Domanda: qualche giorno fa ho letto della scoperta di una nidiata fossile di dinosauri in Sudafrica. Leggevo che è il più antico ritrovamento del genere finora ritrovato. Sapete darmi informazioni più dettagliate?
Risposta: È proprio vero, a gennaio di quest’anno è stata fatta una scoperta paleontologica eccezionale proprio in Sudafrica. Lo scavo, condotto da alcuni paleontologi canadesi dell’Università di Toronto, ha dato alla luce una nidiata con un’età stimata di 190 milioni di anni. La scoperta è stata fatta nel Parco Nazionale Golden Gate Highlands, nella regione del Free State, ed è stata accolta con molto clamore, infatti la scoperta più antica, simile a questa, risaliva a “soli” 100 milioni anni fa.
Il risvolto interessante non sta solo nell’età dei reperti, ma anche nella loro unicità; infatti nell’area dello scavo sono state ritrovate impronte di cuccioli di dinosauro, gusci ed embrioni, insomma tutti elementi utili per comprendere il comportamento riproduttivo dei primi dinosauri. Tanto è vero che dalle impronte si è potuto capire che i cuccioli, una volta usciti dal guscio, rimanevano nei paraggi della nidiata fino al raggiungimento del doppio del loro peso originario. Questo elemento fa capire che sicuramente erano animali molto evoluti, più di quanto si pensasse.
I dinosauri in questione, vissuti nel giurassico, appartenevano al genere Massospondilo (Massospondylus carinatus), erano erbivori ed avevano dimensioni medie, intorno ai sei metri di lunghezza.
Nel sito sono state ritrovate una trentina di uova delle dimensioni di circa sei centimetri, raccolte in dieci nidi ben organizzati. Ma ci sono altri indizi interessanti: infatti sotto i resti della nidiata in questione sono stati trovati ulteriori strati con resti di altri gusci. Ciò vuol dire che questi rettili tornavano a nidificare sempre negli stessi punti, formando delle covate di gruppo, evidentemente per difendersi meglio dai predatori.
Ma come sono arrivate queste uova fino ai giorni nostri? La risposta è semplice, evidentemente un evento catastrofico come un fenomeno alluvionale o una colata di fango, ha fatto si che la nidiata venisse coperta molto rapidamente dal materiale detritico. In questo modo tutto ciò che si trovava sotto, venne preservato dagli agenti esteri e dai processi di decomposizione, così da arrivare intatto fino ai giorni nostri.
L’esperto risponde – A cura di Omar Fragomeni – AIEA Specialist Member per la geologia e la paleontologia