Perché le zebre si abbracciano?

Domanda: Durante un safari in Africa ho apprezzato, oltre agli immancabili Big Five, le zebre. Perché incrociano i colli, appoggiano la testa sul collo di un’altra, si mettono in fila creando posizioni simmetriche?

Risposta: Gli equidi (quindi anche cavalli e asini) hanno un complesso comportamento sociale che si declina con un elaborato linguaggio del corpo. Tale linguaggio si evidenzia in atteggiamenti e comportamenti spesso stereotipati ma che ci fanno capire quanto sia importante comunicare in questi animali. Le labbra degli equidi sono molto flessibili e mobili, consentendo a tali animali di “esprimersi” con smorfie che hanno significati ben precisi. Ricordiamoci che negli equidi la bocca fa un lavoro molto importante: mastica, morde, assaggia, lecca, ecc. quindi questa parte del corpo sarà estremamente irrorata di sangue e ricoperta di sensori tattili e del gusto. Per non parlare poi delle orecchie e della posizione del collo rispetto agli altri individui del branco: in sintesi possiamo dire e anticipare che la comunicazione in questi animali è davvero importante.

Tutte e quattro le specie di zebra africane hanno una soma molto sensibile, basti pensare alla capacità di muovere la pelle con i muscoli sottoepidermici e gli arrector pilis (muscoli erettori dei peli) quando gli insetti si posano sulla schiena e vicino agli organi escretori. Inoltre, come già detto, muso, labbra, mento e gola sono estremamente sensibili. Per questo motivo spesso si vedono zebre strofinarsi il muso. Addirittura le madri di zebra di Grevy passano molte ore a strofinare il proprio muso sulla schiena e crine del piccolo: un bellissimo modo di farsi le coccole.

Ma torniamo al safari in Africa e alla domanda del perché le zebre si allineano appoggiando la testa sulla schiena di un altro esemplare. Solitamente questo comportamento è anticipato da un saluto che avviene con lo strusciamento delle labbra e del muso. Questo ci fa intendere che i due esemplari che si “abbracceranno” si sono salutati e sicuramente hanno stabilito un buon rapporto. Poi entrambi si posizioneranno con il collo una adiacente all’altra ma in direzione opposta, i sensibili muscoli e ricettori del collo e del crine, percepiranno il movimento del compagno e della sua testa che arriverà a poggiarsi sulla soma dell’animale. Qui il muso sarà a contatto con la schiena del compagno, permettendo quindi di scacciare le mosche dal muso, di strusciare il mento per grattarsi, di far riposare i possenti muscoli del collo in una posizione alta senza dover far lavorare i muscoli. Altro elemento fondamentale di questo atteggiamento, che io amo definire abbraccio, è il fatto che questa posizione permette ai due individui di poter vedere a 360 gradi, utilizzando minimi movimenti laterali (sembra quasi danzino mentre si spostano a cerchio sempre abbracciati).

Possiamo dunque dire che questa posizione ci racconta molte cose delle zebre, riassumibili in:

1. Gli esemplari si conoscono e spesso sono partner o fratelli

2. Il messaggio è di gioia e tranquillità soprattutto se accompagnato da sbuffi

3. Se l’abbraccio è preceduto o durante  lo stesso uno degli esemplari preme il mento sull’altro allora vi è una specie di “pacca sulla spalla” o di stretta aggiuntiva per rafforzare il sodalizio.

4. Serve per far riposare il collo, per proteggersi dal sole o per scaldarsi.

5. Serve per poter controllare la zona senza dover compiere movimenti o rotazioni del collo.

Una prova che posso consigliare per testare questa teoria è di mettervi a carponi e provare ad abbracciare la vostra partner o un amico senza staccare le mani da terra. Il risultato sarà quello di appoggiare la testa ed il collo contro la testa ed il collo dell’altra persona, ma se non avessimo le spalle più larghe della testa, finiremmo con avere il mento sulla sua schiena.


Davide Bomben, Presidente AIEA – Associazione Italiana Esperti d’Africa


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