L’étoile de mer, Corbu e Robert

A volte mi chiedo perché si viaggi in paesi lontani alla ricerca di eden esotici quando angoli di paradiso sono a un tiro di schioppo, vicini e facilmente raggiungibili. Domanda banale dalla risposta però complessa e articolata, le ragioni sono molteplici, ma lasciamo stare, questa è un’altra storia. A Cap Martin, pochissimi chilometri dopo Ventimiglia, si trova un sogno di posto. Oltre che naturalmente in macchina, ci si può arrivare a piedi da Mentone, oppure in treno, scendendo alla minuscola stazione di Roquebrune-Cap Martin.

Si prende la direzione del cartello, Promenade Le Corbusier e lungo una stradina romantica e piena di fascino (che porta a piedi da un lato fino a Mentone e dall’altro fino a Montecarlo) si comincia a godere a pieni polmoni della vista tutt’intorno: scorci verdi e blu, la spiaggia del Buse, il mare con la rocca di Monaco sullo sfondo, il borgo medievale di Roquebrune sulle alture a destra con tanto di castello (ci abitava con la sua schiera di bambini adottati in giro per il mondo Josephine Baker, la Venere Nera, che cantava “J’ai deux amours” con la mitica gonnellina di banane). Certo il sole è un ingrediente fondamentale, ma lui da queste parti c’è quasi sempre.

Un centinaio di metri e sono arrivata dagli amici Magda e Robert, se casa loro non è un eden perfetto, perché sono assenti il serpente e l’albero della conoscenza, grappoli gonfi d’uva invece di mele tentatrici, poco ci manca. D’estate loro abitano qui, all’Etoile de Mer che sta per Stella di Mare, in quella trattoria preservata gelosamente come un tempo che Thomas Rebutato ha aperto nel luglio ’49 in questo angolo di paradiso. Thomas, che si fa chiamare Robert perchè il suo nome non gli piace, è un signore semplice ed alla buona, ha un’impresa idraulica a Nizza, ma anche un buon naso e soprattutto ci vede lungo: il suo ristorantino ruspante sul mare avrà un gran successo, futura meta alla moda per tutta la crème internazionale della Costa Azzurra che ama andare a mangiare sulla terrazza davanti al mare il pesce appena pescato. Corbu sta per Le Corbusier, uno dei grandi architetti del XX° secolo, uno che cerca “la poesia nel rigore” che sarà il primo cliente dell’Etoile de Mer. L’architetto conoscerà il posto ed i Rebutato durante un soggiorno nella villa a pochi metri di distanza della designer internazionale Eillen Gray e Jean Badovici (villa decorata dei suoi affreschi murali). Robert o meglio Robertino (per distinguerlo dal padre) sta per Robert Rebutato, il figlio di Thomas, che a 11 anni aiuta papà, servendo i clienti a tavola, mentre la mamma spignatta in cucina. L’incontro e la consuetudine di frequentazione con Le Corbusier, guida e maestro per Robertino, ne segnerà tutta la vita.

Thomas racconta un sacco di palle agli ingenui commensali che adorano ascoltarlo, fa colore locale: si inventa lupo di mare mentre branzini ed orate li compra in realtà al mercato, definisce scoiattolo la pantegana appena passata di soppiatto, sforna ricordi impossibili sulla sua presunta partecipazione alla campagna militare dei Dardanelli, quando in quell’epoca non era ancora nato. A Corbu questo posto piace proprio tanto, un giorno in due ore dipinge il suo Thomas-Robert sulla facciata esteriore dell’Etoile de Mer e poi la parete tutt’intorno ( per ovvie ragioni di preservazione, l’attuale è una copia, l’originale è stato esposto alla sua morte alla Galleria Denise Renée di Parigi in Bd. Saint Germain). Secondo le teorie pittoriche del maestro, che non è solo architetto, il quadro viene concepito “non come una superficie, ma come uno spazio” in cui gli oggetti si articolano sulla parete come i volumi nello spazio architettonico.

Le Corbusier si mette d’accordo con Thomas che lo autorizza a costruire lì attaccato nel 1951 il Cabanon: 15 metri quadrati in cui tutto è previsto per chi sa sbarazzarsi del superfluo, due letti che fungono anche d’armadio, una sedia, uno sgabello, un lavandino, vista superba sulla baia di Monaco. Struttura minuscola, funzionale ed essenziale, com’è nel suo stile, sarà il suo “Castello sul mare” per le vacanze del mese di agosto, il suo regalo di compleanno alla moglie, luogo privilegiato ed amatissimo per meditare, disegnare, scrivere. Cassina l’ha riprodotto e presentato nel giardino della Triennale durante la Fiera del Mobile di Milano di qualche anno fa. C’è il progetto di installarlo in uno spazio davanti alla stazione per proteggere dall’usura delle visite quello originale. Accanto una capanna se si può ancora più piccola, lo studio, o il “pensatoio” come mi piace definirlo.

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