

Poi a mano a mano che ci si avvicina si scopre che il gigantesco veliero è ricoperto da centinaia di triangoli di vetro con diverso orientamento, in modo da riflettere la luce come un gigantesco diamante. E “The Diamond” era il soprannome che Hadid aveva dato alla sua creazione.

Destinata ad ospitare gli uffici della Capitaneria di Porto, la Port House è una parte integrante della vita della città: il nuovo punto di riferimento dello skyline di Anversa può essere infatti visitato con delle specifiche visite guidate per scoprire i dettagli della sua architettura e godere di una vista mozzafiato su porto e città.  

10. Una stazione regale

L’arrivo in città in treno è un colpo di teatro. Ad attendere i viaggiatori, infatti, è una stazione gioiello, la Antwerpen Centraal Station, fatta costruire, più di un secolo fa da Leopoldo II (i suoi sudditi lo avevano ribattezzato, scherzosamente, il re costruttore), un vero e proprio fenomeno di architettura ferroviaria dove l’eclettismo architettonico si diverte a mescolare i secoli e gli stili e dove i materiali di costruzione diventano co-protagonisti dell’edificio.

Le rigorose eleganze Neorinascimentali, infatti, si sposano con gli svolazzi spumeggianti del Neobarocco e fanno da contrasto alle fioriture e ai mosaici Neobizantini dell’Art Nouveau.

Ghisa, acciaio, vetro, cemento e marmi si combinano nelle cupola della sala d’attesa, nella grande volta che protegge i binari, nel viadotto che dalla stazione conduce fuori città, nelle gigantesche statue che decorano interni e facciate.

Dichiarata la più bella stazione del mondo, la “Cattedrale delle ferrovie” (così la chiamano gli abitanti di Anversa), accoglie ogni giorno circa 25 mila viaggiatori che transitano su oltre trecento treni che si dispongono sui tre livelli degli arrivi e  delle partenze.

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Testo di Enrico Saravalle foto di Lucio Rossi|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com


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