Non più solo corridoi turistici per una vacanza senza l’incubo del Covid. Nella Ue ci sono regole comunitarie ma ogni Paese può stabilire direttive proprie. Novità anche da Usa e Regno Unito.

L’incubo Covid-19 non è ancora terminato ma sempre più Stati stanno riaprendo le frontiere ai turisti. Non si tratta però di un liberi tutti. Ogni Paese ha precise regole per l’ingresso di visitatori nei propri confini. Questo al fine di evitare nuovi focolai della malattia che ha sconvolto il mondo e cambiato le nostre abitudini.
Innanzitutto va ricordato che lo scorso 28 settembre il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato una ordinanza che istituisce in via sperimentale “itinerari turistici controllati” per i viaggi verso Paesi extra Ue.
Tra questi figurano Maldive, Seychelles, Mauritius, Repubblica Dominicana, Aruba ed Egitto ma limitatamente a Sharm El Sheikh e Marsa Alam.

Come si legge nel testo dell’ordinanza sono considerati “corridoi Covid-free” tutti gli itinerari “in partenza e in arrivo sul territorio nazionale finalizzati a consentire la realizzazione di viaggi turistici controllati, compresa la permanenza presso strutture ricettive selezionate, secondo specifiche misure di sicurezza sanitaria idonea a garantire che i servizi fruiti siano resi nel rispetto delle norme e cautele per la prevenzione del rischio di contagio da Covid-19″.
Per viaggiare verso questi Paesi è obbligatorio essere in possesso del Green pass e dell’esito negativo di un tampone, molecolare o antigenico, effettuato nelle 48 ore prima del volo. Nel caso in cui il soggiorno sia pari o superi i 7 giorni il viaggiatore dovrà sottoporsi a un ulteriore test, molecolare o antigenico nello Stato estero in cui si ritrova.
Al rientro in Italia non è più previsto l’obbligo di quarantena o dell’isolamento fiduciario. Questo solo se all’imbarco il viaggiatore presenta il risultato negativo di un test fatto 48 ore prima della partenza e se lo stesso si sottopone, all’arrivo in un aeroporto nazionale, a un nuovo tampone molecolare o antigenico. Le regole sono valide per i viaggi organizzati da operatori turistici e sono fatte salve indicazioni in ogni Stato. Novità riguardano anche altri Paesi.
Le novità dagli Usa

Gli Stati Uniti riapriranno ai viaggi turistici. La data fissata è quella dell’8 novembre. I visitatori dovranno possedere un certificato di vaccinazione completa, effettuata con i farmaci Pfizer, Moderna, Johnson&Johnson (riconosciuti dalla Fda), AstraZeneca, Sinovac e Sinopharm (i tre vaccini non sono ancora stati riconosciuti ma fanno parte di quelli dell’elenco degli usi di emergenza dell’OMS che con ogni probabilità a giorni verranno inclusi tra quelli che permettono di viaggiare). Inoltre sarà necessario sottoporsi a un tampone anti Covid entro 72 ore dalla partenza.
Per tornare in Italia bisognerà compilare il Passenger Locator Form ed effettuare un nuovo test, molecolare o antigenico, nei tre giorni precedenti il rientro. I turisti, all’ingresso negli Usa, non dovranno effettuare alcuna quarantena. Le compagnie aeree, secondo le indicazioni del Centro per il Controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) dovranno raccogliere i numeri di telefono e gli indirizzi e-mail dei viaggiatori così da mettere in atto un nuovo sistema di tracciamento dei contatti.
Regno Unito e passaporto

Il Regno Unito ha già riaperto le frontiere. Dallo scorso 1°ottobre non è più richiesta la quarantena una volta varcati i confini.
Obbligatorio invece sottoporsi ad un test entro 48 ore dall’ingresso e compilare il Passenger Locator Form. È bene sottolineare che a seguito della Brexit sarà necessario essere in possesso di un passaporto.
Le indicazioni per il Canada
Dallo scorso 7 settembre il Canada ha aperto i confini ai turisti che hanno completato il ciclo vaccinale. Per entrare nel Paese servirà essere in possesso del risultato negativo di un test molecolare effettuato entro i tre giorni antecedenti al viaggio
Viaggi nella Ue e nella zona Schengen
Per viaggiare dall’Italia verso Paesi della Ue o che fanno parte della zona Schengen sarà necessario essere in possesso di un Green pass. Potrà ottenere tale documento chi ha completato il ciclo vaccinale, chi è guarito dal Covid-19 e coloro che, sottoponendosi un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti il viaggio, sono risultati negativi.

