Nella pancia della Cupola di Novara

Dal 27 settembre scorso si può salire e visitare dall’interno la Cupola di San Gaudenzio, il simbolo della città di Novara e capolavoro del geniale architetto Alessandro Antonelli. Un’esperienza meravigliosa poter salire fino alla guglia, a 100 metri di altezza. Testo di Teresa Scacchi, foto di Gisella Motta

Vista della Cupola dallaa torre del castello, in primo piano terrazza del teatro Coccia, oggi sede del Bistrot Cannavacciuolo. Ph Gisella Motta

Da ovunque si raggiunga Novara, anche a oltre venti chilometri di distanza si vede la guglia con il Salvatore posto in cima all’opera geniale della Cupola di San Gaudenzio. Così come la si vede da ogni punto in città.

Salendo verso il cielo

Salendo le strette scale ellittiche del campanile adiacente, ci si ritrova all’interno della cupola nella famosa Sala del Compasso, già aperta da qualche anno e utilizzata per eventi e mostre. Da qui inizia l’ascesa che prevede due tappe a 75 o a 100 metri. Percorsi facili e affascinanti attraverso lo svilupparsi delle volte e delle cupole interne decorate quasi fino alla cima. Per molto tempo è stato il monumento in mattoni più alto del mondo, ma in ogni caso l’ardita  intuizione del maestro Antonelli ha portato alla realizzazione di un’opera davvero unica.

Novara, da sempre in bilico fra Piemonte e Lombardia, è la seconda città del Piemonte per estensione e popolazione. Buona parte della sua provincia è in pianura, per quello che insieme ai territori confinanti di Vercelli e Alessandria viene definito il triangolo d’oro del riso italiano. Ma Novara e il Novarese non sono soltanto a vocazione agricola. Ci sono varie attività industriali, di ricerca, di commercio e logistica. Questo anche per il fatto di essere collocati geograficamente sull’asse est/ovest Milano-Torino e nord/sud Genova/Sempione.

Guardando giù nel cuore della Basilica di San Gaudenzio. Ph Gisella Motta

Novara da scoprire

E oltre alla salita della cupola, che di per sé vale il viaggio, un piccolo tour in città e nel territorio circostante sarà senz’altro interessante e non privo di piacevoli curiosità.

Partendo dal baluardo Quintino Sella, tramite via Pier Lombardo (tradizionale strada acciottolata) si arriva all’ingresso della basilica di San Gaudenzio. Cogliendo contemporaneamente in tutta la loro grandiosità due opere fondamentali dell’architetto Alessandro Antonelli: Casa Bossi e appunto l’imponente cupola, simbolo della città.

Casa Bossi, sempre dell’Antonelli, è in fase di recupero grazie all’impegno di un’associazione che si occupa di raccolta fondi e organizzazione di eventi. Scultura di Costantino Peroni. Ph Gisella Motta

All’interessante percorso antonelliano, che include anche il Duomo, si associano in un itinerario ideale i Quartieri Spagnoli con le case del ‘600, i palazzi ottocenteschi, i rinnovati spazi museali, il Broletto. Interessanti anche alcuni edifici in stile razionalista come quello delle Poste, la Questura e l’ex palazzo “dei Vigili” annesso al mercato coperto.

La scoperta di Novara continua a piedi per il centro storico sotto ai portici dell’Ottocento, con la piazza e il Duomo rimaneggiato sempre dall’Antonelli, il battistero paleocristiano, la raccolta Piazzetta delle Erbe. E poi palazzo Gallarini sede del conservatorio dedicato oggi a Guido Cantelli.  Passeggiando lungo il corso Cavour una sosta d’obbligo al Biscottifico Camporelli, l’ultimo che ancora produce i veri biscotti di Novara, i genitori dei pavesini.

