Una lunga striscia di terra con a fianco il mare: è la Calabria. Bagnata a est dallo Ionio e a ovest dal Tirreno, ha risorse e patrimoni unici. Come i famosi bronzi, che hanno compiuto nel 2022 i 50 anni dal ritrovamento. Ha una reggia, quella di Reggio Calabria, ineguagliabile. È l’antica e gloriosa Magna Grecia, culla della civiltà italica. Ma nonostante tutto questo, rimane ancora poco conosciuta.

Con il suo ricco patrimonio storico, culturale ed etnico, la Calabria è meta perfetta per il viaggiatore attento. Una terra piena di sorprese, alternativa, ideale per bike, trekking, ma anche per gli amanti del bien vivre con i suoi vini e la cucina. E di recente, con un museo rete d’impresa unico.
Per molto tempo un po’ snobbata, la Calabria sta finalmente avendo la giusta considerazione. Da Time è stata segnalata come uno dei 50 World Greatest Places del 2022. Principalmente perchè in uno spazio relativamente ristretto trovi tutto: passi dal mare (anzi da due mari) con spiagge perfette, alle tortuose strade di montagna che portano in poco tempo sulla Sila e in Aspromonte. Dal livello del mare ai 1900 in un batter d’occhio o quasi, se i chilometri non sono molti ci si inerpica velocemente fra curve a gomito e scorci spettacolari. E fra la montagna e il mare, si aprono le valli, sovrastate da borghi incantati fermi nel tempo, coltivate a vigna e ulivi, gestite da aziende di famiglia che dell’innovazione legata alla tradizione hanno fatto i punti di forza.
La riscoperta del Cirò

Il Cirò, vino considerato da taglio o di poco conto fino a qualche decennio fa, era di fatto conosciuto già al tempo dei Greci quando i vini di Krimisa, dal nome di Cirò nell’antichità, venivano offerti agli atleti olimpici. Da quel momento la cultura del vino diventò parte integrante della storia di quest’angolo di Calabria. Non a caso il Cirò è stato scelto come vino ufficiale e simbolo delle Olimpiadi di Città del Messico del 1968. Ma la rinascita dei vini calabri si deve soprattutto ai fratelli Nicodemo e Tonino Librandi. Che hanno intuito il grande potenziale di queste terre e chiamato a raccolta esperti di viticoltura per creare un terroir perfetto. L’azienda Librandi ha sede a Cirò Marina, cittadina affacciata sul mar Ionio, con i suoi vigneti collinari e pianeggianti diffusi nella macchia mediterranea.

Le cantine Librandi esportano nel mondo vini di pregio, ma le intuizioni della famiglia vanno oltre e si propongono per un turismo esperienziale nelle sei tenute dell’azienda. Qui ospitano appassionati di vino stranieri e italiani per degustazione verticali e pranzi, cucinati da Francesco Librandi, che con la sorella Teresa e i cugini Paolo e Raffaele sono alla guida dell’eclettica azienda. La cucina di Francesco è un viaggio fra i sapori tipici di Calabria a cominciare dal pane, dalle frittelle di zucchine e dalla sardella piccante (pasta di avanotti di pesce).
Ognuno nell’azienda ha un ruolo preciso: dalla gestione dei vigneti alla commercializzazione e, come in una macchina ben oliata, tutto funziona perfettamente. Le cantine Librandi producono circa 2 milioni e mezzo di bottiglie di vino e 25.000 di olio all’anno. Sono distribuiti prevalentemente ai ristoranti e più della metà indirizzati al mercato italiano.

Una famiglia, simbolo di un territorio, che ha per obiettivo la valorizzazione di una zona dove il vino è una pratica antica, ma che è forse giunto per ultimo in Italia a ricevere il giusto valore.
Intuizioni e visione: nel 2008 prende vita l’associazione “I Vignaioli del Cirò”, con lo scopo di fornire il massimo della qualità per valorizzare il territorio. 42 vignaioli, i cui vigneti si estendono dal litorale marittimo alla valle interna che abbraccia Cirò, che hanno valorizzato la coltivazione ad alberello, fortemente voluta da Nicodemo. Una zona paesaggistica che da sola merita una visita, all’insegna di una viticoltura organizzata e moderna che garantisce reddito e lavoro ai produttori.