Ma prima della partenza è sempre consigliabile consultare il sito della Farnesina viaggiaresicuri.it. Ogni Paese può stabilire regole proprie, anche diverse da quelle fissate a livello comunitario.
Per entrare in Francia, ad esempio, i cittadini italiani devono avere un certificato di vaccinazione, valido dopo una settimana dalla seconda dose di Pfizer, Moderna e AstraZeneca e dopo quattro settimane dall’unica dose di Johnson&Johnson. È sufficiente che sia trascorsa solo una settimana dalla prima dose per chi ha già contratto il Covid-19.
Regole leggermente differenti sono previste per i turisti non vaccinati, escludendo i minori di 12 anni. Questi ultimi devono presentare un certificato di “avvenuta guarigione da Covid-19 da almeno 12 giorni e da non più di 6 mesi oppure l’esito negativo di un test molecolare o antigenico effettuato meno di 72 ore prima della partenza”.
Paesi divisi in liste
L’Italia, come si legge nel sito del ministero della Salute, ha predisposto cinque liste, contrassegnate dalle lettere A, B, C, D e E, che prevedono regole differenti per i viaggi in entrata e in uscita dal nostro Paese. Attenzione alle date.
La lista A

Della lista A fanno parte Città del Vaticano e Repubblica di San Marino. Per questi Paesi non è prevista nessuna limitazione né l’obbligo di dichiarazione tramite il Passenger Locator Form. Le certificazioni di vaccinazione e guarigione emesse dalle rispettive autorità sanitarie competenti sono a tutti gli effetti equivalenti a quelle italiane. Tali documenti possono essere usati, qualora necessario, sul territorio Italiano.
La lista B
La lista B comprende gli Stati e i territori a basso rischio epidemiologico che verranno individuati, tra quelli di cui all’Elenco C, con ordinanza adottata ai sensi dell’articolo 6, comma 2. Sono consentiti gli spostamenti da e per questi Paesi senza necessità di motivazione. Al momento nessuno Stato è ricompreso in questo elenco.
Le liste C – D – E
Se non ci saranno cambiamenti sarà possibile viaggiare anche per turismo nei Paesi delle liste C e D. Nella prima sono ricompresi tutti gli Stati dell’Unione Europea, dello spazio Schengen e Israele. Di questo elenco fanno parte anche le Isole Faer Oer e la Groenlandia. Nel caso della Francia sono incluse anche Guadalupa, Martinica, Guyana, Reunion, Mayotte.

Gli spostamenti da e per questi Paesi possono avvenire per qualsiasi motivazione a patto che non si abbia soggiornato o transitato in uno dei Paesi in elenco D e/o E nei 14 giorni prima dell’ingresso in Italia. In caso contrario sono previste limitazioni.
Gli Stati inclusi nella lista D, in ordine alfabetico, sono i seguenti: Albania, Arabia Saudita, Armenia, Australia, Azerbaigian, Bosnia ed Erzegovina, Brunei, Canada, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Giordania, Libano, Kosovo, Moldavia, Montenegro, Nuova Zelanda, Qatar, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (compresi Gibilterra, Isola di Man, Isole del Canale, basi britanniche nell’isola di Cipro), Repubblica di Corea, Repubblica di Macedonia del Nord, Serbia, Singapore, Stati Uniti d’America, Ucraina, Taiwan. Fanno parte della lista anche le Regioni amministrative speciali di Hong Kong e Macao. Della lista E fanno parte tutti gli Stati e territori non espressamente indicati in altro elenco.
Informazioni utili:
Per conoscere ulteriori e più specifiche notizie ed essere sempre aggiornati si consiglia di consultare i siti del ministero della Salute e quello del servizio dell’Unità di crisi della Farnesina viaggiaresicuri.it.
Testo di Gabriele Laganà|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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