Le mura del Castello Sforzesco e il Duomo anotnelliano. Ph Gisella Motta

Nel Castello Sforzesco riqualificato e attorniato da un fossato integro si tengono oggi importanti mostre, come l’ultima dedicata al Divisionismo.  Il teatro Coccia ha una storia interessante: bomboniera di fine ‘800 era solito ospitare le prime di importanti spettacoli. Di fianco, in quello che era la storica buvette del teatro, hanno preso posto ora il Bistrot e il Caffè di Cannavacciuolo.

Ma il simbolo di Novara rimane la cupola di S. Gaudenzio dell’Antonelli, che in città e in zona ha lasciato molte opere d’impronta particolare. E che ha progettato anche la Mole di Torino, altra opera originale e ardita per i tempi.  Ma che pure oggi suscita ammirazione, per la mirabile sintesi tra neoclassico e  gotico.

La storia della Cupola antonelliana

La sala del Compasso, da cui inzia la vera salita. Ph Gisella Motta

L’idea di dare un coronamento monumentale alla basilica di S. Gaudenzio era nell’aria da molto tempo. Ma fu solo nel 1825 che si crearono  le condizioni: re Carlo Felice di Savoia concesse alla Fabbrica Lapidea, ancor oggi curatrice della basilica, il diritto di usufruire di alcune imposte. Trovati i fondi si diede quindi inizio ai lavori e nel 1840 all’Antonelli fu affidata la costruzione della cupola e il rifacimento della facciata.

La prima versione è molto diversa da quella attuale di 121 m.; nel corso dei 40 anni di cantiere, l’architetto apportò molte modifiche. Negli stessi anni in cui prende piede l’architettura del ferro di Eiffel, Antonelli sceglie i mattoni, e di provenienza esclusivamente locale. La cupola sarà terminata solo nel 1887. Di lato si trova  il campanile settecentesco di Benedetto Alfieri

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La Cupola è uno dei più grandi edifici in mattoni del mondo.

Entrando nella basilica, nella saletta attigua, sede della Fabbrica Lapidea, si possono ammirare due modelli originali utilizzati per la costruzione. Sulla cima della cupola svetta dal 1878 la statua del Salvatore, opera dello scultore Pietro Zucchi (in realtà una copia in vetroresina, la statua originale è all’interno della basilica).

La salita alla cupola

A 75 metri la sosta prima degli ultimi 25 metri. Fino a qui la salita è agevole e adatta a tutti, anche ai bambini e ragazzi fino a 14 anni. PH Gisella Motta

I visitatori, dotati di elmetto e imbragatura, organizzati in piccoli gruppi composti al massimo da 13 persone e accompagnati da una guida e da un responsabile della sicurezza, potranno percorrere i 450 gradini che da terra raggiungono la guglia dell’edificio, e scoprire in questo modo le vicende storiche e le particolarità che rendono la Cupola unica al mondo.

La proposta abbina il fascino di un’esperienza culturale irripetibile all’emozione della salita fino a circa 100 metri di altezza, attraverso passaggi aerei, scale a chiocciola, locali mai aperti al pubblico e riservati alle maestranze.

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Il telo che normalmente ricopre la grande apertura circolare nella basilica è stato rimosso e sarà riposizionato dopo la fine di ottobre. Ora la vista interna è particolarmente suggestiva.

Il nuovo percorso di visita prosegue, dunque, oltre il primo colonnato posizionato a 24 metri di altezza e l’affascinante Sala del Compasso, unici spazi già fruibili fino ad oggi.

Un’esperienza ancora più esclusiva è possibile fino a fine ottobre, perchè non sarà presente il telo che da sempre ricopre la grande apertura circolare nella basilica, permettendo così un’emozione visiva unica.

L’iniziativa, sostenuta dal Comune di Novara e dall’ATL della Provincia di Novara, è realizzata e gestita dall’impresa culturale Kalatà, che ha lavorato per molti mesi all’interno dell’edificio per la messa in sicurezza del percorso di visita e per l’allestimento degli spazi.

