Il signor Luciano avrebbe soltanto voluto aprire la sua nuova trattoria, in via Ascanio Grandi 56, a Lecce. Le licenze erano già tutte in ordine per poter inaugurare il nuovo locale nell’incantevole centro storico di quella città che è stata nei secoli un crocevia di popoli, arti, lingue e religioni. Il gabinetto, però, continuava a non funzionare. Si bloccava. La famiglia Faggiano ha allora cominciato a scavare. La soluzione, pensavano, sarebbe stata semplice ed immediata. Questione di tubi vecchi, scommettiamo? Questione di una settimana o due, al massimo. Invece, davanti ai loro occhi, si sarebbe raccolta la storia del mondo. Tutto questo, però, loro non potevano immaginarlo.
La terra, solcata dal signor Luciano ed i suoi tre figli Andrea, Davide e Marco, si è aperta come uno scrigno. Davanti a loro, hanno cominciato ad apparire cunicoli stretti, gallerie di fuga, stanze. Nei secoli ogni popolazione ha lasciato qualcosa: tombe messapiche, simboli templari, affreschi devozionali a San Francesco, una vasca a pianta circolare, una cisterna, un essiccatoio usato per decomporre i defunti, vasi romani e così via. All’inizio, però, gli scavi sono stati un segreto tra gli uomini di casa, che hanno iniziato a portare via – incredibilmente su una Renault 4 – i primi detriti della loro scoperta. Poi, i vicini di casa hanno notificato le autorità, insospettiti dall’andirivieni di quella macchinetta carica di storia. Al signor Luciano viene, quindi, imposto di fermare i lavori in quello che – senz’ombra di dubbio – è un sito archeologico.
“Sto solo cercando di aggiustare il bagno”, mi sembra quasi di sentirglielo dire, mentre i sigilli sono posizionati per delimitare l’area. Il sogno della trattoria comincia ad allontanarsi. Dopo anni durissimi, imbastiti dal lento e – a tratti incomprensibile – procedere della burocrazia italiana, questa scatola delle magie è diventata, faticosamente, una fondazione privata dove è possibile attraversare la storia dell’uomo da prima di Cristo, con i Messapi, ai Romani, per arrivare al Medio Evo ed al tempo di Bisanzio.
Andate a Lecce e visitate questo forziere del tempo. Qualche tempo fa, proprio nel giorno del compleanno del signor Luciano e del figlio Andrea, lo hanno fatto anche i giornalisti del “New York Times”. Vi verranno fornite una serie di spiegazioni a dir poco cristalline insieme al pagamento di un irrisorio biglietto di ingresso (pari a 3€). Portate con voi i vostri bambini. Fermatevi a parlare con il signor Luciano. Vi accoglierà con gentilezza e, se avrete tempo, vi racconterà la sua incredibile storia italiana.
Testo di Vanessa Marenco Foto di Rebecca Arnold tratte dal sito del Museo |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
