Tōhoku: il Giappone sconosciuto e autentico

Distante anni luce dal caleidoscopio di Tokyo e dai paesaggi da cartolina nipponica, ciliegi in fiore e Fujiyama sullo sfondo, il Tōhoku – letteralmente il “Nord-Est” – cela i segreti del Giappone più autentico, dove le stagioni ancora scandiscono abitudini e tradizioni di vita.

Testo e foto di Emanuela De Santis

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Tenguina cliff e Nokiodo hall sopra il tempio buddista Yamadera ©Emanuela De Santis

Sulle montagne del Tōhoku gli antichi templi si nascondono tra i boschi e i paesaggi sembrano ritagliati dalle incisioni del maestro nipponico Hiroshige.

In attesa che i venti siberiani ricoprano la regione sotto un manto di ghiaccio e neve, l’aria ancora mite di fine estate trasuda aliti di frescura: è il periodo giusto per partire in viaggio con lo shinkansen, il treno veloce che sfreccia fino a Tendō, sosta imprescindibile per le sue acque termali.

Ryokan e Onsen

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Yubo Ichiraku hotel a Tendo ©Emanuela De Santis

Negli ultimi decenni gli onsen – i bagni termali – si sono moltiplicati, da quelli pubblici, di sobrietà zen, a quelli sofisticati ed esclusivi dei ryokan come Yubo Ichiraku. In questa tipica locanda giapponese la tradizione si fonde con l’arte contemporanea in ambienti di raffinatezza orientale, ad esempio nella suite con vasca termale dove immergersi per conciliare il sonno dopo il kaiseki, caratteristica cena a base di molte piccole portate servite da cameriere in kimono.

Haguro, Gassan e Yudono

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Vista da Monte Gassan ©Emanuela De Santis

Nel Tōhoku la natura si è sbizzarrita ad innalzare rilievi, sollevare alture, modellare montagne in cui batte il cuore della tradizione religiosa del Giappone. La regione sacra di Dewa Sanzan comprende le tre cime – Haguro, Gassan e Yudono – simboli spirituali rispettivamente della vita, della morte e della rinascita.

Pochi chilometri dopo Tendō, l’autostrada diventa una striscia tortuosa che s’infila tra boschi di querce, castagni e cipressi, scavalca valli, abborda torrenti e burroni. Non c’è guida più adatta di uno yamabushi, il monaco asceta dello shugendō, culto nato dalla fusione tra scintoismo, taoismo e buddhismo esoterico, per accompagnare i pellegrini da una vetta all’altra.

Vestito di bianco, soffia per qualche istante in una conchiglia di strombo trasformata in corno mentre saltella, agile come uno stambecco, sui ripidi gradini che salgono al millenario santuario di Haguro, una pagoda costruita su cinque piani in un minuzioso intarsio di scandole di legno incastrate a mosaico.

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gli acquitrini di Midagahara ©Emanuela De Santis

Poi lo yamabushi conduce sulle passerelle di legno degli acquitrini di Midagahara, tra le siepi di tasso e i cespugli fioriti del Gassan. Infine sorveglia che i visitatori seguano alla lettera i riti di purificazione – il lavaggio di mani e piedi, la preghiera al kami, la divinità – prima di ascendere allo Yudono e al sancta sanctorum del Dewa Sanzan: una roccia che fuma e ribolle di acqua termale.

Prima del ritorno, su un foglietto arrotolato a mo’ di minuscola pergamena, ognuno scrive il proprio omikuji, il desiderio che vorrebbe realizzato. La notte si trascorre nello shukubo, la foresteria dei pellegrini, un assaggio dell’austera vita dei monaci: camere separate da semplici fusuma (pannelli di carta di riso), unici arredi il tavolino per il tè e il tatami, la stuoia su cui si stende il futon, bagno e onsen in comune, con cena vegetariana alle 7 e sveglia all’alba per la preghiera.

Si torna verso Tendō e Yamagata lungo l’autostrada Tōhoku-Chūō, dove anche un pit stop in autogrill può riservare una sorpresa golosa, come un forno artigianale che prepara i melonpan, tradizionali biscotti farciti di crema al melone.