Due modalità di visita

Guide professionali e preparate accompagnano i piccoli gruppi verso la salita della cupola di San Gaudenzio, raccontando storia, aneddotti, facendo in modo che tutto sia in sicurezza. Ph Gisella Motta

Il percorso alla guglia fino a 100 metri di altezza e  accessibile ai maggiori di 14 anni, raggiunge in un primo step la balconata interna a 75 metri. Già a quella quota si godono magnifiche vedute panoramiche e spettacolari prospettive sull’architettura interna della cupola e della basilica. Dai grandi colonnati che la circondano e dalla parte alta del percorso, si ammira  uno splendido panorama sulla città e fino all’arco alpino, su cui domina il Monte Rosa. Nelle giornate più terse si vedono persino i grattacieli di Milano.

L’apertura della Cupola rappresenta un importante atout per la ripresa del turismo che all’aspetto culturale e al valore storico e architettonico unisce un percorso esperienziale particolare, e offre l’opportunità di scoprire un territorio spesso dimenticato.

La Galleria Giannoni

Nell’imponente complesso monumentale del Broletto ha sede la Galleria Giannoni con quadri dell’800 e ‘900.

In questi giorni ha riaperto rinnovata anche la Galleria Giannoni ospitata all’interno del Complesso Monumentale del Broletto e a due passi dalla Cupola. A dieci anni di distanza dall’apertura al pubblico della Galleria d’arte moderna Giannoni, nel marzo nel 2011, il Comune di Novara ha valutato che per il percorso espositivo era tempo di un aggiornamento e di una revisione nei criteri di scelta ed esposizione delle opere.

E’ stato quindi inaugurato un nuovo percorso espositivo più moderno con 116 opere (dal 1860 al 1940) che presentano le correnti, le influenze, le scuole e le tecniche del periodo storico con importanti autori come Fattori, Segantini, Nomellini e molti altri.

Da poco tempo si è arricchita inoltre della donazione di Pier Luigi Cassinetti con ben 65 pezzi di quadri medio piccoli di autori italiani e francesi da metà ‘800 ai primi ‘900. Gioielli di autori famosi come Delacroix, Corot, Coubet, Boudin. Fra gli italiani molti macchiaioli, Signorini, Fattori, De Nittis, Boldini e altri. Visite su prenotazione www.galleriagiannoni.it

Riso e risaie

Una sosta da Paca, il dehor è sotto la medievale Casa della Porta. Ph Gisella Motta

Oltre alla cultura, Novara offre i frutti di una terra di riso e risaie. Il piatto tipico è la paniscia, risotto rustico da provare anche in uno dei locali appena fuori città, come l’Osteria Contemporanea a Caltignaga o Pane, amore e Poderia a Casalbeltrame. La città propone ottimi indirizzi per soste golose: il già citato Cannavaccioulo, lo stellato Tantris e, per fermarsi in centro sotto la cupola Paca, Civico 27, Il Cavallino bianco, con piatti della tradizione.

I biscotti di Novara del Biscottificio Camporelli, l’ultimo che possiede la ricetta originale.

Per dormire notti da sogno al Resort al Castello di Sillavengo all’uscita dell’autostrada con table gourmet. In città il B&B Ventitré accoglie in un ambiente piacevole con ottime colazioni.

Da portare a casa i Biscotti di Novara del Biscottificio Camporelli e, naturalmente, il riso.

Informazioni per la salita alla cupola

A 100 metri guardando giù in sicurezza con caschetto e imbragatura. Ph Gisella Motta

Le visite alla Cupola sono rivolte a piccoli gruppi accompagnati da una guida e da un responsabile della sicurezza e si svolgono il venerdì, il sabato e la domenica con turni previsti alle ore 09.30 – 11.30 – 14.30 – 16.30 – 18.30 fino alla fine di ottobre 2021. Ma il termine potrà essere spostato in base al meteo. Le visite riprenderanno comunque in primavera.

Per informazioni o per prenotare la propria salita e visita alla Cupola è possibile consultare il sito www.kalata.it oppure contattare il call center al numero 0174/330976 o scrivere all’indirizzo e-mail info@kalata.it.

Testo di Teresa Scacchi, foto di Gisella Motta|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com