Svizzera: serietà e affidabilità. Qualità proverbiali che mai come in questi tempi sono indice di sicurezza per una vacanza. Quindi se almeno fino ad aprile la Confederazione non sarà raggiungibile per turismo, appena cadranno i divieti le tante attrattive della regina delle Alpi di nuovo saranno pronte ad accoglierci. In piena serenità. Ma intanto pregustiamoci il viaggio, ne vale la pena.

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Le montagne innevate a avvolte dalle nubi: la Svizzera ospita ben 49 cime sopra i 4000 metri Foto di Bastian_81 da Pixabay

Ambiente montano ineguagliabile

Giusto un paio di dati. Per certificare qualcosa che già è presente nell’immaginario collettivo, ma ogni tanto merita di essere quantificato. Incastonato nel cuore d’Europa, quasi i due terzi del territorio elvetico stanno nella regione alpina, per la precisione il 58% del totale. Questo significa 49 cime che superano i 4000 metri. E significa rappresentare da un paio di secoli circa il sogno prediletto dagli amanti della montagna, con una concentrazione e varietà di ambienti, paesaggi, tradizioni introvabili altrove in Europa.

Poi Svizzera è molto altro, e i tanti italiani che ogni anno e in qualunque stagione varcano i confini per vivere borghi, città, laghi, fiumi e foreste, bene lo sanno. La montagna è però un simbolo fondamentale del Paese (come la sua valorizzazione) e ne caratterizza la storia recente.

Sport invernali invenzione inglese!

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Svizzera, sulla neve con le fat-bike Foto di Susanne Jutzeler, Schweiz, 💛 👉 susanne-fotobox@gmx.ch 💛 da Pixabay

Viaggiatori stimolati dalla sete di curiosità e di scoperta, attratti da quel mondo d’oltre Manica spesso snobisticamente giudicato “inferiore”, furono gli inglesi ad inaugurare il soggiorno sui monti. E a incoronare le alpi svizzere sul trono delle meraviglie naturali.

All’inizio brevettarono le vacanze estive. Cercando i profili maestosi, il verde esuberante di boschi e alpeggi, i ghiacci perenni, l’aria fine e balsamica; e, per i più ardimentosi, miriadi di vette da scalare. Ma poi qualcuno si fece convincere dai valligiani a tornare d’inverno e scoprì una realtà che mai si sarebbe immaginato.

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Il riflesso di Sankt Moritz sulle acque del lago omonimo @St. Moritz Tourismus AG

Fra storia e leggenda c’è l’aneddoto sull’intuizione dell’intraprendente Johannes Badrutt, giovane proprietario della pensione Faller (poi Kulm Hotel) di St. Moritz. Correva l’estate del 1864 quando Johannes fece una scommessa con i suoi ospiti inglesi: avrebbe pagato soggiorno e spese di viaggio se, ritornati in inverno, non avessero trovato un clima mite e soleggiato. 

Arrivati a dicembre attraverso il Passo dello Julier, i figli di Albione ripartirono a Pasqua, abbronzati e soddisfatti, felici di aver perso. Da quel momento la fascinosa località e tutta l’Engadina aprirono le porte al turismo invernale. Che gradualmente, sempre grazie agli inglesi, divenne sinonimo di sport e divertimento sulla neve e sul ghiaccio.

Nell’Olimpo di ghiaccio e neve anche d’estate

Tra il 1870 e il 1890 fanno la loro comparsa il pattinaggio, lo slittino, il curling e l’hockey. Gli sport su ghiaccio furono i primi ad essere introdotti nelle Alpi e a Davos nacquero il primo Club di Pattinaggio (1870) e il primo Club di Curling (1892).

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Il Curling, uno sport molto popolare in Svizzera Photo by Matthew Fassnacht on Unsplash

La località grigionese fece costruire la più grande pista di pattinaggio d’Europa (16’000 mq), divenendo alla fine del XIX secolo il centro europeo degli sport su ghiaccio, e ospitando successivamente diversi campionati del mondo. I sudditi di Sua Maestà erano ormai drogati di montagna invernale, e fra le Alpi svizzere potevano sbizzarrirsi a piacimento.

Così presero in prestito i rustici slittini in legno, usati dai montanari per trasportare le merci, trasformandoli in bolidi per adrenaliniche discese.

Nel 1872 costruirono a St. Moritz, dietro l’Hôtel Kulm, una prima pista artificiale per slitte e nel 1885 la leggendaria Cresta Run, lunga 1,2 km. A cascata ecco il bob, e poi l’hockey, chiamato bandy o disco su ghiaccio, diffuso in particolare nelle località vodesi di Leysin e Les Avants, sopra Montreux.

Ma il vero salto di qualità e la certificazione della Svizzera quale palcoscenico mondiale degli sport invernali si ebbe con l’avvento dello sci come fenomeno di massa. Soprattutto nel secondo dopoguerra. Sorsero impianti di risalita e trenini a cremagliera in tutto l’arco alpino. Oggi si contano 1800 tra funivie, funicolari e skilift.

