Conoscevo il vecchio borgo di Jaffa, alla periferia sud di Tel Aviv, la lunga e stupenda passeggiata lungomare che vi porta, il cuore del quartiere riabilitato con gusto misto a vecchi negozietti, mercatini, casino e disordine levantini conoscevo il vecchio porto, i ristorantini, le belle iniziative culturali ed artistiche che vi si organizzano ma ignoravo totalmente la realtà di Ajami. Ajami è un quartiere a sud della vecchia Jaffa, fondato a fine ‘800 da arabi maroniti, si snoda sulla collina verso l’interno, proprio dopo il porto. Il quartiere è stato teatro di grandi scontri durante la guerra di Indipendenza israeliana. Il 13 maggio 1948, un giorno prima della dichiarazione dello Stato di Israele, la popolazione di Jaffa, a maggioranza araba, si ribellò, molti oppositori resistenti ripararono ad Ajami, altri furono espulsi o emigrarono. Il quartiere di Ajami, quartiere sempre “politicamente caldo”, è stato soggetto negli anni a controlli e limitazioni da parte del governo israeliano. Ajami nel tempo si è progressivamente degradato, povero, malfamato, grande spaccio di droga, uno di quei posti, credo, in cui la polizia israeliana certo non ama entrare. Nel graduale processo di urbanizzazione e ricomposizione del tessuto sociale misto, arabi, cristiani ed ebrei, ci sono alcune iniziative di successo come l’Arab-Jewish Community Center o il Peres Center for Peace, progettato dal punto di vista architettonico dal nostro Massimiliano Fuksas, ma innegabile il contrasto tra lo sforzo immobiliare di lusso delle nuove case prospicienti al mare e l’interno ancora in degrado.
Gli abitanti di Ajami si sentono fanalino di coda e regolarmente protestano, non so con quale successo e il film israeliano dal nome omonimo, Ajami appunto, ha messo il dito sulla piaga suscitando un grande dibattito nel paese. Con attori non professionisti, semplici abitanti del quartiere, candidato per il miglior film in lingua straniera agli Oscar 2010, affronta proprio questa realtà spinosa con 5 storie di ordinaria vita quotidiana ad Ajami.
La grande stupenda sorpresa è che la passeggiata lungomare non termina più al porto di Jaffa, ma costeggiando dapprima Ajami permette di arrivare a piedi o in bicicletta fino a Bat-Yam, cittadina ancora più a sud del comprensorio della grande Tel Aviv.
Testo e Foto di: Sarah Nathan
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