Graz (Austria) raddoppia. Dopo il centro storico cittadino, entrato nell’elenco dei siti tutelati dall’ Unesco nel 1999, dal primo agosto anche il Castello di Eggenberg, proprio alle porte della città, fa parte dei siti tutelati dall’Unesco. L’ampliamento della tutela premia ancora una volta Graz , la sua passione per la cultura, per l’arte, per la propria storia e il Museo Joanneum, il secondo più grande museo austriaco, che tra le sue tanti sedi può vantare anche il Castello di Eggenberg.
Eggenberg è un castello vivo, vivace, coinvolgente. E’ circondato da un meraviglioso parco di 90.000 metri quadrati, dove spicca il prezioso Giardino dei Pianeti, con il suo straordinario
roseto, e tra le sue possenti mura raggruppa non solo le 24 Sale Festose, ma anche tre musei. Il più visitato è la Alte Gallerie, una raccolta d’arte che dal Medioevo, passando dal rinascimento, arriva alla fine del barocco. I gioielli della collezione sono la preziosa Madonna di Admont, del XIII secolo, una delle principali sculture lignee del gotico austriaco, i quadri rococò di Platzer e quelli manieristi di Brueghel. Vale la pena scoprire anche la collezione numismatica, la seconda più grande collezione di monete di tutta l’Austria e la collezione archeologica, con i reperti del Noricum, la provincia romana che copriva l’attuale Stiria. Il Castello di Eggenberg, però, è soprattutto un vero castello. Anzi, una rappresentazione però, è soprattutto un vero castello. Anzi, una rappresentazione di un universo perfetto,
un universo, assolutamente barocco, complesso, articolato. Dove ciò che conta, letteralmente, sono i numeri. Eggenberg significa 365 finestre, come i giorni in un anno, 31 camere per piano, come il numero massimo dei giorni in un mese, quattro torri d’angolo, come il numero delle stagioni, e 24 Prunkräume, cioè sale festose, come il numero delle ore in un giorno, di cui 12 per ogni lato dell’edificio, a rappresentare il giorno e la notte. Ma non basta. Le 24 sale festose hanno in tutto 52 finestre, come il numero delle settimane in un anno, e aggiungendovi le 8 finestre della Sala dei Pianeti, il cuore del castello, si arriva a 60. Cioè il numero dei secondi in un minuto o dei minuti in un’ora. Poi, ancora, i sette giorni della settimana, protagonisti nella Sala dei Pianeti, come i 12 mesi dell’anno. E le 12 porte del muro di cinta dl castello, sette delle quali sono orientate verso la città. Schloss Eggenberg è il capolavoro voluto dal principe Hans Ulrich von Eggenberg, un genio della politica, capace di muovere eserciti e denaro, rimanendo sempre nell’ombra. Nel 1625,
al suo ritorno a Graz da Vienna, con in dote il titolo di Governatore dell’Austria Interna, Hans Ulrich von Eggenberg volle trasformare il semplice castello di famiglia in una dimora degna del suo status. Si affidò a Giovanni Pietro de Pomis, architetto e pittore lodigiano, una delle stelle dell’architettura dell’epoca e investì una cifra pari a 56 milioni di euro odierni con l’obiettivo di realizzare un luogo ideale, che riassumesse la struttura dell’universo e la gerarchia terrestre, la forza della fede e il percorso del tempo. Ci vollero parecchi anni per concludere l’ampliamento del castello e,
purtroppo, von Eggenberg fu stroncato dalla gotta e dall’ulcera prima della sua conclusione, nel 1634. Gli succedette l’unico figlio, Johann Anton, amante delle arti, cancelliere imperiale, governatore della Carniola e ambasciatore a Roma. Johann Anton morì però giovane, a soli 39 anni, lasciando il castello, e tutti i suoi possedimenti, alla moglie, Anna Maria, e ai due giovanissimi figli, Johann Christian e Johann Sayfried. L’eredità fu equamente divisa ma poi, nel 1717, la casata degli Eggenberg si esaurì. Il castello passò quindi ai conti Herbstein, che nel 1939 lo vendettero al land della Stiria. Oggi
Schloss Eggenberg è la punta di diamante del Museo Joanneum. I suoi numeri sono impressionanti: un chilometro quadrato di affreschi , 2,5 chilometri di stucchi e dorature, 450 tra sedie, poltroncine e divani, 565 metri quadrati di pavimento in marmo e 173 tra porte e portoni. Edificato tra il 1625 e il 1631, e decorato nei 42 anni successivi, ospita al secondo piano le 24 camere festose, in puro stile rococò, volute dal principe Johann Seyfried. Gli stucchi furono opera del comasco Alessandro Sereni, agli affreschi lavorò soprattutto il tedesco Johann Melchior Otto. Le camere festose iniziano con la sala romana e proseguono con le camere da letto di Maria Teresa, dove si conservano i quadri dei suoi figli, e di suo marito, Francesco I, dedicata alle virtù maschili. Poi la stanza delle pitture cinesi, il soggiorno, ispirato alla storia persiana, la camera in cui dormì Luis Bonaparte, con un prezioso orologio ad intarsio. Da qui si arriva alle finestre che danno sulla chiesa di Santa Maria delle Nevi, un ex teatro trasformato in chiesa nel 1754, accessibile dal primo piano. Quindi la preziosa sala degli arazzi, quella dedicata ai ritratti della famiglia
Eggenberg, la sala degli spunti morali, un ideale di bellezza per lo stile rococò, e le stanze con gli affreschi della Spada di Damocle e di Davide e Golia. E ancora, la sala della caccia, quella delle scene pastorali, la camera per il gioco delle carte e quella della commedia dell’arte. Da qui si arriva alla Sala dei Pianeti. Decorata tra il 1678 e il 1685 la Sala dei Pianeti è il capolavoro del salisburghese Hans Adam Weissenkircher, cresciuto alla bottega del Carlotto, a Venezia. La sala è un tripudio di stucchi, marmi e candele, anche se ciò che conta davvero è il soffitto. Negli affreschi del soffitto, infatti, ci sono i sette corpi celesti, a rappresentazione dei sette giorni della settimana ma anche dei sette componenti della famiglia
Eggenberg, circondati dai loro possedimenti. Un ricco compendio di storia, di astronomia, di religione. Stupefacente e sorprendente.
Dove: Schloss Eggenberg, Eggenberger Allee 90, Graz. t. +43 316 8017 o 9532
Informazioni utili: Graz Tourismus, Herrengasse 16, Graz. t. +43 316 80750
Testo a cura di Federico Klausner
Foto: Courtesy Castello Eggenberg