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La scalinata del tempio buddista Yamadera ©Emanuela De Santis

Oltre mille gli scalini di pietra che s’inerpicano fra le rupi fino alla sommità del tempio buddista di Yamadera, nella prefettura di Yamagata, ma la magia del luogo smorza ogni fatica. Prima tappa davanti alle statue dorate del Konpon Chudo e alla fiamma costantemente accesa dalla fondazione del tempio, oltre un millennio fa.

Poi la ripida salita fino agli edifici sacri, lungo la quale si materializzano, nei giochi di luce e ombra dei cedri altissimi, le lampade di pietra, le indecifrabili iscrizioni, le figure del Buddha ricoperte di bandierine rosse, i bastoni con la ruota da preghiera.

In cima, lo sguardo abbraccia un tempietto su uno sperone di roccia, la corona delle montagne, il fondovalle, gli alberi tinti di delicatissime sfumature autunnali: la quintessenza del paesaggio giapponese.

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Kakunodate, la piccola Kyoto a ©Emanuela De Santis

Un’altra corsa verso nord sullo shinkansen per un altro salto nel tempo, dal sacro al profano. Kakunodate, nella prefettura di Akita, ha il fascino del Giappone medievale dei film di Kurosawa e Mizoguchi: soprannominata la piccola Kyoto, fu fondata quattro secoli fa dal nobile feudale Yoshikatsu Ashina.

Bukeyashiki è la strada dei samurai, un lungo boulevard alberato dove i locali passeggiano e pedalano tra le antiche case con i tetti a pagoda, la maggior parte oggi abitazioni private. Quelle visitabili, come la Ishiguro-ke (ingresso 3 euro circa), alle opulente decorazioni esterne contrappongono la sobrietà estrema degli interni.

Tra il viale e il lungofiume ornato di ciliegi, le botteghe lungo le stradine del centro sono un invito allo shopping, dagli yukata, kimono di cotone a grandi motivi floreali, agli zori, gli infradito in paglia di riso e persino ai calzini da teenager con i personaggi dei manga.

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La distilleria di sakè Suzuki a Kakunodate ©Emanuela De Santis

Non manca la visita alla storica distilleria di saké o alla fabbrica dove si affina una salsa di soia per gourmet, invecchiata dieci anni. Alle 7 di sera è già ora di cena. La gente si affolla ai banchi degli izakaya – i pub nipponici – e nei privé dove si mangia a gambe incrociate sullo zabuton, il tradizionale cuscino da terra; rinomatissimo è Domanin, con gli udon fatti a mano di Inaniwa, il pollo ruspante di Hinai, la zuppa di funghi e kiritampo, barrette di riso lessato grigliate sulla brace.

In viaggio verso nord

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Towada Lake ©Emanuela De Santis

Proseguendo verso nord, tra gli altopiani cesellati dalla simmetria delle risaie fino al parco nazionale di Towada, il paesaggio, a seconda della stagione, sfodera tutta la tavolozza dei colori. Le montagne si chiudono a corolla attorno all’omonimo lago che tinge di blu cobalto una caldera vulcanica ancora attiva, emergendo tra le nebbie autunnali.

La cittadina di Yasumiya è l’hub da cui partono le crociere in ferry sul Towada e i RHIB gonfiabili che sfrecciano a pelo d’acqua; da Nenokuchi, sulla sponda orientale, s’imbocca invece il sentiero naturalistico di quattordici chilometri che, sotto le fronde di cipressi, querce e faggi, attraversa la valle del torrente Oirase e sfiora la cascata di Choshi Otaki.

L’ideale è dividere in due giorni il percorso, regalandosi una sosta all’Oirase Keiryu, lussuoso resort di charme bucolico dalle cui finestre spalancate nel verde l’unico rumore che giunge è lo scorrere placido dell’acqua: relax assoluto davanti ai monumentali camini, con bagno mattutino nelle acque termali dell’onsen sospeso sul torrente e un assaggio delle carnose mele rosse tipiche della regione.