Otto i vitigni coltivati dall’azienda Librandi per la produzione. Gli autocononi Gaglioppo, Greco Bianco, Magliocco, Mantonico e gli internazionali Chardonnay, Sauvignon Blanc, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. 15 le etichette con nomi evocativi come Efeso, Megonio, Gravello Critone Asylia Asylia, Almaneti e Rosaneti. Questi ultimi due spumanti metodo classico.
Tenuta Rosaneti è una delle sei della Cantina Librandi, la più grande ed estesa, situata tra Rocca di Neto e Casabona, in provincia di Crotone.
Lì le vigne a filari scorrono a perdita d’occhio, ma non è solo Cirò. In base al terreno e alla posizione sono stati piantati e in qualche caso resuscitati piedi di vigne autoctone con l’obiettivo di valorizzarne territori e varietà diversi. Per 250 ettari di vigneti e uliveti, con appezzamenti catalogati in base a specifici terroir e vitigni, dove ogni elemento è valorizzato. L’olivo millenario, il palmento antico dell’800, le essenze vegetali di ogni genere, che rappresentano la biodiversità della macchia mediterranea. In fuoristrada o in bike, anche con la pedalata assisitita, e a piedi, si possono fare esperienze immersive.

Interessante la visita alla vigna didattica e di sperimentazione, il giardino varietale. Visto dall’alto ha una forma a spirale e vi sono stati messi a dimora duecento vitigni antichi autoctoni recuperati in tutta la regione. Sono stati numerati su una mappa, vengono studiati e aggiunti alla produzione.
Da poco è stato aperto il Museo Vites, museo di viticoltura, territorio e storia. Uno spazio nel quale sono stati raccolti arnesi, strumenti originali e riproduzioni antiche che raccontano storie e lavori del mondo vitivinicolo. C’è anche una stanza dei profumi per sperimentare i diversi aromi del del vino.
Ma non solo vino, anche libri e festival su viaggi e culture

Un territorio interessante anche per la presenza di imprese che fanno rete e si impegnano per produrre ricchezza in termini di lavoro. A Soveria Mannelli, in provincia di Catanzaro, un piccolo centro al confine con la Sila, c’è una casa editrice che stampa la maggioranza dei libri italiani: Rubbettino. Chi l’avrebbe detto? Una grande tipografia iper moderna e scelta di titoli ricercati in materia di economia, politica e scienze sociali. Attiva da 50 anni, ha pubblicato autori interessanti e intere collane dedicate alla Calabria. Da visitare il museo di antichi macchinari e nel mese di settembre è possibile vivere il festival su viaggi e culture mediterranee Sciabaca. Nel 2022 si è tenuta l’edizione per il cinquantennale della casa editrice. Durante l’evento, incontri con gli autori, convegni, concerti che richiamono un vasto pubblico di studenti, turisti e locali.
Filati e tessuti e musei d’impresa

Riscendendo verso la costa un appuntamento interessante è al Lanificio Leo. Fondato nel 1873, è il più antico della Calabria. Attualmente la produzione è limitata, ma la parte della vecchia fabbrica è un esempio di archeologia industriale unica nel suo genere. Qui si tenevano anche mostre e eventi. Il proprietario si propone di riportarlo al più presto in piena attività.
Tutte queste aziende fanno parte di SUDHERITAGE. Un’associazione che ha come missione la costruzione e valorizzazione di una rete di musei di impresa calabresi. Intesi come luoghi di produzioni locali e al contempo luoghi di sperimentazione e connessione tra imprese, territori, comunità, scuole, nonché poli di attrazione di nuove forme di turismo evoluto.
Tra i soci fondatori di questa iniziativa, otto grandi imprese del territorio. Amarelli, Callipo, Gias Spa, Lanificio Leo, Librandi, Museo del Bergamotto, Rubbettino e Terme Caronte. Alla presidenza dell’associazione Nicodemo Librandi, Florindo Rubbettino, vicepresidente, e Gloria Tenuta.
Cibo e ospitalità

La Calabria è terra di sapori forti, genuini, antichi e nuovi. In località Polso, immerso in un bosco di 10 ettari, si trova l’agriturismo La Rosa nel bicchiere, della famiglia Rubbettino. Il nome è mutuato da una poesia del poeta locale Franco Costabile: «Un arancio, il tuo cuore, succo d’aurora. Calabria, rosa nel bicchiere». Di fronte il Monte Reventino, a destra Serra Alta, a sinistra Monte Condrò con la splendida faggeta. E’ una tra le più belle della regione, con tronchi che spiccano fino a 35 metri. L’agriturismo è un’oasi di pace dove trascorrere qualche giorno (ci sono alcune stanze e piccoli appartamenti). O qualche ora, per degustare piatti locali e creativi cucinati dallo chef chef Antonio Torchia. Un perfetto equilibrio tra innovazione e tradizione.

