“Fase 2” e filiera del Wedding

Nonostante la “fase 2”, decretata dal governo, abbia l’appoggio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è chiaro che non tutti i settori commerciali sono stati accontentati. Tra questi, quello che riguarda i matrimoni. con l’indotto dei viaggi di nozze.

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La fase 2 che prende forma dal DPCM a partire dal 4 maggio è volta a mantenere basso il numero di contagi per Covid, sicuramente a discapito dell’economia. Questa scelta è approvata dall’OMS, che ha dichiarato: La salute deve essere al primo posto dell’agenda politica. Questa scelta chiaramente non rende giustizia ad alcuni settori commerciali, tra cui quello delle nozze.

La filiera del Wedding

C’è da considerare un fattore fondamentale, spesso trascurato: il tipo di matrimoni in questione non coinvolge solo sposi, invitati e location: dietro all’apparenza c’è un lavoro che necessita di mesi di preparazione, e una filiera molto più ampia di quanto si pensi: abiti da sposa, da sposo e da cerimonia che devono essere cuciti molti giorni in anticipo, scelta della location da parte degli sposi, decisione della capienza delle ville per i ricevimenti, e tutto il comparto dei viaggi di nozze.

L’impresa “Italian Wedding Industry”

Italian Wedding Industry è tra le imprese della filiera del matrimonio che più spingono per una riapertura anticipata rispetto al piano di governo. Umberto Sciacca, fondatore, e la event manager di Italian Wedding Industry Barbara Mirabella, hanno raccolto oltre 4000 firme, coinvolgendo brand italiani celebri e leader mondiali di abiti da sposa e da sposo, sperando in una risposta concreta da parte del governo. Ecco i problemi che stanno riscontrando.

I numeri, le perdite…

Barbara Mirabella ha dichiarato: Secondo le stime ufficiali, 50 mila matrimoni salteranno tra maggio e giugno 2020. Questi numeri significheranno, per tutto il comparto produttivo, disdette e perdite economiche importanti.

Proprio per i lunghi tempi che servono ad organizzare un ricevimento di ottima qualità, il settore dei matrimoni ha bisogno di date certe e regole chiare di salvaguardia, per prepararsi in tempo e ridurre al minimo le perdite e le disdette appena scatterà la possibilità di riprendere con i matrimoni. Con un calendario chiaro e coerente di tutte le riaperture che riguardano la wedding industry, questo settore potrà ricominciare il proprio lavoro.

A Barbara Mirabella e alla Italian Wedding Industry non mancano idee per salvaguardare la salute e la sicurezza: verranno stabilite nuove modalità di fruizione di servizi come il catering e la capienza di ville per i ricevimenti, e in generale verrà riletto il modus operandi delle cerimonie: il buffet non sarà consentito, e pranzi e cene verranno fruiti tramite servizio al tavolo, con distanziamento spaziale corretto; in parole povere: un posto occupato e uno libero.

Nel frattempo, con date certe, sarà possibile muovere i passi organizzativi che portano alle nozze: nella decisione della location, le coppie di sposi potranno visitare, su appuntamento e muniti dei dispositivi di protezione adeguati, i luoghi preferiti per le nozze: un modo per dare un segnale di ripresa anche agli operatori dell’ospitalità, oltre che ai clienti.

…E le contraddizioni

Nei piani del governo c’è una contraddizione che riguarda la filiera del matrimonio: dal 18 maggio (data di inizio della “seconda tappa” della fase 2) potranno riaprire categorie di negozi come gli atelier da sposa, perché facenti parte del “settore commercio”; ma il loro target di riferimento è quello delle cerimonie e dell’alta moda da sposa; quindi, senza la possibilità di celebrare matrimoni, a che pro la produzione di articoli di nozze d’alta moda? Con date certe, questo problema non ci sarebbe.

Secondo Umberto Sciacca la semplice riapertura degli atelier non permetterà di coprire le spese vive e di recuperare al danno economico degli ultimi due mesi. Quindi c’è bisogno che vengano elaborate, da parte del governo, misure che consentano la ripresa dei matrimoni, considerando che essi sono in tutto e per tutto eventi aggregativi.

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Quello dei matrimoni non è l’unico settore che ha subito perdite. Anzi, possiamo dire che tutti i settori ne hanno subite. È certo che, se il governo continua a scegliere di tutelare la salute rispetto all’economia, forse le filiere commerciali e industriali ne risentiranno, ma i singoli saranno indubbiamente più tutelati. E c’è da domandarsi se, tutelando l’economia piuttosto che la salute, non si incorra nel rischio di subire un nuovo crollo finanziario (dovuto a un nuovo dilagare del virus), addirittura peggiore del primo, dal quale con fatica l’Italia sta provando a uscire.

A cura di Stefano Ghetti|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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