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Gli interni del resort Oirase Keiryu ©Emanuela De Santis

Dal lago Towada la strada oltrepassa i monti Hakkoda serpeggiando tra i boschi verso nord fino ad Aomori, famosa per il Nebuta Matsuri, kermesse agostana durante la quale i carri di carta di riso alti fino a nove metri e illuminati all’interno da luci colorate sfilano per la città rappresentando scene di miti giapponesi, drammi kabuki e personaggi di film famosi.

La tradizione della festa è celebrata dal museo Nebuta Wa-Rasse (ingresso 5 euro circa), un gioiello da archistar con mostra di carri storici, workshop di modellini in carta di riso ed esibizioni di haneto, la danza che accompagna i carri. Ma Aomori non ha dimenticato le sue origini di villaggio di pescatori.

All’ora di pranzo la città gravita intorno al mercato del pesce: si prende un vassoio con una ciotola di riso o di zuppa di miso e si gira tra i banchi scegliendo piccole porzioni di pesce, crudo o cotto, grazie al blocchetto di ticket acquistato in precedenza.

Niente take away: si mangia sul posto, tutti intorno al tavolo comune, quasi in un rito che, come quello dell’onsen, i giapponesi considerano importante per rilassarsi e vivere un momento di allegra convivialità.

Vapori nipponici

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Una giovane si appresta a entrare nel bagno termale ©Emanuela De Santis

Si entra nudi, con solo un asciugamano, uomini e donne separati: sono gli onsen, i bagni termali, che si trovano un po’ ovunque in Giappone (alcuni sono gratuiti). A Tendō, una delle diciassette località termali della prefettura di Yamagata, ogni ryokan ha il suo onsen: allo Yubdo Ichiraku spa esterna con vista sul giardino e family bath per piccoli gruppi, all’Hohoemino Kuyufu Tsuruya grande bagno interno in legno di cipresso e sala relax con vetrata sul giardino.

Nel parco nazionale di Oirase, oltre all’onsen privato dell’Oirase Resort, anche quello pubblico Yae Kokonoe no Yu, dove il vapore avvolge le rocce della vasca sotto una cascata di acqua calda (aperto dalle 14 alla 22.45, dalle ore 20.30 solo per donne).

Un po’ di adrenalina

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Towada Lake ©Emanuela De Santis

Si sfreccia sull’acqua protetti da caschi e cerate e ci si arresta di botto davanti ai punti più panoramici per foto e video. L’escursione in RHIB, il gommone superveloce di fabbricazione militare, non è solo un divertimento ma il modo migliore per esplorare le coste del lago Towada: un tragitto di 22 km. in cui si aggira il promontorio di Mikurahan, si entra nella grotta di Itomuka, si passa sotto le rupi alte 200 metri e infine si lancia un omikuji, un foglietto votivo, davanti all’Uranai-ba, il luogo mistico del lago dove ogni desiderio, dicono, si avvera.

Dopo la gita sosta per un thè verde al bar di rustico chic accanto all’imbarco (da 33 euro il tour di 50 minuti, da 50 euro il giro del lago in kajak).

Lezioni di kiritanpo

Lungo la statale 282 che sale verso il parco del Towada, la Michi-no-Eki (area di servizio) Antler di Kazuno ospita ristorante, shop di prodotti locali, un’esposizione collegata al tradizionale festival musicale Hanawa bayashi e persino una scuola di cucina dove, sotto la guida di una cuoca esperta, si apprendono i segreti di preparazione del kiritanpo, street food popolarissimo in tutta la prefettura di Akita.

Il riso lesso viene avvolto intorno a bastoncini di legno, messo sulla brace finché diviene di un bel colore arancio dorato e infine spalmato di salsa di noci e miso oppure affondato in una zuppa di pollo (prenotazioni allo 0081 186 22 05 55; 5 euro a persona per 30 minuti).

Infoutili:

JNTO – Ente Nazionale del Turismo Giapponese, via Barberini 95, Roma, tel. 06 94 44 34 07. Sito internet.

Per scaricare una sintetica guida del Giappone in italiano

Per saperne di più sul Tohoku kanko.

Come arrivare

Per visitare il Giappone è necessario il passaporto in corso di validità per almeno 3 mesi e il biglietto di ritorno; il visto occore soltanto se il soggiorno si protrae oltre i 90 giorni. Voli Cathay Pacific da Roma e Milano per Tokyo con scalo a Hong Kong a partire da 699 euro a/r.

