San Pietroburgo è una città fatta di isole e d’acqua, di canali e fiumi che la percorrono sinuosi, bella, elegante e algida , resta ancora la capitale degli zar, la città che aspirava alla stessa estetica delle corti di Vienna e Parigi.
Testo di Lucia Giglio Foto di Eugenio Bersani

L’ estate non è ancora finita, ma fa molto freddo, la luce colpisce con violenza. Una luce che sa di Baltico, di steppa, di grande nord. Il mare non è lontano ma è come nascosto, messo in secondo piano dal fiume leggendario, a tratti immenso , la Neva e i suoi figli, Moyka e Fontanka, fiumi che come argini hanno lunghissime teorie di palazzi neoclassici, barocchi, principeschi , splendidi e decadenti che si rimirano nelle acque oscure.
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San Pietroburgo è una città veramente strana per cui si fatica a trovare aggettivi calzanti: fredda, elegante, superba. Si stenta a credere che sia una città nata di recente: sono passati poco più di 300 anni da quando lo Zar Pietro I° decise di costruire una capitale sul delta della grande Neva. Era il 1703, e qui non c’erano che acquitrini e alluvioni dirompenti; nel 1712 venne proclamata capitale ma durante la notte branchi di lupi entravano in città e le inondazioni sommergevano di continuo le isole che la componevano. Un passato corto e selvaggio, da cui è emersa una città sofisticata ed europea come voleva lo zar. La storia è breve ma non pare, la percezione è quella di un passato millenario. E’ come se qui si fosse concentrata e distillata l’anima russa. In ogni angolo, da ogni palazzo si sprigionano ricordi, personaggi, letteratura, musica e poesia e una delicata malinconia.

La quantità di poeti , scrittori, musicisti pietroburghesi è impressionante; sembra che tutto sia accaduto tra questi grandiosi viali; Dostoevskij, Puškin, Nabokov, Blok, Brodskij, Achmatova, Shostakovic, Rimsky Kosakov, tutti nati qui attorno, tutti hanno abitato in città e di loro si respira il ricordo in ogni angolo. Vi si arriva con aspettative che si rivelano imperfette: la Venezia del Nord, i canali, i fasti imperiali, tutto vero ma invece no. Un impercettibile vento di decadenza spira ovunque, le aristocratiche facciate degli innumerevoli palazzi principeschi sono un poco scrostati e come chiusi, silenziosi, vuoti. Dall’altra parte c’è l’urto del turismo massificato, soprattutto orientale che ha portato solo all’Hermitage sette milioni di visitatori cinesi l’anno passato. Un impatto significativo e inadatto ad una capitale tanto raffinata e delicata. Va detto che abbandonate le grandi arterie del passeggio e dello shopping si irradiano migliaia di strade silenziose, di palazzi comunque magnifici, di cortili vuoti e (sempre) un poco delabrè. Fa parte dello spirito del luogo, questa dolce malinconia, molto russa.
Incontri sulla Prospettiva Nevskiy

Comunque non si può prescindere dai fondamentali . Quindi il punto di partenza è la Nevsky prospeckt, infinita, immensa, lunga quasi 5 km. Nata per le carrozze principesche e per far arrivare le merci in città , oggi è un viale lunghissimo e trafficatissimo che attraversa tutta San Pietroburgo . La si può percorrere a piedi dall’incrocio con la Vladimjrskiy e procedere verso nord. Il punto di repere è la guglia dell’Ammiragliato, scintillante d’oro che rappresenta la sua chiusa naturale. A breve ecco la Fontanka, uno degli affluenti della Neva, fiume delizioso che si incunea donando scorci meravigliosi. Sulle sue sponde alcune tra le più belle residenze del passato, come il Palazzo Sheremetyev, la cui superba cancellata si riflette sulla Fontanka; sul retro del grande palazzo aristocratico, con accesso dalla Lyteynyy avenue 53, si trova la casa museo di Anna Achmatova, la più grande poetessa di San Pietroburgo che visse nell’ala sud del palazzo dal 1922 agli anni ’50 in quella che chiamava la “Casa nella Fontanka”.

