Amsterdam inaugura un nuovo museo: il Tatto Museum, che mette in scena una storia davvero molto particolare, un viaggio straordinario nel mondo dei tatuaggi. Perché quando l’ago incide la pelle, non sono soltanto inchiostro e colore a segnare indelebilmente la superficie più esterna del nostro essere, ma la trama di una storia del simbolo che affonda le radici in un territorio ben più atavico e lontano.
La storia dei tatuaggi si mescola infatti al sapore di sangue e orgoglio dei riti di iniziazione tribali, all’oceano compagno e nemico dei giorni di navigazione, interminabile, di marinai dalla pelle coriacea e lo sguardo che si scioglie al ricordo di segreti ignoti ai più: l’azione di tatuarsi si evolve con gli anni, diventando persino cliché di moda per qualcuno, ma senza mai tradire l’anima originaria, che ne vede il marchio nel sangue in quanto affermazione dello spirito. Dalle braccia dei carcerati, istoriate di amori e prove di forza, al corpo dei monaci, che credevano nel potere magico del segno, il tattoo si riveste di una simbologia sempre più trasversale, che attraversa i Paesi e spesso confonde le sue origini, perdendo se stessa per poi ritrovarsi in nuove forme.
Pensate che una mummia ritrovata nel 1991 e datata intorno al 3300 a.C. ha mostrato agli occhi attoniti degli archeologi ben 57 tatuaggi su tutto il corpo e alcuni studiosi ipotizzano che in questo caso fossero stati fatti in quanto segni magici tramiti di guarigione. E’ invece del 1891 la macchina per realizzare tatuaggi brevettata dall’americano Samuel O’Reilly, che pensò di inserire in una macchina tipografica un ago vibrante in modo da delinerare con il colore la pelle in modo preciso. L’Amsterdam Tattoo Museum è dedicato alla storia dell’arte del tatuaggio: una ricca collezione di foto, documenti, macchine e dipinti vi precipiterà in un universo del colore dai risvolti persi in un viaggio a ritroso nel tempo. Inoltre all’interno del museo potrete trovare antichi strumenti appartenenti ai tatuatori samoani, stampe dei maestri giapponesi e ovviamente una vertiginosa panoramica sugli artisti contemporanei.
L’ideatore di tutto questo? Il tatuatore olandese Henk Schiffmacher, meglio noto come Hanky Panky, noto per aver tatuato star quali Kurt Kobain e Kate Moss, Anthony Kiedis della band dei Red Hot Chili Peppers, Keith Flint dei Prodigy. E a questo punto perché non concludere il week end ad Amsterdam con il tattoo che rimandate da tempo?
Maddalena De Bernardi