Vecchia Europa, dove vai?

elezioni-europee-2019Venerdì 24: escono su Libertas Dicendi queste note. Sabato 25: è il giorno della cosiddetta “pausa di riflessione”. Domenica 26 Maggio: vanno in scena le Elezioni Europee. Conviene a tutti recarsi alle urne, perché l’assenteismo altera la sostanza dei risultati elettorali e dà adito a successivi pentimenti (ah! se avessi votato…). In altri momenti, avrei pensato e detto: vincano i migliori, anche se è piuttosto difficile stabilire se esista una categoria di politici che possa fregiarsi di tale appellativo; molto spesso pure loro rappresentano lo specchio fedele dello scadimento generale in atto nell’attuale società. Non si può far conto, d’altra parte, sui cosiddetti politici normali, rari come le mosche bianche. Poi, a scendere, le cose peggiorano in dolce progressione ed è agevole individuare le infinite sfumature del degrado, soprattutto etico e morale, testimoniato anche dai recentissimi fatti di cronaca giudiziaria. A questo punto, visto il panorama che ci circonda, viene da chiedersi se gli uomini e le donne che vanno a votare hanno chiari i motivi per i quali lo fanno. Il voto non deve essere una semplice croce sulla scheda; va ragionato, deve essere il risultato di analisi attente, deve avere anima e intelletto. Men che meno, non deve scimmiottare i comici personaggi delle antiche vignette di Guareschi: obbedienza cieca, pronta, assoluta.

Italia – C’è qualcuno, tra di noi, che si preoccupi di scegliere con cognizione di causa su chi sia meglio mandare nel Parlamento Europeo? Dovrebbero, queste, essere persone in grado di curare gli interessi del nostro Paese in chiave internazionale, ma in genere abbiamo testa solo per i fatti di casa; una nostra presenza qualificata a Bruxelles, ci darebbe al contrario la possibilità di avere voce in capitolo su argomenti senza dubbio vitali: ridistribuzione nel continente dei flussi migratori, evitando le manfrine dei “porti chiusi”; dialogo continuo e intenso per i conti pubblici (che fra un po’ ci daranno l’angoscia) senza limitarsi alle alzate di spalle nei confronti dei maledetti burocrati europei. L’isolamento verso il quale stiamo scivolando, non lascia campo a future prospettive e la deriva populista e sovranista che pare affascinare tanti concittadini, rischia di rivelarsi un boomerang micidiale in sede di decisioni europee per le scelte politiche, finanziarie, industriali e commerciali. Far da sé, pensando di essere la Terra del medioevo attorno alla quale roteava l’intero firmamento, è da presuntuosi immaturi. L’Italia – come qualsiasi altro stato – in un mondo dominato da potenze come Usa, Russia, Cina, non può che uscirne schiacciata su tutti i fronti.

Europa – I sondaggi condotti a livello europeo dicono che due cittadini europei su tre hanno fiducia nell’Unione e vogliono proseguire nel cammino di integrazione. Abbiamo bisogno di Europa! I disagi che avvertiamo in Italia, appena accennati più sopra, in diversa misura e in accordo agli stili di vita dei differenti Paesi, attanagliano anche il Continente. Cresce l’intolleranza civile e religiosa; permangono i rischi di attentati e questo incide sull’insicurezza e induce ad isolarsi. Un po’ dappertutto, nascono gruppi e formazioni di individui che pretendono di poter risolvere ogni problema negando i diritti civili di altri, propugnando rimedi che ricorrono alla violenza e alla sopraffazione; queste forme di presunta “nuova civiltà” vanno troncate sul nascere, negando il proprio voto a quei partiti o coalizioni che si dimostrano tolleranti verso eccessi di questo tipo e lo sono per pura convenienza. L’Europa di questi tempi non è più purtroppo il paradiso che gli italiani, ammalati di esterofilia, pensano di visitare sognanti nei fine settimana low-cost. Tutti, chi più e chi meno, sono scossi e preoccupati dalla deriva favorita da formazioni politiche del tipo che stiamo sperimentando in Italia: isolarli col voto è ciò che va fatto. La dilagante xenofobia, l’indifferenza e in certi casi il crudele accanimento di gruppi politici e di cittadini sdoganati nell’odio da governanti quanto meno irresponsabili, non può non interrogarci e provocarci anche nelle nostre scelte di voto. È questa l’Europa (e l’Italia) avvelenata e rancorosa che vogliamo? Con la Brexit, il Regno Unito è riuscito ad instillare nei propri cittadini e negli stranieri che hanno scelto di vivere da loro, il germe e la preoccupazione per la disoccupazione, la povertà, l’insicurezza del futuro. Ci vuole poco per seguire il loro cattivo esempio; l’Europa e l’Italia possono far meglio. È solo questione di mettere la “X” nel giusto riquadro.

del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com