L’appartamento conserva foto e ricordi dell’Achmatova ed è un significativo esempio della vita collettiva durante l’era sovietica. Al primo incrocio della Nevskiy con la Fontanka si incontra il ponte Anichkov, che domina il panorama con 4 statue bronzee di grande impatto plastico: 4 cavalli selvaggi e schiumanti sono trattenuti dai domatori nudi; i muscoli contratti nello sforzo a frenare i cavalli imbizzarriti rappresentano “La conquista del cavallo da parte dell’uomo” Alla sera il metallo si accende di bagliori oscuri e i destrieri paiono sfuggire ai domatori. Una copia di queste statue è a Napoli, regalo dello Zar Nicola I° grato dell’accoglienza fatta a lui e alla zarina durante un viaggio nel regno borbonico. I due palafrenieri e i loro cavalli, sono identici, nati dallo stesso stampo di quelle del ponte Anichkov e oggi svettano sulla porta del palazzo Reale di Napoli detta “Porta dello zar”.

Molto velocemente si cambia epoca e stile al numero 28 della Nevskiy con il palazzo Singer, puro style moderne risalente al 1908. Più bello visto da fuori per la magnifica cupola in vetro con statua sulla punta, conserva un gioiellino dentro di sé: il caffè Singer al primo piano, delizioso locale art decò, con eccellenti dolci, torte e ottimo the. Grandi vetrate si sporgono sulla tetra Cattedrale di Kazan e sull’incessante movimento della Prospekt. Servizio di livello e prezzi bassi. Da segnalare il cestino di pane caldo con burro a tutte le ore e per pochi rubli.

Due passi ancora e il cuore si ferma. L’immensa piazza del Palazzo d’Inverno evoca infiniti fantasmi, dai fasti degli zar all’assalto bolscevico del 1917. Uno slargo immenso, un palazzo verde acqua e oro di incredibile vastità che fu la residenza ufficiale degli zar dal 1732 al 1917 quando tutto il passato imperiale venne spazzato via dai Soviet. Oggi questo è l’Hermitage, uno dei più grandi, ricchi e visitati musei del mondo. Bisogna vederlo, si sa. Ma come? La quantità delle opere è sovrumana , la vastità dei saloni sconcertante. E oro a profusione per ogni dove. Stanca, uccide anche i più resistenti. Secondo Olga , guida esperta che ci accompagna, è folle affrontare questa enciclopedia di tutte le arti senza una guida. Forse ha ragione: per trovare un bagno o l’uscita ci vuole un radar. E le folle oceaniche tolgono davvero il fiato. Qui vengono scaricati migliaia e migliaia di gruppi che fuoriescono dalle grandi navi da crociera attraccate al porto. Bisognerebbe venirci verso ottobre o maggio a stagione bassa per rigustare il piacere dei suoi tesori. A proposito di tesori, molto interessante e poco frequentata è la “Sala dei diamanti”, piccola esposizione al piano terra , poco battuta dalle masse, che conserva corone e ori imperiali.
Altre mete

Non è distante dal Palazzo d’Inverno il Museo Russo , questo disertato dalle masse. La fila è poca e il palazzo Mikhailovskiy che lo ospita è superbo. Era la residenza di un Gran Duca Romanov costruito in un neoclassicismo imperiale grondante stucchi e ori come quasi tutto da queste parti. Ospita la più infinita collezione di arte russa dalle icone ad oggi. Molto più slabbrato dell’Hermitage è un’esperienza vera e intensa. Ci sono un ritratto di Tolstoj in veste da contadino, il ritratto del principe che uccise Rasputin, Felix Jussipov ritratto a 16 anni mentre accarezza un cane, il superbo ritratto cubista di Anna Achmatova e l’inquietante Quadrato nero di Maleviĉ. Andateci: la maggior parte dei visitatori sono russi e le custodi sembrano arrivare direttamente dall’era sovietica. Molto di nicchia e magnifico è il Museo Erarta, neologismo che significa “Era dell’Arte”. E’ un poco fuori mano, sull’Isola Vasilevskiy; istituzione privata sorta su un ex edificio di pura architettura staliniana, concentra opere di arte russa moderna e contemporanea di grande impatto. La parte dedicata agli ultimi 60 anni è veramente unica : opere di pittori e scultori che lavoravano clandestinamente durante l’era sovietica. Una istituzione eccezionalmente vitale.

