
Le Giornate FAI d’autunno del 13 e 14 ottobre sono alle porte e rappresentano un’opportunità unica per visitare numerosi luoghi che nel resto dell’anno sono di solito chiusi al pubblico: dai musei ai giardini, dai palazzi storici ai parchi, numerose realtà hanno scelto di aderire ad un’iniziativa ben radicata a livello nazionale, anche con l’occasione per i visitatori di donare fondi per sostenere ed iscriversi al Fondo Ambiente Italiano. Anche a Napoli, naturalmente, sono molti i siti FAI che meritano attenzione, ma uno su tutti affascina particolarmente per il mistero che emana: è il semi-sconosciuto Giardino di Babuk, un’oasi verde e silenziosa, con piante di ogni specie e fontane zampillanti che si trova a pochi passi dalla trafficata e brulicante via Foria, precisamente in Via Giuseppe Piazzi 55, e che sarà visitabile solo nella giornata di domenica 14 dalle 09:30 alle 17:00 (ultimo ingresso alle 16:00).
L’area in questione, uno dei cuori pulsanti della città partenopea, posta a Nord del circuito delle mura aragonesi, è ricca di tufo ed è stata interessata da un’intensa attività estrattiva a partire dall’età vicereale, dopo che fu proibita l’escavazione all’interno del perimetro della città. Il giardino, voluto dalla famiglia dei Caracciolo del Sole, prende il nome dal gatto Babuk che, insieme ai tantissimi felini ancora oggi padroni dello spazio, viveva tra la fitta vegetazione e la bellezza della natura. Esteso su una superficie di circa 1000 mq, il giardino presenta piante di limone, banani, fiori, e al centro un faggio antichissimo, databile intorno al XIV secolo. Proprio all’ombra del faggio, furono seppelliti i corpi dei neonati delle monache del Convento dei Saponari, rimaste incinte per la brutalità dei soldati francesi che entrarono a Napoli al seguito del Generale Championnet nel 1799.
Tra gli ambienti più emozionanti, c’è sicuramente l’ipogeo, una cavità naturale posta al di sotto del giardino, composto da quattro caverne collegate da cunicoli con un lato di lunghezza pari a circa 8 metri. Ben leggibile lungo il perimetro è il caratteristico pulvino, che impediva l’accumulo di limo nell’intersezione tra pareti e fondo e che segna la successiva funzione dell’ipogeo a cisterna utilizzata dagli abitanti dell’edificio per rifornirsi d’acqua. L’altezza interna, pari a circa 14 metri, e le tracce di sedimentazione presenti sulle pareti fanno pensare che la cisterna sia capace di contenere almeno 640.000 litri.
Nel 1884, a seguito all’epidemia di colera, si decretò la graduale dismissione delle cisterne sostituendone la funzione di approvvigionamento idrico con l’adozione dell’acquedotto del Serino tuttora in uso: all’interno del Giardino di Babuk, la scala che conduceva all’imboccatura del pozzo dal quale i condomini del fabbricato attingevano l’acqua per gli usi domestici, fu prolungata realizzando sei nuovi rampanti che sfondarono la parete posta a Sud, permettendo così di raggiungere il piano della cisterna. Durante la guerra, poi, per evidenti necessità, la cavità fu destinata a ricovero antiaereo: nel silenzio del sottosuolo, donne, bambini e anziani cercavano rifugio per sfuggire alle atrocità commesse in superficie.
In epoca recente, sulle pareti della cavità sono state rinvenute interessanti tracce di una serie di segni: alcuni sono proprio le testimonianze visibili dei terribili momenti di paura vissuti da chi cercava riparo nella grotta durante i bombardamenti; altri – salamandre, tritoni, croci incise, scudi e nicchie scavate – hanno una valenza probabilmente esoterica sulla quale studiosi ed esperti ancora si interrogano senza riuscire a capire né la datazione né la funzione. Un’ulteriore prova, questa, di come Napoli nasconda nel suo sottosuolo e in pieno centro urbano, innumerevoli tesori nascosti che vale assolutamente la pena di scoprire e valorizzare: cavità ipogee, giardini esoterici, storie di un passato recente che si mischiano ad un tempo antichissimo e misterioso. Quale occasione migliore delle giornate FAI di autunno per conoscere questa Napoli sorprendente, ma sempre ricca e affascinante?
Contributo suggerito a partire da: € 3,00
Info su FAI Fondo Ambiente Italiano
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