Scoperta una nuova, enorme barriera corallina

È stata da poco scoperta una barriera corallina enorme al largo delle coste australiane: si trova non molto distante da Cape York.

Scienziati al lavoro sulla nave Falkor © Schmidt Ocean Institute

Questo non è il periodo per lunghe vacanze sulle coste del Pacifico, dall’altra parte del pianeta. Eppure sognare – e sperare, e programmare una bella vacanza per quando questi mesi di sacrifici saranno terminati – non costa niente. Proprio a questo proposito lo Schmidt Ocean Institute ha annunciato una scoperta che farà viaggiare la fantasia tra le spiagge chiare e le acque azzurre dell’Australia, soprattutto per chi ama le immersioni subacquee. Al largo dell’ampia penisola di Cape York, nel nord est del Continente, gli scienziati hanno scoperto una barriera corallina.

Fin qua tutto normale: scoperte del genere vengono annunciate spesso. Ma la barriera corallina in questione non è per nulla ordinaria.

La “nuova” barriera corallina

Coralli della Grande Barriera Corallina © Schmidt Ocean Institute

Il merito della sua straordinarietà è dato dalle dimensioni considerevoli. Si parla di una larghezza fino a 1,5 km, e di un’altezza importante: si erge dal fondale per 500 metri. È un complesso più alto dell’Empire State Building. Una scoperta del genere non avveniva da più di un secolo.

La scoperta e le parole degli scienziati

La nave Falkor © Schmidt Ocean Institute

Gli scienziati, a bordo della nave di ricerca Falkor, stavano studiando la parte settentrionale dei fondali della Grande Barriera Corallina (di cui questa nuova barriera è effettivamente una sezione distaccata), quando hanno scoperto questo nuovo, grande complesso di coralli. È stata dunque eseguita un’immersione del robot subacqueo SuBastian, che ha riportato in superficie le prime foto e i primi video della barriera.

Una scoperta importante, che amplia la mappatura della parte settentrionale della Grande Barriera Corallina, studiata e osservata già a partire dal XIX secolo.

Il robot subacqueo SuBastian © Schmidt Ocean Institute

Secondo Wendy Schmidt, co-fondatrice dello Schmidt Ocean Institute, questa scoperta inaspettata conferma che nell’oceano esistono specie e strutture ancora sconosciute.

Per Robin Beaman, capo spedizione, e Jyotika Virmani, a.d. dello Schmidt Ocean Institute, le informazioni acquisite da questa nuova scoperta aiuteranno ad ampliare le conoscenze in merito al meraviglioso Patrimonio dell’Umanità che è la Grande Barriera Corallina, purtroppo fortemente minacciata dal riscaldamento globale.

Lo Schmidt Ocean Institute

Una creatura marina osservata dal robot SuBastian © Schmidt Ocean Institute

Oltre a quella appena avvenuta, lo Schmidt Ocean Institute, che è un’associazione no-profit nata 11 anni fa, si è resa protagonista di altre scoperte importanti, particolari e interessanti: solo pochi mesi fa hanno l’animale marino più lungo che si conosca, una particolare specie di sifonoforo, lungo 45 metri. Oltre a questa, sono state scoperte dagli scienziati dell’istituto anche molte altre specie di coralli e di pesci, ancora a riprova del fatto che il mondo sommerso ci è ancora in gran parte sconosciuto.

Forse non sarà la barriera più adatta alle immersioni; di certo è una scoperta sensazionale, che accende la voglia di viaggiare e di esplorare; una voglia che speriamo non resti per troppo tempo inesaudita.

Informazioni

Sito dello Schmidt Ocean Institute

Qui e qui i video delle dirette dell’immersione del robot SuBastian

Great Barrier Reef © Schmidt Ocean Institute

A cura di Stefano Ghetti|Riproduzione riservata ©Latitudeslife.com

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