Parchi Letterari: ‘Carlo Levi’ e ‘Isabella Morra’

Questo è il secondo incontro con i Parchi Letterari del Meridione d’Italia. Sono luoghi che hanno acquisito notorietà per essere stati visitati, abitati, in un certo modo ‘vissuti’ da personaggi della Letteratura italiana. Gli scrittori, a loro volta, hanno assorbito la genuinità, la magia, l’influsso creativo di determinate aree geografiche, di paesi e città. La regione è la Basilicata, una delle più belle e meno conosciute zone della penisola; i personaggi sono Carlo Levi (1902-1975) e Isabella Morra (1516/20 -1546).

Parco Letterario ‘Carlo Levi’ – L’idea del Parco è nata dallo stretto rapporto dell’opera più famosa di Levi (Cristo si è fermato a Eboli) i luoghi che il libro descrive e il Parco organizza in una suggestiva proposta di visite. La località base è Aliano (nel libro chiamata Gagliano) piccolo paese situato nella parte centro meridionale della Basilicata, compreso tra il torrente Sauro e il fiume Agri, a circa cento chilometri da Matera. Carlo Levi, nato a Torino, verso la metà degli anni Trenta viene confinato per ragioni politiche ad Aliano. Lo scrittore rende testimonianza di questo domicilio coatto descrivendo i luoghi, le persone, le piccole storie della gente che incontra; in altre parole, scopre e si innamora della ‘cultura’ di vita di Aliano e dei centri limitrofi. Gli itinerari del Parco seguono le tracce di Levi, documentate dal libro. Punto di partenza naturale è la casa nella quale Levi ha vissuto; era ed è rimasta disadorna, semplice, ma carica di magie suggestive propiziate dal ricordo. Levi ha assorbito sensazioni ed esperienze anche dal paesaggio e dal piccolo borgo lucano: isolato tra le creste dei burroni, immobile nella dimensione rurale che lo scrittore ha conosciuto. Nell’opera di Levi si possono sentire forti analogie con il filone di narrativa neorealista sia per la puntuale documentazione, sia per l’aspetto sociologico che essa presenta. Levi ‘racconta’ le antiche case di pietra con le finestre come occhi maligni e gli archi come bocche che guardano il visitatore, riportandolo al mondo misterioso della fantasia popolare. Così come Aliano, anche il paesaggio è immutato: distesa infinita di valli e colline erose dai calanchi. La funzione del ‘Parco’ è quella di proporre quindi dei viaggi sentimentali e suggestivi nel mondo della civiltà contadina tradizionale.

 Parco Letterario ‘Isabella Morra’ – La cittadina che ospita il ricordo di Isabella Morra e il Parco che le è stato dedicato è Valsinni, borgo sospeso tra mare e monti e lambito dalle acque del fiume Sinni, che proprio in questo luogo si incassa tra le alture, prima di allargarsi nella piana che conduce al mar Jonio. A dominare il centro storico è la mole massiccia del Castello dei Morra, intorno al quale si snodano i numerosi vicoli e stradine del borgo. Il paese e il castello rappresentano, fisicamente, la vita intera di Isabella Morra, riconosciuta oggi come una delle voci più originali e autentiche della lirica cinquecentesca italiana. Sulla scia del Canzoniere di Isabella – segregata dai fratelli nel borgo in cui era nata e dagli stessi uccisa poco più che venticinquenne per una presunta storia d’amore – il Parco letterario suggerisce brevi itinerari e rievocazioni poetiche lungo il corso del fiume e nei dintorni del paese, luoghi nei quali la poetessa cantava le proprie pene di vita e d’amore. Quasi presagendo una fine imminente, Isabella scriveva: ‘Quella ch’è detta la fiorita etade, / secca ed oscura, solitaria ed erma / tutta ho passata qui cieca ed inferma, / senza saper mai pregio di beltade’. L’annotazione ‘cieca ed inferma’ è una metafora; nell’impossibilità di appagare i propri sentimenti nei confronti del barone Diego Sandoval de Castro (anch’egli ucciso dai fratelli di Isabella) la poetessa denuncia l’ingiustizia di non poter vivere in un modo diverso da quello cui era stata costretta. Isabella è stata inserita nella corrente del petrarchismo, nel quale le donne, sebbene di estrazione nobiliare, iniziarono ad acquistare importanza in campo letterario e sociale. Il tema dominante era l’amore con le gioie e i lamenti che ne scaturivano, omaggi alla persona amata e la ricerca di un sentimento più puro.

Isabella non canta l’amore perché probabilmente non ha mai amato nessuno. L’unico breve cenno all’amore è il matrimonio, visto solamente come unica via possibile di liberazione e emancipazione.

del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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