Muoversi

All’arrivo a Tokyo il treno è il modo migliore per raggiungere la stazione di Shinagawa, da dove partono gli shinkansen. Dall’aeroporto di Haneda il transfer è su treni espressi Keiku oppure su monorotaia (4 euro circa) fino alla stazione di Hamamatsucho; da qui si prende la linea circolare della metro Yamamote fino a Shinagawa.

Dall’aeroporto di Narita il Narita Express in un’ora arriva direttamente a Shinagawa (24,50 euro circa). Il Japan Rail Pass, abbonamento ferroviario riservato ai turisti, comprende anche i transfer aeroportuali (da 239 a 320 euro circa a seconda della classe di viaggio; durata 7 giorni).

Sia ad Haneda che a Narita convenienti i noleggi auto di Orix (da 216,50 euro circa per 6 giorni) o di Nippon (da 273 euro per sei giorni).

Per restare sempre connessi si può noleggiare in aeroporto un pocket wifi router (a partire da 45 euro circa per 5 giorni).

Per l’ingresso a templi e santuari viene richiesto un biglietto di 3 o 4 euro circa ed è assolutamente vietato fotografare o filmare all’interno. Al santuario del monte Yudono si può salire anche con un bus navetta dal parcheggio (4 euro circa a/r).

Dove dormire:

Oto no Ana Yubow Ichiraku

Ryokan di raffinata ambientazione orientale contaminata dai colori e dalle forme dell’arte contemporanea. Camere con letto o con il tradizionale tatami, e colorati yukata a disposizione degli ospiti. Con l’onsen pubblico o privato compreso nella suite il benessere è totale. Imperdibile la piccola birreria dove si fa la birra di ciliegie. Prezzi: da 143 euro circa per la mezza pensione.

2-2-21 Kamata Honcho, Tendō | tel. 0081 23 654 33 11

Shukubo Miyashitab

Merita di essere provata, anche per una sola notte, l’ospitalità semplice e gentile che i monaci riservano ai pellegrini del Dewa Sanzan. Notte sul tatami, bagni in comune, pasti vegetariani per non contaminare il processo di purificazione, sveglia all’alba per la preghiera e dono di amuleti personalizzati. Prezzi: da 83 euro circa per la mezza pensione.

223 Haguromachi Touge, Tsuruoka, Yamagata | tel. 0081 235 62 23 71

Tamachi Buke Yashiki

La struttura è situata accanto alla strada dei samurai una palazzina d’epoca in legno offre un’ospitalità di tradizione in camere arredate con la sobrietà dello stile nipponico. Colazioni all’orientale con zuppa di miso e salmone e convenzioni con il vicino onsen Kadodate. Prezzi: da 156 euro circa.

23 Kakunodatemachi, Semboku, Akita | tel. 0081 187 52 17 00

Towada Prince

Hotel in una location romantica a bordo del lago Towada, appartato in un grande parco con prato all’inglese, per un’ospitalità di gentilezza orientale ma di stile occidentale; grandi sale panoramiche per un british tea e ristorante con menù internazionale. Prezzi: da 75 euro circa.

Okawatai-65-1, Towadako, Kosaka, Kazuno, Akita | tel. 0081 176 75 31 11

Oirase Keiryu

Il decor monumentale, le ampie vedute sul bosco e gli onsen sul torrente Oirase che scorre accanto: il resort regala una full immersion tra natura e benessere, completata con il buffet gourmet e lo store fornitissimo di dolci e chips fatti con le mele del Tohoku. Prezzi: da 345 euro circa.

231 Tochikubo, Okuse, Towada, Aomori | tel. 0081 50 37 86 11 44

Dove mangiare:

Takifudo Kisoba

Classica trattoria popolare giapponese, sempre affollata a pranzo. Specialità soba – pasta di grano saraceno simile agli spaghetti – in tutte le sue declinazioni, fredda, con salsa tsuyu e wasabi o in brodo caldo. Prezzi: da 10 euro.

4359 Yamadera, Yamagata | tel. 0081 236 95 20 39

Towadako Marina

Incantevole chalet di legno sul lago, ideale per uno spuntino a base di udon e salmone, caffè, aperitivo. Prezzi: da 5 euro.

