del ‘Columnist’ Federico Formignani
Tutto oggi si fa più ‘elettrico’, in fatto di auguri. Gli scambi sono un film che srotola in continuazione milioni, miliardi di parole che riguardano tutto, ma proprio tutto, nell’invio dei messaggi. Banalità, cazzeggiamenti a gogò, promesse di pranzetti sfiziosi o di fine settimana esclusivi, parole d’amore eterno che dovrebbero avere due destinatari ma che, grazie alla ‘rete’ vengono condivise da migliaia di ‘Amici’ fanatici del ‘Mi piace’. Il 14 febbraio è il giorno degli innamorati, ne consegue che i PC e i telefonini sono impegnati allo spasimo per far sapere al ‘bene’ del momento o di lunga militanza che si, sotto l’egida del Santo di Terni, ce la mettiamo tutta per rassicurare la controparte sulla serietà degli intenti affettivi. Possono verificarsi, è vero, cedimenti improvvisi, crepe che preannunciano repentini cambiamenti nella coppia, quando i messaggi raggiungono toni come questi. Lui: ‘Sei bella, affascinante, dolce, dinamica, ottimista, insostituibile, coraggiosa; ok, raggiungi la sufficienza, ma puoi fare di meglio!’. Lei: ‘Con te, amore, avevo un sogno stupendo nel cassetto. Peccato che abbia regalato il mobile’. Dalle pagine del Corriere del giorno 12, Antonella Baccaro ipotizza che San Valentino diventi la festa dell’amore, semplicemente. Non andrebbe riservato solo alle coppie, più o meno ufficiali. Che San Valentino ci pensi e provveda.
Il culto del santo della città umbra è antico, anche perché il ‘personaggio’ Valentino è di per sé intrigante, per diversi motivi. Nasce a Terni attorno all’anno 176, quando la città si chiama Interamna Nahars. La sua vocazione è precoce, tant’è che nell’anno 197 (a soli 21 anni) viene consacrato Vescovo di Terni.
Va da sé che, per la sua costante ricerca di pagani da convertire, corre dei pericoli. Rischia di essere giustiziato dall’imperatore Claudio II° il Gotico perché si rifiuta di abiurare la fede in Cristo; quando poi cerca di convertire lo stesso imperatore, arriva la condanna a morte quindi tramutata in grazia (forse era simpatico a Claudio II°) con l’affido a una famiglia patrizia di Roma. Gli va meno bene col successore di Claudio il Gotico, Aureliano. Valentino e il suo proselitismo erano diventati un pericolo per l’Impero, così ché viene condannato a morte per decapitazione a Roma, il 14 febbraio 273, quando il Vescovo aveva la bella età di 97 anni! La festività di San Valentino sostituisce col tempo i riti della fertilità, dell’amore pagano (Lupercalia), che venivano celebrati il giorno 15. Esattamente nell’anno 496 Papa Gelasio I° istituisce la ricorrenza del santo di Terni; grande merito dell’enorme diffusione della festa (Italia, Francia, Inghilterra ecc.) è dovuta ai Benedettini che, per mezzo dei loro monasteri, erano affidatari della Basilica di San Valentino a Terni sin dalla seconda metà del VII secolo. San Valentino è protettore degli innamorati e (stranamente) anche degli epilettici. Curioso è inoltre il fatto che il 14 sia il giorno dedicato alle coppie, a chi si vuol bene; mentre il 15 (San Faustino) è la giornata che festeggia i single, di coloro che stanno bene per conto proprio!
L’universo cattolico è curiosamente ‘celebre’ anche per l’enorme diffusione delle reliquie dei Santi. Reliquie di tutti i tipi; corpi interi o parte di essi; capelli, singoli denti, teschi, ossa, sono presenti in tutta Europa con incroci di appartenenza e condivisioni che si fa fatica a prendere sul serio, cioè come fatti realmente accaduti; tuttavia degni di grande devozione e rispetto specie da parte della popolazione più semplice. Le spoglie mortali di Valentino vennero inumate sulla collina di Terni al miglio LXIII della Via Flaminia, nel punto esatto in cui sorgerà nel IV secolo la Basilica dedicata al martire. L’elenco dei luoghi che contengono ‘altre’ reliquie appartenute al santo sono un po’ dappertutto in Italia. Nella chiesa di Santa Maria in Cosmedin, a Roma. Quindi, da nord a sud, troviamo reliquie in queste chiese: cattedrale
di Maria Assunta a Savona; un vasetto con il sangue del santo (insieme al teschio di Santa Giustina!) nella chiesa di San Martino a Torre d’Arese (Pavia); nella chiesa medievale di San Valentino a Sadali, in quella di Ozieri, entrambe in Sardegna. Poi si scende ad Abriola (Potenza) luogo d’esilio prima di venir giustiziato, quindi nella chiesa matrice di Vico nel Gargano in Puglia, a Belvedere Marittimo in Calabria e nella chiesa San Castrense nel comune di Monreale, Palermo. Un’ultima curiosità. Prima che il mondo diventasse 2.0, si spedivano circa un miliardo di biglietti, cartoline d’auguri per San Valentino. Secondi solo alle quantità spedite per Natale.
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