La Fragilità della Farfalla tributo ai cieli di Irlanda

 

connemara

Il ‘mal di Irlanda’, al pari del mal d’Africa, esiste e ti avviluppa in un concentrato di nostalgia e solitudine che rende quell’isola così affascinante la tua patria del cuore e dell’anima.

È questo che ha spinto Maura Maffei a dedicare a questo Paese tutti i suoi libri, dal 1999 a oggi, culminando nella trilogia “Dietro la tenda”, scritta a quattro mani con Rónán Ú. Ó Lorcáin, autore irlandese.

“La fragilità della farfalla” è il primo capitolo di una trilogia che inserisce un nucleo romantico in una narrazione dal sapore storico, ripercorrendo anni difficili per l’Irlanda, quelli della dominazione inglese e delle Leggi Penali, la cui crudeltà impediva agli autoctoni di professare la religione cattolica e perfino di guadagnare dal proprio lavoro.

Catapultati nella selvaggia e maestosa regione irlandese del Connemara, nel 1746, assistiamo a quella che gli stessi autori definiscono «una piccola beffa ai danni dell’oppressore»: un gruppo di esuli irlandesi, vissuto per anni in Austria, torna in patria. All’apparenza sono falegnami e lavorano in una piccola costruzione in mezzo al bosco; nella realtà, sono soldati e sacerdoti, determinati a professare la propria fede e diffondere la religione cattolica. A capo del gruppo, il coraggioso capitano Bran, discendente di un’antica famiglia di nobili origini, ormai ridotta in povertà. A scombinare i piani segreti del manipolo di uomini interviene, come spesso capita, l’amore. Un amore pericoloso che allaccia il destino del capitano Bran a quello della bella Labhaoise, figlia del suo più acerrimo nemico.

Il romanzo scorre come una fiaba d’altri tempi ma ha la forza della Storia. Ad arricchirlo, oltre alle descrizioni dei paesaggi mozzafiato del Connemara, di boschi sconfinati e atmosfere sospese, interviene il ricorso alla lingua gaelica, utilizzata molto spesso nei dialoghi (con l’inserimento di note puntuali che ne riportano la traduzione). È come se alla narrazione fosse aggiunta una nota musicale, inizialmente misteriosa, ma che diviene via via familiare al lettore.

Cinque anni di studi linguistici intensi e una precisa divisione dei compiti, che ha visto Maura Maffei occuparsi della parte narrativa e Rónán Ú. Ó Lorcáin di quella linguistica e storico-geografica, hanno reso questo libro un delicato tributo all’Irlanda, alla sua storia e alla sua cultura. «Respiravano il profumo dell’Irlanda, del suolo fertile che arricchiva lo straniero e che negava il pane ai suoi figli; lo respiravano per l’ultima volta, così intenso, così materno.»

Leggere “La fragilità della farfalla” è indossare un abito settecentesco e percorrere i prati sterminati del Connemara insieme a Labhaoise; è allungare lo sguardo verso il sole abbagliante e coprirsi la testa per la pioggia improvvisa; è gustare il sapore di una lingua sconosciuta, musicale e quasi impronunciabile; è palpitare per le sorti di piccoli eroi quotidiani, sotto il cielo d’Irlanda.

di Francesca Calò |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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La fragilità della farfalla, di Maura Maffei e Rónán Ú. Ó Lorcáin, Parallelo45 Edizioni, 2016, pp. 234 , 13 euro.