Trentino. Ecomusei, le voci del territorio

Gli ecomusei, per definizione, sono molto diversi dai musei tradizionali. Si tratta infatti di territori caratterizzati da un patrimonio particolarmente significativo e per questo degni di essere tutelati. Il Trentino ne è ricco ed ognuno ha qualcosa da raccontare.

Gli oggetti messi in mostra riguardano la vita quotidiana di una comunità ma sono rappresentati anche e soprattutto dall’architettura, dal paesaggio e le testimonianze delle persone. E’ un modo di riappropriarsi del patrimonio culturale che ha reso il proprio territorio unico.

Scopo dell’ecomuseo è inoltre la promozione del territorio e di attività didattiche coinvolgendo la popolazione. Il Trentino vanta quattro di questi musei a cielo aperto, senza pareti ma con paesaggi straordinari e molte storie di un lontano passato da raccontare.


Ecomuseo del Vanoi

Considerata il ‘cuore verde del Trentino’, la valle del Vanoi è divisa in due dall’omonimo torrente ed è un luogo dove la natura regna indiscussa ed il verde è il colore predominante.

Nel corso dei secoli qui la gente ha vissuto una terra ricca di tesori sotterranei ma ha potuto godere di un’unica risorsa: l’erba. La valle, i prati e le malghe erano infatti i tre livelli necessari a pascolare le mucche. L’erba è così importante da tempo immemore che, nella valle del Vanoi, esistono moltissimi modi differenti per descriverla.


Ecomuseo della Judicaria ‘dalle Dolomiti al Garda’

Trenta chilometri in linea d’aria per pasare dal clima mediterraneo del lago di Garda all’aria pungente di una vetta dolomitica come la Cima Tosa, la più alta del Brenta.

Tipici di questa zona sono i terrazzamenti con muri a secco sotto cui l’acqua scorre senza trovare barriere e da cui le radici trovano nutrimento. Delle molte curiosità che si possono apprendere sull’area, quella che più trovo affascinante riguarda due piante antiche, il noce ed il gelso.

Nonostante l’esbosco abbia creato molti danni, il noce è ancora un albero diffuso e la noce di Bleggio è considerata molto pregiata.

Il gelso, invece, venne piantato per il fiorire dell’industria della seta, essendo fondamentale per il nutrimento dei bachi. Quella che un tempo era una filanda a vapore, villa Lutti, oggi è un albergo mentre dei frutti si può godere la dolcezza.



Ecomuseo ‘Piccolo mondo alpino’

Sette paesi della Val di Peio formano questo ecomuseo dove la più grande ricchezza è il latte. Qui infatti sussiste l’ultimo caseificio turnario del Trentino finalizzato a garantire una distribuzione equa dei prodotto caseari ai piccoli allevatori che forniscono il latte. Da non perdere un assaggio di casolet, formaggio tipico della Val di Sole.

Tra masi ed alpeggi, si trova anche casa Grazioli. Non una residenza nobiliare ma la testimonianza di un tempo andato e della vita di Domenica Maria Grazioli, l’ultima proprietaria che tra quelle mura trascorse ottanta dei suoi novant’anni di povertà. Molti sono gli attrezzi ritrovati e conservati in casa Grazioli e, tra tutti, il più interessante è l’arcolaio, utilizzato per dipanare le matasse di lino.

Le donne che oggi lavorano il lino a mano sono praticamente estinte ma in questo luogo è ancora possibile vedere cardare e filare come una volta.

Ecomuseo della Valle del Chiese

Situato in una valle glaciale, è testimone di un’intensa attività geologica e di storiche vicende umane. Qui Napoleone, reduce dalla battaglia di Castiglione, organizzò un banchetto per i suoi ufficiali. Alcuni decenni dopo, Garibaldi scelse la zona come quartier generale per organizzare l’avanzata delle camicie rosse nelle valli del Trentino.

L’arte del ferro fu utile per costruire attrezzi agricoli, cancelli, catene e chiodi ed ancora oggi è possibile sentire, camminando lungo i sentieri, il tipico suono provocato del fabbro al lavoro.

In Trentino, in generale, e nelle zone degli ecomusei, in particolare, non mancano natura, paesaggi e fauna da ammirare in ogni stagione per scoprire tradizioni, danze e leggende che sorprenderanno.


Link utili: Ecomuseo del Vanoi, Ecomuseo della Judicaria, Ecomuseo Piccolo Mondo Alpino, Ecomuseo della valle del Chiese

Testo di Federica Giuliani