Messner Mountain Museums: 6 volte Reinhold

MMM: sei diverse esperienze per sei diverse mostre nei sei Messner Mountain Museums in sei località differenti
Non c’è una stagionalità per visitare i sei Musei della Montagna di Reinhold Messner, ogni giorno dell’anno è buono per capire un mondo così affascinante.
Testo di Massimo Terracina e Daniele Berti

Reinhold Messnere Foto di rottonara da Pixabay

Un po’ ruvido come i quattordici “8mila” che ha scalato, Reinhold Messner è l’alpinista per antonomasia. La sua fama di scalatore e di protagonista di imprese straordinarie lo ha portato nei suoi 76 anni di vita ad essere una vera star del firmamento degli arrampicatori. Solo 28 uomini li hanno scalati tutti e, solo 12, senza l’ausilio di ossigeno. Fra questi Reinhold è stato il primo completando la “collezione” fra il 1970 e il 1986: 14 montagne sopra gli 8mila metri, tutte fra Pakistan, Nepal, Cina e India, dagli 8.027 mt. del Shisha Pangma agli 8.848 mt. dell’Everest.

L’alpinista estremo, autore di libri ed impegnato anche in politica, è nato nel 1944 a Bressanone e, a partire dal 1969, è riuscito a compiere più di 100 imprese sulle montagne e nei deserti di tutto il mondo, realizzando molti primati tra cui la traversata dell’Antartide, dei deserti del Gobi e del Takla Makan e la traversata longitudinale della Groenlandia.

Reinhold Messner in Alto Adige

Negli ultimi anni Reinhold Messner si è dedicato alla fondazione di diversi musei in Alto Adige il cui oggetto è, ovviamente, la montagna, sotto diversi aspetti e angoli visuali per dare un senso a tutto quello che ha fatto e perché la gente impari ad amare, sempre più, il “suo” ambiente naturale.

Messner, ha spesso affermato che, questo ambizioso progetto, rappresenti in qualche modo la “quindicesima” conquista di un “ottomila” e la passione con cui parla, vive e diffonde il sapere sulla montagna è davvero magnetica.
Le sei sedi dei Messner Mountain Museum sorgono tutte in luoghi fuori dal comune e raccontano l’incontro tra l’uomo e la montagna attraverso le esperienze vissute dallo stesso ideatore che ha scalato oltre 3500 montagne!

I sei luoghi dove sono stati installati i musei, si snodano lungo la catena alpina, dalle Dolomiti all’Ortles e affrontano temi diversi fra loro, ma strettamente legati al rapporto con la natura impervia, per dare un’immagine a 360° di quel meraviglioso e affascinante mondo che è la Montagna.

Sei musei simili ma differenti

Sei, dicevamo con sei temi differenti: l’alpinismo tradizionale al MMM Corones, il rapporto tra uomo e montagna al MMM Firmian, il mondo dei ghiacci al MMM Ortles, i popoli della montagna al MMM Ripa, l’elemento roccia al MMM Dolomites, il mito della montagna al MMM Castel Juval.

Zaha Hadid a Plan de Corones

«Questi miei musei sono stati concepiti come luogo d’incontro “con la montagna ma anche con sé stessi”- racconta Messner – per la progettazione dell’ultima sede nata, l’MMM Corones a Plan de Corones (Brunico), sono riuscito a coinvolgere l’architetto M.me Zaha Hadid, che ha dato vita ad un progetto in cui le forme si compenetrano con la natura: il visitatore scende per tre piani nelle profondità della montagna mentre le enormi finestre e la terrazza gli regalano una vista assoluta, permeante, panoramica sulle Alpi».

Sono sei musei unici che meritano ben più di una visita. In questo modo si compie un itinerario montano a tappe, fruibile anche grazie all’MMM Tour Ticket che consente il singolo accesso di ogni museo nell’arco di un anno. I MMM sono ubicati in località del Sudtirolo e del bellunese, – tutte raggiungibili in auto, in bicicletta, in treno e con gli impianti di risalita, oppure a piedi, come spiegato nel dettagliatissimo sito, e attraverso oggetti, reperti naturali, video, fotografie e opere d’arte raccontano la storia dell’uomo tra le montagne con una rappresentazione ispirata al teatro dove attori e protagonisti sono le vette, i popoli che le abitano e gli alpinisti che le hanno sfidate.

MMM Ripa

Circondato da masi contadini, testimoni di una tradizione antica, all’interno del Castello di Brunico in val Pusteria, c’è il MMM dedicato ai popoli di montagna di tutto il mondo e alla particolare “cultura della sopravvivenza” che li accomuna. Il percorso museale li descrive non sono solo con oggetti d’uso quotidiano, ma documentari ed “eventi” vari dei quali il visitatore fruisce all’interno del museo stesso in modo del tutto autonomo. La denominazione attraverso il termine “Ripa” viene dalla lingua tibetana: “ri” montagna, “pa” uomo

MMM Firmiano

Il rapporto che unisce l’uomo alla montagna è il pensiero filosofico che sostiene e anima l’intero circuito dei musei. A Castel Firmiano, una delle prime fortezze altoatesine, a difesa di Bolzano, il museo è espressamente dedicato a questo tema generale. L’esposizione che occupa le torri, le sale e i cortili della rocca sviscerano l’argomento rapporto uomo/montagna sotto ogni possibile angolazione: dall’origine delle catene montuose alla storia dell’alpinismo, fino al turismo contemporaneo, in un percorso che coinvolge anche il paesaggio circostante, e cioè Bolzano e la valle dell’Adige, dove l’interazione tra uomo e natura si esprime al meglio.