Citatissima dalle guide e presa d’assalto dai turisti è la Cattedrale del Salvatore sul Sangue Versato. Il sangue in questione è quello dello Zar Alessandro II° ucciso da un attentatore nel 1881. Il progetto cercava di ispirarsi alla tradizione russa più autentica. Oggi resta una chiesa molto decorata, con 5 cupole dorate e smaltate ma tuttavia piuttosto cupa. La somiglianza con San Basilio a Mosca è evidente, ma il risultato è decisamente inferiore. Vi scorre attorno il canale Griboedov, poetico e navigabile; alle spalle della chiesa si trova il parco Mikhailovskiy, gradevole area verde su cui affaccia il Museo Russo.
I regali di Pasqua dei Romanov

La tradizione delle uova tempestate di diamanti e pietre preziose, come dono pasquale per le zarine, venne inaugurata da Alessandro III° nel 1885. Il celebre Peter Carl Fabergè , nominato gioielliere di corte, sfornava capolavori di oreficeria per la zarina e per la madre dello zar. Molte uova furono vendute o disperse dopo il 1917; Il museo Fabergè conserva 9 uova della collezione imperiale e migliaia di altri oggetti preziosissimi in uso a corte , dalle tabacchiere, agli orologi, alle fibbie, ciotole e servizi da tavola istoriati e argentati. Le 9 uova sono piccoli capolavori con meccanismi geniali che nascondono miniature, orologi, ritratti della famiglia Romanov. Il Museo Fabergè, è ospitato nel Palazzo Shuvalosky, molto ben restaurato che inanella splendide sale decoratissime, pavimenti pregiati e principesco Scalone D’Onore.
Quel che rimane dei Soviet

Ancorato sul lungofiume Petrogradskaya, dove la Neva è immensa come un mare, immoto e solenne L’Incrociatore Aurora ricorda il momento più eroico della Rivoluzione di ottobre quando i suoi cannoni dettero il via all’assalto del Palazzo D’Inverno. A differenza di Mosca dove il centro città è punteggiato da tanti edifici di impronta sovietica- come le Sette Sorelle, i grattacieli neogotici di memoria staliniana-, il centro di San Pietroburgo non ha molte testimonianze dell’epoca rivoluzionaria. L’obiettivo di Stalin era creare una nuovo centro cittadino a sud, fuori dalla perniciosa influenza degli edifici principeschi . E a sud si trovano la Casa dei Soviet, mastodontica, e il Monumento agli Eroici Difensori di Leningrado, (entrambi sulla Moskovsky prospect) un gruppo bronzeo gigantesco- cittadini, operai , lavoratori, gente comune che lavorava nonostante l’assedio durato 900 giorni dal ’41 al ’44- che celebra la resistenza della città nel terribile assedio nazista. Ancora oggi i cittadini chiamano l’assedio e la resistenza, ‘Guerra Patriottica’ in un sussulto di orgoglio mai perduto.
La villeggiatura degli zar

