Cipro, sulle tracce di Afrodite

Spiagge bianchissime circondate di blu, colonne greche che guardano il mare, ville romane tempestate di mosaici e chiese bizantine immerse nella natura: questa è Cipro, tesoriere delle civiltà del Mediterraneo e patria della dea Afrodite.

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Il mare azzurro si stende infinitamente limpido all’orizzonte, in un trionfo di luce riflessa che abbaglia gli occhi. Alcuni scogli bianchi sostano  nei pressi della riva, interrompendo la quieta regolarità del litorale. Prima d’ogni vita, dalla fresca spuma salata nacque l’incantevole Afrodite, e una conchiglia cullò fino a questa spiaggia. Siamo a Petra Tou Romiou, nella costa meridionale di Cipro, teatro di miti e leggende dal sapore antico. Un tempo, file di pellegrini s’incamminavano sul promontorio che domina queste acque per offrire doni e sacrifici nel Santuario di Palaipafos, dedicato alla dea dell’amore. Parte da qui il nostro tour alla scoperta di Cipro, terza tra le isole del Mediterraneo, oasi naturale al confine di tre continenti, graffito indelebile lasciato da antichi popoli di passaggio.


Pafos, la città di Afrodite

Il centro del culto di Afrodite è Pafos, che dalla costa occidentale dell’isola guarda verso il lontano Medio Oriente. Per oltre 600 anni è stata capitale di Cipro: centro politico, religioso e commerciale per Greci e Romani, autogrill dei marinai in viaggio da Occidente a Oriente. Già dal 1200 a.C. Cretesi e Micenei veleggiavano fin qui per comprare il rame, metallo che rese l’isola famosa in tutto il Mare Nostrum. Ne porta i segni il sito archeologico di Kato Pafos. Resti che vanno dall’Era Preistorica fino al Medioevo affiorano dal terreno dorato, rivelando usi e costumi di una civiltà dalla storia millenaria: per vedere l’Odeon, le rovine della Basilica Paleocristiana, la Fortezza delle Quaranta Colonne e le Tombe dei Re sotterranee, ci vuole un’intera giornata. Entriamo nella Casa di Dioniso, famosa per i raffinati pavimenti a mosaico in stile romano raffiguranti scene della mitologia greca. Il dio del vino compare disegnato nella sala da pranzo; accanto, il giovane Icarios giace su un fianco, ubriaco. Fu il primo mortale a bere il vino, che Dioniso gli ha insegnato a fare per divertirsi nel vederne gli effetti sugli uomini. Il vino ha una tradizione antichissima qui a Cipro: fin dai tempi dei Greci, nella parte meridionale dei Monti Troodos si produce la Koumandaria, un passito da dessert. Nettare scuro, dolce e sciropposo, è così radicato nella cultura cipriota che si usa persino per intingere il pane durante la messa: invece di servire l’ostia, il prete imbocca i fedeli con un cucchiaio di vino e mollica di pane.

Tra i luoghi dei culto più interessanti nella regione di Pafos, è imperdibile la chiesa di Agia Paraskevi, nel villaggio di Geroskipou. È una piccola basilica bizantina in pietra del IX secolo, costruita su tre navate e con ben cinque cupole. Dall’alto, sembra un villaggio fatto di tante casette in sabbia, incastrate tra loro. Dentro, la maestosità dei dipinti dai colori pastello, lascia a bocca aperta e naso all’insù.


Natura nella penisola di Akamas

A nord di Pafos inizia la penisola di Akamas, la parte più selvaggia dell’isola. Un vasto altipiano si allunga sulla costa frastagliata, regalandoci una magnifica vista del litorale, mentre ci addentriamo in questa campagna che sembra non finire mai. Attraversiamo campi di banane, mandarini, pompelmi, limoni e melograni che crescono gustosissimi grazie alla temperatura calda.  Sarà il sole, la luce chiara o l’aria pulitissima, ma tutto qui sembra avere un sapore più intenso, più vivo.

Arriviamo alla chiesa Agios Georgios, una semplice costruzione in pietra che guarda la maestosa isola di Geronisos. Poco più avanti, c’è la spiaggia di Lara: la distesa dove nascono le tartarughe marine. In estate, le mamme tartaruga vengono qui per deporre un centinaio di uova a testa, scavando profonde buche nella sabbia. Con un po’ di fortuna, da settembre a ottobre si possono vedere i piccoli fare capolino e correre veloci in mare.

Paradiso del birdwatching, l’intera penisola è un’oasi naturale: viene voglia di incamminarsi in uno dei tanti percorsi che si addentrano nel verde, alla scoperta delle numerose e rare specie botaniche della zona. Si dice che anche la dea della bellezza amasse trascorrere le sue giornate giocando con Adone tra queste piante, per poi andare a bagnarsi a Loutra tis Afrodis, una piccola grotta nella baia Chrysochou, a nord di Akamas. Uno specchio d’acqua circondato da rocce ruvide, all’ombra di un vecchio albero di fico: non c’è molto da vedere, ma vale la pena respirarne l’atmosfera.


I villaggi sui Monti Troodos

Tanti popoli si sono succeduti in questo fazzoletto di terra ai confini dell’Europa, creando un paesaggio piacevolmente misto, segno della forte ospitalità dei ciprioti. Sono le architetture a parlare: se la costa è tratteggiata da templi greci con colonne corinzie, terme romaniche dai complessi impianti idraulici e teatri, nell’entroterra si trovano manciate di paesi rurali, ognuno con la sua chiesetta bizantina affrescata. Dominano la regione centrale dell’isola i Monti Troodos, l’Olimpo cipriota: qui, tra piccoli vigneti si produce vino con tecniche e metodi di una volta. Da visitare, il famoso Monastero di Chryssogiatissa, una delle più antiche cantine dell’isola.

Poco lontano, si trova il villaggio di Omodos, un groviglio di stradine in pietra arsa dal sole, custodi di saperi e tradizioni antiche. Croccante fatto con noci pecan e semi di sesamo, pane ai ceci, coloratissima frutta candita glyko e sciroppo di carruba, sono solo alcuni dei prodotti da assaggiare in uno dei tanti negozi per turisti e nelle trattorie. Da queste parti, si produce anche il formaggio halloumi, fatto con latte di capra o pecora: è compatto e saporito, ottimo alla griglia. Oltre la piazzetta principale del paese, sorge il Monastero della Santa CroceTimiou Stavrou, completamente ristrutturato. Dentro, un odore forte d’incenso appanna l’aria e riempie i polmoni, mentre il silenzio rimbomba tra le pareti bianchissime d’intonaco. File di sedie intagliate nel legno scuro guardano verso il ricco pannello dell’iconografia ortodossa. Secondo la tradizione, qui sarebbe conservato un brandello della corda con cui Gesù fu legato alla croce. La Santa Croce, appunto.


Rincorrendo il tempo in cui tante civiltà s’incontravano sull’isola, giungiamo agli scavi archeologici di Kourion, vicino a Limassol. Qui, il sottosuolo polveroso semi-nasconde i resti di una villa patrizia, la Casa di Eustolio, dai cui pavimenti decorati affiorano scene mitologiche. Accanto, sorge imponente un teatro greco-romano del II secolo a.c., affacciato su un limpido mare azzurro.

Testo di Giorgia Boitano | Foto di Eugenio Bersani

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