MMM Juval

Da Firmiano si raggiungono in breve tempo i due musei situati nella vicina Val Venosta, l’MMM Juval di Castelbello e l’MMM Ortles di Solda.
Il primo è allestito dentro una rocca medievale a sua volta eretta sulle rovine di un sito preistorico, dal 1983 di proprietà di Reinhold. Rappresenta la montagna come mito, un’entità sacra che accomuna l’Olimpo all’Ararat, il Sinai al Fujiama, il Kailash all’Uluru nello stretto rapporto fra la potenza della natura rappresentata dalla montagna e le credenze religiose ad essa collegate.
Il museo presenta una raccolta di dipinti delle grandi montagne sacre, una preziosa collezione di cimeli tibetani e maschere provenienti dai cinque continenti, la stanza del Tantra e, nei sotterranei, la testimonianza delle attrezzature usate da Messner nelle sue molteplici spedizioni.
Nei pressi del museo, bello ed emozionante, si possono visitare i vigneti in pendenza dell’azienda agricola Unterortl che produce ottimi vini e il piccolo ristorante trattoria, Schlosswirt Juval, che serve piatti tipici tirolesi e, ai piedi della montagna, si trova la “Bottega dei contadini” della Val Venosta.

MMM Ortles

Il secondo si trova all’interno di una modernissima costruzione sotterranea, realizzata a 1900 metri d’altezza, a Solda, ed è dedicato al ghiaccio e alle spedizioni ai poli. L’esperienza all’interno del museo è anche sonora: il ghiaccio, infatti, lungi dall’essere statico, si muove, scivola, si spacca, producendo un suono costante e diversificato, che accompagna l’intera visita. Il MMM sta ai piedi dalla vedretta dell’Ortles, che la famosa carta del Tirolo disegnata nel 1774 da Peter Anich indicava come la “Fine del mondo”.

Oltre al ghiaccio focus sul terrore dell’oscurità, i miti dell’uomo delle nevi e del leone delle nevi, il white out e il terzo polo, in un viaggio attraverso due secoli di storia degli attrezzi da ghiaccio, dello sci, dell’arrampicata su ghiaccio e delle spedizioni ai poli. Qui è esposta la più vasta collezione di dipinti con vedute dell’Ortles. La trattoria Yak&Yeti, situata accanto al museo, propone specialità delle montagne sudtirolesi e himalayane ad unire le due “case” di Messner.

MMM Dolomites

Messner, nonostante abbia scalato in vita sua oltre 3500 montagne, ha dichiarato più volte di non aver mai visto “un mondo di roccia dalle forme più belle delle Dolomiti”. Le Dolomiti della sua infanzia: il monte Schiara, il Cimon della Pala, il monte Civetta, le Tofane, il Monte Pelmo e la Marmolada. Insomma a ciò che si vede dalle finestre del Messner Mountain Museum Dolomites, che va anche sotto il nome di “ museo delle nuvole”

E’ dedicato all’elemento “roccia”, sorge sul Monte Rite (2181 m), tra Pieve di Cadore e Cortina d’Ampezzo, in un forte della Prima Guerra Mondiale che può essere raggiunto a piedi con un sentiero nel bosco e affronta sostanzialmente due temi: l’origine della roccia dolomitica, con fossili di conchiglie e felci di palma che risalgono a 250 milioni di anni fa, quando queste montagne erano atolli corallini circondati dal mare e la storia dell’esplorazione e dell’alpinismo dolomitico.

MMM Corones


“Last but not least” l’edificio più spettacolare, sulla sommità di Plan de Corones (2.275 m) dedicato all’alpinismo tradizionale, con un occhio particolare all’evoluzione dell’attrezzatura negli ultimi due secoli di ascensioni. L’esposizione si focalizza sulle grandi vittorie dell’uomo sulla montagna, ma anche sul sconfitte e tragedie che si sono consumate dal Cervino al K2.

L’MMM Corones si trova all’interno di un progetto architettonico d’avanguardia firmato dalla grande Zaha Hadid architetto britannico di origine iraniana. Le parti in cemento e vetro dell’edificio escono dai fianchi della montagna come espulse dalla roccia e sono così straordinarie che paiono uscite da un film di fantascienza. L’edificio ha lasciato intatto il panorama, grazie a uno sviluppo per la maggior parte sotterraneo e si presenta come un’opera d’arte che vale da sola la visita, un capolavoro di design nel cuore della montagna.

Qui si racconta la storia alpina e, inclusa nella mostra, vi è la vista unica delle grandi pareti delle Dolomiti e delle Alpi e la vista spazia in tutte e quattro le direzioni oltre i confini nazionali: dalle Dolomiti di Lienz a est all’Ortles a ovest, dalla Marmolada a a sud fino alle Zillertalers a nord.

Testo di Massimo Terracina e Daniele Berti|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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