Non che il Palazzo D’Inverno sia sobrio, ma le residenze estive lasciano veramente senza fiato per ricchezza, opulenza e fastosità. Peterhof era il Palazzo d’Estate di Pietro il Grande. Si trova ad una ventina di km dal centro di San Pietroburgo e si affaccia sul Golfo di Finlandia. Lo chiamano la ‘Versailles russa’ ma anche Versailles sbiadisce davanti a questo fasto. Le ricchissime fontane impreziosite da giochi d’acqua e statue dorate che precipitano verso il Parco Inferiore, sboccano in un canale artificiale che si getta nel golfo: fontane e parco sono stupefacenti e raccontano la grandiosità e la ricchezza degli zar di Russia. Il Palazzo è molto gradevole, una bella residenza estiva , preziosa ma non sovraccarica. Naturalmente il complesso è sempre affollatissimo: meglio arrivare al mattino presto o non in alta stagione. Vi si arriva facilmente con gli aliscafi che partono dall’Ammiragliato. www.peterhofmuseum.ru

Tsarskoe Selo, il Giardino degli zar, è un piccolo centro nella cittadina di Puskin a 25 km a sud est da San Pietroburgo. Qui Caterina la Grande nel 1717 fece erigere il sontuoso palazzo in stile rococò circondato da un magnifico parco. Il complesso venne devastato dai nazisti prima della ritirata che lasciarono un guscio vuoto e in rovina, come testimoniano le foto alla fine del percorso. Con notevole sforzo, nel 2003 completamente restaurato , il Palazzo venne restituito al pubblico. l’intervento di recupero un poco disturba con un effetto “finto” e il rimaneggiamento trapela, tuttavia l’impianto originale con l’Infilata Dorata- un susseguirsi infinito di stanze sullo stesso asse- che culmina nella strepitosa sala da ballo di 1000 mq per concludersi nella piccola camera d’Ambra completamente rivestita di pannelli di ambra intagliati, merita una visita.
Testo di Lucia Giglio Foto di Eugenio Bersani|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
Info Utili
Informazioni: Sito Ufficiale della città www.visitpetersburg.ru; disponibile anche una applicazione mobile per creare escursioni e visite personalizzate
Come arrivare: Voli diretti dall’Italia con Aeroflot Russian Airlines (www.aeroflot.ru) da Milano Malpensa e Roma Fiumicino. Alitalia (www.alitalia.com) parte da Milano Malpensa e Roma Fiumicino, mentre Rossiya Russian Airlines (www.rossiya-airlines.com/en) da Milano Roma e Rimini.
Quando Andare: Maggio e settembre sono i mesi migliori perchè meno affollati. A giugno con le Notti Bianche, c’è la massima concentrazione di visitatori. L’inverno può essere molto freddo ma di grande suggestione con la Neva e i canali ghiacciati.
Documenti: Per entrare in Russia occorre richiedere il visto. Attualmente la procedura è costosa (circa 130 euro) e va fatta con almeno un mese di anticipo o presso i consolati o attraverso agenzie apposite. Dal mese di ottobre 2019 dovrebbe essere possibile ottenere il visto elettronico. Il visto turistico dura 30 giorni e il passaporto deve avere una validità di sei mesi almeno dalla data di scadenza del visto.
Vaccini: Nessun vaccino richiesto. La situazione sanitaria è sovrapponibile a quella europea. L’assicurazione sanitaria è richiesta al momento della emissione del visto ed è obbligatoria.
Lingua: Russo; l’inglese è parlato in molto siti turistici e i giovani lo parlano diffusamente.
Religione: Il Cristianesimo Ortodosso è seguito dal 42,5 % della popolazione; la seconda religione più seguita è l’Islam con il 6,5 % si credenti.
Valuta: Rublo (R) 10 rubli valgono circa 0,13 Euro.
Fuso Orario 2 ore avanti rispetto all’Italia, un’ora quando vige l’ora legale.
Elettricità: 220 V con prese di tipo europeo.
Telefono: Per telefonare conviene acquistare SIM prepagate a partire da 200 Rubli per chiamate e traffico dati. Le Sim locali sono compatibili con i cellulari europei. Il free Wifi non è molto diffuso in città a parte alberghi e ristoranti.
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