Austria. Swarovski e i suoi mondi di cristallo



In Tirolo, vicino al paesino medievale di Hall-Wattens, sorge il Gigante Swarovski. Ispiratore di sogni che vivono nei fantastici riflessi dei cristalli e nelle fiabe raccontate nelle sue sale.

Dal giorno della sua inaugurazione nel 1995, più di 10 milioni tra adulti e bambini, condividendo il medesimo desiderio di stupirsi, sono entrati nelle 14 Camere delle Meraviglie del rutilante Swarovski Kristallwelten. Fu in occasione del centenario della azienda fondata da Daniel Swarovski, che la quinta generazione della famiglia pensò di dar vita a una sorta di museo dove le magiche luci dei cristalli si potessero trasformare in pura arte. D’altronde già nel 1895, Daniel, che a 30 anni inventò la prima macchina per il taglio del vetro,considerava questo materiale più una fonte d’ispirazione che un materiale d’uso. Dopo due fasi di ristrutturazione successive il museo, la cui progettazione è stata affidata all’artista multimediale André Heller, si estende oggi su un’area complessiva di 8.500 metri quadrati. Sculture e installazioni di artisti di fama internazionale creano un percorso al confine tra sogno e realtà, tra sbalordimento e inganno. Declinata in tutte le lingue, la parola cristallo luccica tra le poesie scritte sul muro e lo sfavillio dello stupefacente Mediterraneo di Gaetano Pesce, animando l’ingresso, in cui si dissolve il piano dell’orizzonte del Blu di Yves Klein e da cui emerge l’iconica Nana di Niki de Saint Phalle. Il cavallo nero del maharaja bardato di rubini e brillanti (copia del regalo che l’indiano fece all’animale che gli salvò la vita), sembra burlarsi dello stupore con cui lo si ammira, seguendo la gigantesca parete simbolo. Le 12 tonnellate di cui è composta sono cristalli tagliati uno per uno secondo il motto della famiglia: “Das gute standig verbessern”, tradotto all’incirca con ciò che di buono è stato fatto si può ancora migliorare. Nella prima Camera il bizzarro e grottesco Teatro Meccanico dell’artista Jim Whiting (la cui fascinazione per la meccanica nasce dalla malattia che lo costrinse, bambino, in un orribile corsetto) incanta per lo spettacolo delle installazioni e per la tecnica delle officine Swarovski, celebri per le eccezionali ottiche di precisione costruite fin dal 1946. D’altronde è proprio l’alta qualità della lavorazione e del materiale usato, la cui composizione è gelosamente custodita – tanto che ogni reparto non conosce la lavorazione del successivo -ad aver decretato la fortuna del marchio del Cigno.


Entrare nel Duomo di Cristallo dove luci e suoni di Brian Eno rifrangono su 595 specchi è come immedesimarsi nell’insetto inglobato in un ciondolo d’ambra: un mondo ovattato e speciale dove si può persino organizzare la cerimonia di nozze e dove è stata girata la memorabile rappresentazione del soprano Jessye Norman, Primadonna assoluta, meraviglia dell’armonia (installazione in una delle Camere). L’effetto rilassante del più grande Caleidoscopio al mondo si cristallizza nella gelida luce invernale del Silent Light, l’albero di Natale che tutti vorrebbero avere, prima di penetrare nel Teatro di Cristallo di Susanne Schmoegner: un mondo immaginifico e fatato dove ciascuno può liberare la fantasia per giocare con i propri simboli e ricordi. La pianta carnivora che lascia immaginare un lauto pasto a base di farfalle preziose come sari da matrimonio, le pennellate musicali sui tamburi Ndebele che fanno da contrappunto al paesaggio di un Alice lacustre, dove una zebra salpa a bordo di una scarpetta di strass rosa. Un castello appeso a testa in giù torna coi piedi per terra nel riflesso d’acqua dove poco più in là scorre impetuoso un fiume di cristalli dai colori accesi ma illanguidito dal valzer ballato da signora Sole (die Sonne) e signore Luna (der Mond). Gli occhi dei luccicanti Pierrot seguono divertiti lo stupore di chi si aggira in questo non-luogo fantastico . Anche André Heller si è lasciato irretire dalle favole e il gigante amichevole e giramondo (inventato dall’artista da bambino) è onnipresente nel suo regno sotterraneo e nel parco che circonda la carismatica testa del Gigante dell’ingresso.


I 55 milioni di cristalli di Brian Eno creano infinite e fuggevoli opere d’arte in una infinitesimale variazione di musica e colori mentre i frammenti iconografici di Riflessioni illustrano in un’esperienza quasi onirica il significato del cristallo nella storia del mondo. L’uscita da questo regno incantato è affidata all’opera dell’italiano Fabrizio Plessi: la Foresta di Cristallo, una pioggia di fuoco, acqua e cristallo racchiusa in tronchi naturali appesi al soffitto e circondati dai bagliori della sifonofora Leviatano di Thomas Feuestein. Nelle Camere 7 e 8 si succedono mostre estemporanee di artisti chiamati a rendere omaggio al mondo dei cristalli. Famos, degli artisti russi Blue Noses, interpreta meraviglie dell’architettura perfettamente in scala e maliziosamente eccentriche. Opacità Trasparente di Arik Levy richiama le caratteristiche, apparentemente opposte, del cristallo: trasparenza e impenetrabilità giocate con proporzioni esagerate, materiali e luci che interagiscono con le forme dei cristalli. Durante tutto l’anno si tengono concerti, workshop, eventi e manifestazioni culturali e ovviamente nel Crystal Stage, ci si può sbizzarrire con lo shopping “fantastico”. Una delle attrazioni turistiche più visitate dell’Austria, che all’uscita invita il visitatore a continuare a vivere il sogno : Lebe den Traum”.

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