Perla delle Fiandre. Antica e modernissima. Storico crocevia di commerci internazionali e capitale mondiale nella lavorazione dei diamanti. Anversa è un concentrato di arte, moda, design ma anche un compendio ragionato e compatto delle più suggestive manifestazioni architettoniche degli ultimi cinque secoli.

Tante personalità e tante storie per una città da scoprire, vedere, vivere. C’è l’Anversa barocca, per esempio, che racconta i suoi Secoli d’Oro quando, tra ‘600 e ‘700, la città controllava il commercio mondiale e la sua ricchezza richiamava pittori, scultori e architetti che la abbellirono di preziosi monumenti e opere d’arte.
C’è l’Anversa industriale, oggi secondo porto d’Europa e sesto al mondo, punto d’incontro tra i traffici internazionali e i bacini industriali del Vecchio Continente.
E c’è l’Anversa proiettata nel futuro, capace di diventare una città laboratorio di nuove tendenze, di soluzioni architettoniche ardite e smart; capace anche di trasformare gli antichi edifici industriali, i dock del vecchio porto e i magazzini in disuso in loft residenziali, gallerie, club, bar e ristoranti.
Cosa vedere ad Anversa

Attraversata dal fiume Schelda, Anversa (qui, in olandese, è Antwerpen) vale un viaggio anche solo per i suoi monumenti antichi: il castello medievale Het Steen (dove si trova il nuovo Visitor Center), la Cattedrale gotica di Onze-Lieve-Vrouwekathedraal (la Cattedrale di Nostra Signora) e la Grote Markt Plaats su cui si affacciano il Palazzo Comunale e i Palazzi delle Gilde, sede, un tempo, delle potenti corporazioni della città.
Ma c’è dell’altro, ovviamente. Anche se non si arriva o si parte in treno, la Antwerpen Centraal Station (la Stazione Centrale, che nel 2014 è stata eletta la stazione ferroviaria più bella del mondo) merita una visita: opera architettonica da Sindrome di Stendhal, costruita tra il 1895 e il 1905 per volere del re Leopoldo II, è considerata un capolavoro assoluto di architettura ferroviaria, mix di stili (dal Neorinascimentale al Neobarocco all’Art Nouveau) e materiali (marmo, ferro e acciaio, vetro).

Carattere eclettico, quello della Centraal Station che raggiunge diversi picchi di grandeur: dai 75 metri d’altezza della cupola della hall alle imponenti statue allegoriche degli interni e delle facciate al monumentale scalone d’ingresso.
Una camminata nella storia

Castelli, ville, palazzi e residenze, in città, sono gli autorevoli testimonial di stratificazioni artistiche e architettoniche: raccontano un tempo passato, che però guarda al presente e si proietta verso un futuro postmoderno.
Il campionario di stili, dal Gotico al Rinascimentale al Barocco per approdare all’Art Nouveau, si amalgama tra vie e piazze: così dopo il tuffo nel passato della Grote Markt e di Het Steen, ci si perde nel suggestivo labirinto di Zurenborg, uno dei più iconici quartieri della città con il suo concentrato di case a schiera in stile Art Nouveau e altri stili del fin de siècle, come il Neogotico, il Neorinascimento, il Neoclassico.
Un particolare curioso è che le case hanno un nome suggerito dai mosaici, dalle vetrate, dalle statue che le decorano: c’è, per esempio, la Casa di Apollo, quella della Cicogna, quella di Carlo Magno e via così, tra ricordi di scuola, erbari e manuali di botanica, suggestioni mitologiche.
Un fiume e una città

Capita anche altrove. E capita anche ad Anversa. La città, come Londra, Parigi, Roma, è divisa a metà da un fiume, la Schelda che, nel corso della storia, è diventato il coprotagonista delle fortune cittadine: proprio grazie alla posizione strategica sull’estuario del fiume, infatti, il porto di Anversa è stato, ed è ancora, uno dei luoghi consacrati al commercio internazionale.
Pur avendo contribuito allo sviluppo economico della città, per secoli il fiume ha rappresentato anche un ostacolo per gli abitanti di Anversa: non esistevano, infatti, ponti che collegavano le due rive e che mettevano in comunicazione la città col quartiere di Linkeroever (la rive gauche cittadina) e l’unico modo per passare da una parte all’altra, infatti, era imbarcarsi su traghetti e ferry boat.
Poi, quasi cento anni fa, la grande idea: la costruzione del Sint-Anna tunnel, un tunnel di quasi 600 metri che permette a bikers, pedoni e podisti di attraversare il fiume in tutta sicurezza (il tunnel è off limits per auto e veicoli a motore), a più di trenta metri sotto il livello della Schelda.