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Una foto che ritrae abitanti dell’Engadina in costume con un rustico slittino di legno Photo by Raphael Schaller on Unsplash

E scusate se è poco. Quando di nuovo i confini apriranno gli appassionati di neve potranno trovare di sicuro i migliori tracciati e le piste giuste anche nella bella stagione, potendo contare su 339 comprensori.

Un paio di citazioni d’obbligo. Matterhorn Sky Paradise, tutta la magnificenza del Cervino: collegato a Breuil-Cervinia, il più alto delle Alpi. Les Diablerets – Glacier 3000, gemma del Vaud.

Lingue e culture diverse, esperienze uniche

Il viaggio in Svizzera è una miniera di scoperte, di possibilità ed esperienze. Intanto s’incontra un macrocosmo in cui si distinguono ma convivono armoniosamente tre grandi regioni linguistiche e culturali: tedesca, francese, italiana, a cui vanno aggiunte le valli del Canton Grigioni dove si parla il romancio.

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La rete ferroviaria elvetica è diffusa su tutto il territorio della Confederazione Photo by Jacques Bopp on Unsplash

E già questo aggiunge fascino al contesto. In più ovunque è radicato un grande rispetto per la natura e ci si muove pressoché dappertutto, dalla pianura alle vette, con il mezzo più ecologico che ci sia.  La rete ferroviaria elvetica è diffusa, perfettamente integrata nell’ambiente, sinonimo di puntualità ed efficienza.

Il treno fa parte del quotidiano di ogni svizzero, che mediamente percorre sui binari circa 2300 km all’anno. Il sistema del trasporto pubblico è il più fitto del mondo, con tante offerte per chi arriva dall’estero.

Città piene di storia rivolte al futuro

Le città riflettono le vicende complesse della graduale aggregazione di cantoni e territori, e la capacità di coniugare tradizioni e modernità, efficienza e creatività, funzionalità e qualità della vita.

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Ginevra ©Marco Carulli

Ed è per questo che chi ci arriva per la prima volta spesso rimane stupito dalla varietà dell’offerta, dall’arte allo shopping, dagli eventi culturali alla gastronomia, dal verde pubblico all’estetica urbana. In un territorio tutto sommato non molto vasto la scelta è ampia.

Zurigo, capitale finanziaria, prestigioso centro di formazione, cosmopolita città boutique con tutto quello che si conviene, ma in formato piccolo e raffinato. Ginevra, sede di importanti istituzioni internazionali, aperta, accogliente, distesa tra il lago Lemano e le stradine storiche dove ancora paiono risuonare i passi di Jean-Jacques Rousseau.

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In battello sul fiume Limmat a Zurigo Photo by Rhiannon Elliott on Unsplash

Circondata da un panorama montano fiabesco, Lucerna, perla del lago dei Quattro Cantoni, dall’artistico ponte in legno Kapellbrücke, le case affrescate, le chiese, le mura, le torri: puro fascino d’altri tempi.

E poi Berna, la capitale politica, con un mirabile centro storico patrimonio UNESCO, i bastioni, la magnifica cattedrale e l’impronta di Paul Klee e Albert Einstein, il genio nelle più alte declinazioni.

Neuchâtel sulla riva settentrionale del lago omonimo. Un cuore medievale dominato dal castello e alla Kollegiatskirche, la Collegiata del XII secolo, sono solo un tassello di una chicca ad alto tasso di charme, arricchita oggi dall’originale Centro Dürrenmatt.

L’elenco delle città da visitare sarebbe lungo, senza contare i piccoli borghi, le abbazie, i manieri, i villaggi montani. Ovunque l’invito è di utilizzare una “modalità” slow, perché la Svizzera è anche questo: un ambiente a misura d’uomo, da vivere e assaporare coi giusti ritmi.

Natura e cose buone, il meglio

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Tra i prodotti svizzeri pregiati i formaggi hanno un postoi di rilievo Photo by angela pham on Unsplash

E forse in parte dipende dalla morfologia della Confederazione, con poca pianura, un po’ di altipiano e poi tanta tanta montagna. E fiumi, che sgorgano qui per irrorare mezza Europa, testimoni di epoche e movimenti di popoli, messaggeri di culture e scambi. Infine laghi, un patrimonio enorme, un mare interno parcellizzato dove tutte le attività sull’acqua sono possibili.

E intorno sempre natura viva, un’agricoltura curata spesso bio, prodotti pregiati di nicchia, dai formaggi d’alpeggio alle farine antiche, ai salumi. E una viticoltura sorprendente in decisa crescita, che vede soprattutto il Merlot dei cugini ticinesi raggiungere vette ragguardevoli a livello europeo.

L’ospitalità turistica, con ottime strutture adatte a tutte le fasce, tanto il B&B familiare quanto l’extra luxury, ne fa un esempio per l’hotellerie internazionale. C’è bisogno di aria pura, c’è bisogno di Svizzera.

Testo di Gianfranco Podestà|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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