Dublino, città della musica.



Un viaggio attraverso i luoghi che hanno segnato la storia delle sette note.

Dublino. Penny Bridge di notte


Dublino l’aria profuma di Folk, la birra ha sapore di Celtic Rock e le strade raccontano storie di giganti della musica che hanno segnato un’epoca pur muovendosi in direzioni molto diverse tra loro. La capitale d’Irlanda così come tutta la nazione è stata una cellula fondamentale per la nascita della musica moderna. Quello irlandese è un popolo di migranti (così come lo è il popolo italiano), che con la sua musica folk tradizionale ha conquistato gli Stati Uniti del Novecento, innescando fusioni sorprendenti con l’autoctona musica del sud grazie alle quali è nato il suono Country.





Dublino. Grafton st.

Proprio nel continente americano il country del secolo scorso ha incontrato la musica black delle piantagioni di cotone, il Blues dell’inconfondibile Blue Note, uno dei generi più acclamati al mondo. In quell’esatto momento è esplosa la scintilla di Dio ed è nato il Rock’n’Roll, cambiando il mondo per sempre. Dublino, la città dove tutto è iniziato, ancora oggi vive di musica e lo fa in un modo coinvolgente e personale: una delle maggiori attrattive in questo senso sono i singing pubs, locali tipici in cui è possibile conversare bevendo un’ottima birra in stile irish e cantare tutti insieme accompagnati da un musicista. Nei pub tipici della città si suona dal vivo tutte le sere e ce ne sono alcuni in particolare che hanno il pregio aggiuntivo di essere legati alle autoctone celebrità della musica.


Dublino. Quartiere di Temple Bar


Indispensabile una visita nel quartiere Temple Bar, vera e propria mecca degli irish pub, dove mandare giù musica è ancora più semplice che bere una Guinnes. Proprio in uno di questi locali si incontrarono negli anni Sessanta Eric Bell ed Eric Wrixon, fondatori della prima band irlandese della storia con un cantante di colore, i celebri Thin Lizzy, principi dell’hard rock e protagonisti di un capitolo fondamentale della storia. In questa stessa zona, per la precisione nel Bad Ass Cafè, al 9-11 di Crown Alley, una giovanissima ma già talentuosa Sinead O’Connor lavorava come cameriera negli anni Ottanta.






Bono. Il leader degli U2

Attraversando la città è facile incontrare luoghi legati a grandi celebrità come Cranberries, Enya, The Pogues, The Dubliners, The Corrs, Bob Geldof, Paul Brady, Van Morrison (quest’ultimo in realtà era originario di Belfast), Damien Rice, Ronan Keating e tanti altri. Negli ultimi quarant’anni però, la città si è trasformata in un vero e proprio santuario dedicato agli U2, la band di Dublino che ha raggiunto il maggior grado di popolarità nella storia. Tra le tappe obbligate per ripercorrere i luoghi che hanno segnato la vita del gruppo c’è il Bonavox Hearing AID Store, al numero 9 di North Earl Street, il negozio da cui nacque il soprannome di un giovanissimo Paul David Hewson, quel Bono Vox che divenne poi il nome d’arte di uno dei frontman più acclamati di tutti i tempi.

Dublino. La Mount Temple Comprehensive School

Fondamentale è una visita ai Windmill Lane Studios, situati nell’omonimo quartiere, dove la band registrò i primi album e dove si trova anche il Windmill Lane Wall, vero e proprio monumento urbano dedicato agli U2 con graffiti e scritte dei fans di tutto il mondo. Il The Project Arts Centre, al 39 di Essex Street East è il locale in cui Paul Mc Guinness ascoltò per la prima volta gli U2 esibirsi dal vivo mentre la Mount Temple Comprehensive School, a Malahide Road, è la scuola in cui Larry Mullen mise l’annuncio per cercare musicisti, grazie al quale il gruppo si formò nel 1976. Si segnala infine l’Hot Press Irish Music Hall of Fame, al 57 di Middle Abbey Street, un locale-museo sulla musica irlandese con svariati cimeli appartenuti alle celebrità di Dublino, tra cui gli stessi U2.



Dublino. Insegna in vinile.


Questi e molti altri luoghi dublinesi legati alla storia della musica moderna sono indicati nella guida  turistica “Rock’n’Stroll”, disponibile ad un prezzo modico presso gli Uffici del Turismo della città, che offre vari itinerari da seguire autonomamente. I punti indicati nella guida sono riconoscibili da targhe commemorative e dalla presenza di cartelli a forma di vinile che ne indicano la posizione e ne raccontano la storia.



Testo di Alessandra Narcisi  |  Foto web


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