Ma chi vuole godere di una vista particolare sullo skyline della città dal fiume può ancora imbarcarsi su uno dei battelli che ogni quarto d’ora tagliano la corrente del fiume.
Il lungo Schelda è, insieme, centro e periferia, quartiere e città, realtà e fantasia: restauri e restyling intelligentemente accurati l’hanno trasformato in luoghi di socialità allargata, di cultura, di tendenza, frequentati dalle tribù urbane più trendy.
È sul lungo fiume, per esempio, più precisamente nel distretto di Eilandje, che si visita il MAS (Museum aan de Stroom, letteralmente Museo sull’Acqua) uno dei più importanti musei della città, che con i suoi dieci piani è uno dei tratti distintivi del profilo cittadino.
E sempre lungo la Schelda, l’archistar Zaha Hadid ha realizzato la sede dell’autorità portuale di Anversa, un’opera a metà strada tra il miracolo di ingegneria e la scommessa architettonica ispirata ai diamanti, uno dei simboli della città.
Se la moda chiama

Non più Milano, Parigi, Londra e New York, o comunque non solo. La moda si delocalizza. Ed ecco che le vie intorno alla Nationale straat sono diventate il luogo geometrico del cosiddetto Fashion District, vale a dire un quartiere ad alta densità di spazi moda dove si scopre il Mode Natie, che comprende il dipartimento dell’Accademia Reale di Belle Arti e il MoMu, Fashion Museum dove accanto alla esposizione permanente di modelli e creazioni delle grandi griffe della moda vengono allestite mostre periodiche.
Qualcuno ricorderà che dalla scuola di Anversa sono usciti i famosi Antwerpen Six, sei creativi (tra di loro Dries Van Note e Dirk Bikkembergs) che hanno cambiato la storia del fashion system in Belgio, in Europa, nel mondo.
Oltre al MoMu, nella zona i flagship store di designer nazionali come Dries van Noten e Christian Wijnants si incontrano anche le boutique di stilisti dell’ultima generazione che mixano, nelle loro creazioni, tradizione e contemporaneità, folclore locale e visione cosmopolita, unicità e sostenibilità.
Zuid e Nieuw Zuid

Grandi viali alberati. Planimetrie a stella. Piazze che diventano luoghi di socialità e d’incontro. Questo è Zuid, uno dei quartieri più alla moda della città. Nato, nel 1875, dopo la demolizione dalla Cittadella Spagnola, ricorda molto lo “stile Haussmann”, vale a dire quello stile architettonico che cambiò l’aspetto di Parigi a partire dal Secondo Impero.
Quello di Zuid, insomma, è uno stile moderno, che coinvolge ogni aspetto del quartiere, dalle strade alle facciate degli edifici, dal verde alle piazze e in 25 anni ha trasformato una zona marginale della città in uno dei quartieri più alla moda.
Qui, per esempio, si trova il KMSKA, il Museo delle Belle Arti, fresco di riapertura dopo un restyling durato dieci anni che ne ha ridisegnato, audacemente, gli interni, lasciando intatti gli esterni. Pochi minuti a piedi ed ecco, tra la Schelda e il nuovo Palazzo di Giustizia, Nieuw Zuid, nuovo quartiere cittadino e laboratorio per l’economia circolare.
Qui, infatti, vengono sperimentate nuove tecniche di vita sostenibile per ridurre al minimo l’impatto delle abitazioni con alloggi panoramici costruiti intorno ad un nucleo centrale, planimetrie flessibili per gli appartamenti e ampi spazi esterni declinati sul verde.
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Testo di Enrico Saravalle foto di Lucio Rossi|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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