Molta attenzione è data all’ambiente. Un impianto a energia solare rende la struttura autonoma dal punto di vista energetico e un sistema di recupero delle acque piovane consente diutilizzarle per irrighiare i campi. I prodotti della fattoria, mele, pere, ciliegie, castagne, frutti di bosco, latticini e ortaggi vari, vengono impegati in cucina seguendo le stagioni. Un tesoro a Km zero.
Da Ercole sul lungomare
Tornati a Crotone, da visitare il Duomo, il Castello, l’interessante Museo archeologico e, sul lungomare, sicuramente un break per una sosta Da Ercole. Locale storico che propone piatti di pesce freschissimo, ma anche funghi e ottimi formaggi del territorio. Ercole Villirillo, crotonese doc, è considerato uno dei più importanti cuochi calabresi e il suo ristorante è segnalato dalle migliori guide. Una cena nel bel dehors o nelle spaziose sale, è un’esperienza sensoriale che non si dimenticherà facilmente.

Lo Chef crotonese riesce ad interpretare in chiave contemporanea l’unicità dei sapori legati al territorio, proponendo una cucina fresca e leggera, lavorando con estro unito al rigore e grande rispetto delle materie prime.
Hotel diffusi e stellati
La Calabria è ancora un luogo autentico, dove provare esperienze ed emozioni, a contatto con le gente. La costa è bella, a tratti non bellissima, le strutture ricettive di livello non sono molte, ma a volte si incontrano luoghi quasi magici. Forse non perfetti, ma accoglienti e particolari.

A Isola Capo Rizzuto c’è il Praia Art Resort, un hotel “diffuso” come un borgo a 5 stelle nel cuore della costa ionica, al confine con l’area marina protetta. Camere in piccoli blocchi e ville a 20 metri dalla spiaggia attrezzata con gazebo, chaise longue e ombrelloni. Un bar per aperitivi al tramonto e la brezza del mare che profuma l’aria. Colazioni bordo piscina e due ristoranti di cui uno stellato. L’ Osteria del mare, più easy, condivide la filosofia del Pietramare Natural Food, una stella Michelin 2023. Che interpreta lʼessenza assoluta di una Calabria ricca di cultura, storia e tradizioni. Un respiro innovativo e contemporaneo per ricette che raccontano la biodiversità di questa terra. Chef Executive è Carmine Lupia, mentre Raffaele Vitale seleziona le materie prime e definisce i menu. Oltre 800 etichette nazionali ed estere nella fornitissima cantina.

I Castelli sull’isolotto

Oltre alla riserva marina istituita nel 1991, che comprende 37 km lungo la costa da Crotone, a Le Castella, poco distante dal resort si trova il Castello Aragonese di Le Castella, uno dei più belli e famosi del Sud Italia. Un vero e proprio simbolo culturale della Calabria. Le sue origini remote risalgono al 204 a.C., quando il condottiero Annibale vi si rifugiò in ritirata. Poggia su fondamenta risalenti al periodo Magno-Greco e ancora si possono notare le diverse sovrapposizioni di epoche successive. Ad opera di normanni, svevi, bizantini, angioini e aragonesi che elevarono sui muraglioni greci le difese. Singolare la sua posizione, arroccato su un isolotto collegato alla costa da un sottile lembo di terra. Inizialmente Le Castella non era l’unico castello della zona e il nome al plurale sta ad indicare più fortificazioni.
La Fortezza Aragonese, nonostante i diversi danni provocati dagli agenti atmosferici e dalle violente mareggiate, conserva un’antica struttura da villaggio. La maestosa torre cilindrica, divisa in tre piani e collegati tra loro da una scala chiocciola in pietra; il maniero, intorno al quale sorgono imponenti mura merlate di difesa. Quasi interamente restaurato, il castello è caratterizzato da alcune stanze; come la sala video, la sala foto e la “Sala Phrurion”. Al suo interno sono presenti anche i resti di una piccola chiesetta e una cappella.

A poca distanza di Isola Capo Rizzuto si possono visitare Capo Colonna con il Parco e il Museo Archeologico e la bellissima Colonna di Hera Lacina, e il Santuario della Madonna di Capo Colonna.
Lamezia Terme è l’aeroporto di riferimento per raggiungere questa parte di Calabria servita da Easy Jet.
Testo e Foto di Teresa Scacchi | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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