486 Okuse, Towadako, Aomori | tel. 0081 176 75 21 56

Towadako Morita

Minuscolo ristorante – massimo tredici persone – ma con grandi sapori, dove provare l’himemasu, il salmone allevato nel lago Towada, e tante altre specialità come il barayaki, le costolette di manzo fritte con le cipolle in salsa di soya piccante. Prezzi: da 15 euro.

486 Towada-kohan, Yasumiya, Okuse, Towada | tel. 0081 176 75 22 06

Domanin

In una casa di legno su due piani, una parte è izakaya, il pub nipponico, l’altra ristorante di raffinate pietanze locali, con sashimi, kiritanpo nabe, pollo ruspante di Hinai arrosto. Da provare l’originale Ando’s Miso Pizza. Prezzi: da 15 euro.

Shimonakamachi-30, Kakunodate, Semboku, Akita | tel. 0081 187 52 17 03

Aomori Nokkedon

Al mercato del pesce di Aomori, all’ora di pranzo, ogni banco si trasforma in un mini-ristorante dove scegliere piccole porzioni di sashimi di tonno, capesante, ostriche, gamberoni, pesce grigliato e tempura, verdure in salamoia, calamari saltati con broccoletti locali. Prezzi: 5,50 euro circa il blocchetto da 5 coupon.

Furukawa 1-11-16, Aomori | tel. 0081 17 763 00 85 |

Shopping

Mossball Pirase Lamp

Atelier di lampade artistiche ricavate da zucche vuote: s’impara a realizzarle partecipando al workshop di un’ora al costo 40 euro circa.

Tochikubo 183 Okuse, Towada | tel. 0081 176 74 12 33

Suzuki Shuzo

La famiglia Suzuki produce saké dal 1689, dal più comune al più raro, fino all’inedita versione frizzante per brindare alle prossime Olimpiadi; Alexander, il direttore americano, guida gli ospiti nei free tasting illustrando le differenze alcoliche e d’invecchiamento. Da visitare anche la collezione privata di gioielli antichi.

9 Aza Futsukamachi Nagano, Daisen, Akita | tel. 0081 187 56 21 21

Ando Jozo Honten

Antica fabbrica annessa all’abitazione privata dei proprietari in cui la salsa di soia viene lavorata con metodi tradizionali, senza additivi, anche in una versione invecchiata dieci anni.

27 Shimo Shimmaki, Kakunodate | tel. 0081 187 53 20 08

Tendo Shogi Shiryokan

Gli shogi koma, gli scacchi giapponesi, si producono nella prefettura di Yamagata secondo la tradizione di un artigianato risalente al periodo Edo. Di forma trapezoidale, sono incisi con caratteri kanji direttamente sulla superficie del legno con la pregiata lacca giapponese urushi.

1-1-1-Honcho, Tendo | tel. 081 23 653 16 90

Sharaku

Piccola boutique nel centro di Kakunodate dove tuffarsi a scegliere uno yukata, il kimono da relax, un obi (la cintura di tessuto più rigido) e i tessuti d’arredo giapponesi nelle diafane tonalità dello stile tradizionale.

3 Kamicho Omotemaci, Kakunodate | tel. 0081 187 54 26 76

Sakura Yashiki

Emporio dove comprare yukata, zori, ventagli dipinti a mano, calzini per infradito con i personaggi dei manga e del kabuki.

121 Kitano, Kakunodate | tel. 0081 187 49 67 70

Yamadera Yaki Nagase To Bo

Lungo la scalinata del tempio di Yamadera le raffinate ceramiche raku prodotte da due artigiani locali che invitano alla visita dell’atelier offrendo una tazza di thè e organizzando workshop.

Yamadera, Yamagata | tel. 0081 23 695 20 15

Shouseido

Pasticceria artigianale rinomata per i kurumiyubeshi di pasta di noci, per i manju di fagioli rossi, farina di grano saraceno e zucchero di canna e per i mochi, popolari polpettine di riso ripiene.

4437 Oaza Yamadera, Yamagata | tel. 0081 23 695 20 48

Testo e foto di Emanuela De Santis|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com