Firenze nascosta

 

firenze santa maria del carmine
Santa Maria del Carmine

Culla del Rinascimento, capitale indiscussa dell’arte e dell’architettura, patrimonio dell’Umanità, meta ambitissima del turismo nostrano. Di Firenze si è detto tutto. O quasi. Perché, in realtà, allontanandosi da Piazza della Signoria, Ponte Vecchio, gli Uffizi, il Duomo (solo per citare alcuni dei “must” fiorentini), si apre una città alquanto inesplorata, dove c’è poca traccia dei turisti stranieri che affollano le vie del centro cittadino. È la Firenze d’Oltrarno, quella che si estende al di là di Palazzo Pitti e che nasconde tesori artistici, culturali e paesaggistici altrettanto preziosi, ma magari meno “sponsorizzati”.

Il tour di questa Firenze “nascosta” parte dalla suggestiva Piazza di Santo Spirito, con l’omonima chiesa che conserva il crocifisso di Michelangelo, un capolavoro dell’arte cinquecentesca che l’artista scolpì nel 1492, quando fu ospitato dai frati agostiniani dopo la morte del suo protettore Lorenzo il Magnifico. Il giovanissimo Buonarroti ebbe la possibilità di analizzare i cadaveri provenienti dall’ospedale del convento per studiarne l’anatomia, ed è anche grazie a questa esperienza che Michelangelo divenne insuperabile nel rappresentare il corpo umano in ogni suo minimo dettaglio.

Angelo-Laudiero.-Santo-Spirito
Santo Spirito

Nelle osterie che si affacciano sulla Piazza si degustano i rinomati piatti della cucina toscana: ribollita, fagioli all’uccelletto e ovviamente l’immancabile bistecca. Ma è sicuramente da non perdere anche la “Fierucolina”, il mercato che vede protagonisti i prodotti enogastronomici tipici dei piccoli agricoltori locali. La seconda domenica del mese, invece, la Piazza ospita il Mercato Arti e Mestieri d’Oltrarno i cui organizzatori propongono pezzi di antiquariato e di artigianato locale che danno una panoramica sulle tradizioni fiorentine e non solo.

A pochi passi da Santo Spirito, sorge la Piazza di Santa Maria del Carmine, famosa per la chiesa che ospita il ciclo di affreschi della Cappella Brancacci. La chiesa dedicata alla Beata Vergine del Carmine sorse nel 1268 come parte di un convento carmelitano ancora esistente. Il complesso fu ampliato una prima volta nel 1328, quando il Comune concesse ai frati l’uso del terreno adiacente, e poi nel 1464, con l’aggiunta della sala del capitolo e del refettorio. Come molte altre chiese fiorentine, subì dei rinnovamenti fra il Cinque e il Seicento ma fu soprattutto il devastante incendio del 1771 che, dopo aver distrutto quasi completamente l’interno, richiese un completo rifacimento.

La Cappella Brancacci fu miracolosamente risparmiata dall’incendio e dalla ristrutturazione anche grazie all’intervento di una nobildonna fiorentina che strenuamente si oppose alla copertura degli affreschi di Masaccio e di Masolino, considerati un’opera fondamentale dello stile pittorico rinascimentale. Completata da Filippino Lippi, la Cappella conserva ancora oggi il fascino e la suggestione di un luogo di inestimabile valore storico e artistico.

A completare il tour delle chiese fiorentine d’Oltrarno, è l’Abbazia di San Miniato al Monte, che si erge in uno dei luoghi più alti della città. Esempio unico di architettura romanica, la chiesa prende il nome dal primo martire della città, un mercante greco in pellegrinaggio a Roma che, intorno al 250 d.C., arrivò a Firenze ed iniziò la vita di eremita. Si racconta che Miniato, decapitato durante le persecuzioni anticristiane dell’imperatore Decio, si alzò miracolosamente dal luogo dell’esecuzione e, con la sua testa in mano, arrivò dall’altra parte dell’Arno, sul Mons Florentinus dove sorge l’attuale basilica. La costruzione della chiesa iniziò nel 1013 sotto il vescovo Alibrando e proseguì sotto l’imperatore Enrico II: da allora i monaci benedettini producono liquori, miele e tisane, che tuttora vendono in un negozio adiacente alla chiesa.

Scendendo da San Miniato, prima di immergersi di nuovo nel cuore di Firenze, è d’obbligo una tappa nel famoso Piazzale Michelangelo. È qui che occhi, mente e cuore resteranno incantati da un paesaggio mozzafiato: al tramonto la città illuminata si schiude in tutta la sua splendida interezza. L’unica cosa che resta da fare è lasciarsi rapire…

Testo e foto di Angelo Laudiero | Riproduzione riservata  © Latitudeslife.com

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