Il Natale a Napoli è una festa attesa ed amata, ricca di folclore ed ammantata di magia. Una ricorrenza che, in realtà, non dura un solo giorno ma inizia già con l’Immacolata, quando nei negozi compaiono addobbi allegri e colorati, e termina all’inizio di gennaio dopo l’arrivo della Befana.
Dalla ricerca di pastori per il presepe ai saporiti prodotti da consumare a tavola nei giorni di festa, passando per i canti natalizi suonati dagli zampognari nelle strade e nelle case: diverse sono le cose assolutamente da fare per immergersi nell’atmosfera gioiosa che divampa nella città partenopea in questo periodo.
Il presepe
Il presepe, la rappresentazione della scena della natività di Gesù, è uno dei simboli del Natale a Napoli. È tradizione che i cittadini facciano una passeggiata a San Gregorio Armeno, la cosiddetta “via dei presepi” situata nel centro storico della città, per acquistare oggetti e personaggi per arricchire l’opera.
Le statuine, che includono anche personaggi celebri contemporanei, sono vere e proprie opere d’arte create dalle mani dei maestri artigiani. Suggestivo è camminare tra le botteghe al calar della sera. Chi desidera maggiore tranquillità deve visitare San Gregorio Armeno di primo mattino.
Gli zampognari
Inconfondibili con il loro copricapo, il mantello ed il tradizionale strumento, gli zampognari arrivano a Napoli spesso da piccoli e lontani comuni, anche fuori regione. Con i loro suoni inondano le strade regalando a tutti momenti di gioia.
Il Natale a Napoli non sarebbe lo stesso senza la loro presenza. Spesso, i cittadini aprono loro le porte per farli suonare all’interno delle abitazioni in segno di devozione. Una figura antica ed irrinunciabile quella degli zampognari tanto che fanno parte del presepe, posizionati in prossimità della grotta per celebrare con la loro umiltà e la loro musica la nascita del Salvatore.
Passeggiata e pizza fritta
La mattina del 24 dicembre i napoletani escono di casa per fare delle lunghe passeggiate e, magari, andare alla ricerca degli ultimi regali.
Nelle case non si prepara il pranzo perché l’attenzione è tutta dedicata alla cena. E così, mentre si è in strada, i napoletani allietano il palato mangiando le pizze fritte, non proprie leggere ma perfette per resistere fino a sera.
Baccalà e capitone
Il Natale a Napoli è il tripudio dei sapori. Una delle pietanze più consumate è il pesce fritto, in particolare il baccalà, una parte del merluzzo, e il capitone, la femmina dell’anguilla.
Anticamente si credeva che mangiare il capitone fosse un modo scaramantico per allontanare il male in quanto l’animale assomiglia molto ad un serpente, simbolo del diavolo tentatore.
Molto apprezzati anche gamberi e calamari, entrambi fritti. I napoletani sono soliti andare a comprarli nella notte fra il 23 ed il 24 dicembre, al mercato del pesce.
I dolci
Ancora in ambito culinario, sulle tavole dei napoletani a Natale non devono mai mancare i dolci. Tra questi spiccano gli struffoli, delle piccole palline di pasta fritta ricoperte di miele e servite con frutta candita e confetti colorati.
Altra presenza altrettanto irrinunciabile è il roccocò, una ciambella molto dura con delle mandorle all’interno. Consigliabile, però, a chi non ha grandi problemi ai denti.
A Napoli è apprezzatissima anche la cassata siciliana, dolce a base di ricotta zuccherata, pan di Spagna, pasta reale e frutta candida.
La tombola
La tombola napoletana è un gioco antichissimo, molto simile al bingo. Tabellone, “panariello”, 90 numeri e particolari segnapunti come fagioli, lenticchie e altro simile per marcare gli estratti sulle cartelle sono il necessario per poter organizzare una partita.
E non solo. Ad ogni numero, infatti, è associato un preciso significato e la persona deputata ad estrarli racconta una storia buffa.
Da qualche anno è diventato un appuntamento imperdibile del Natale a Napoli la cosiddetta “Tombola vajassa”, in italiano tombola maleducata, una versione un po’ più spinta del gioco dove si usano termini ”coloriti”.
Cinema e teatro
Nei giorni di festa, i napoletani sono soliti affollare cinema e teatri. Quest’anno, nel periodo di Natale, è da segnalare “Così parlò Bellavista”, spettacolo tratto dal film cult di Luciano De Crescenzo in programma al teatro Diana al Vomero fino al prossimo 6 gennaio.
Una commedia adatta a quanti desiderano scoprire alcune sfaccettature della realtà della città. L’ingegnere- filosofo, infatti, ricorda che si è sempre meridionali di qualcuno. E, inoltre, sospira pensando che Napoli, con il suo incredibile spirito di adattamento, è forse l’ultima speranza che ha il genere umano di sopravvivere.
Testo di Gabriele Laganà|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com